Segreti e strategie di Juniper Networks

di Luigi dell’Olio ♦ Basta con reti chiuse, proprietarie, rigide, complesse e costose. Per digital transformation e Industria 4.0 ci vogliono sistemi di comunicazione costruiti con una architettura moderna. Lo dice Manfredoni, al vertice italiano della multinazionale americana, leader nelle reti ad alta velocità

«Non è solo una questione di nuovi impianti, sistemi organizzativi e business model. Per cavalcare le potenzialità della digital transformation è necessario focalizzarsi sulle reti di comunicazione, che oggi presso molte aziende sono vecchie e chiuse alle contaminazioni esterne”. È la convinzione di Mario Manfredoni, country manager Italia di Juniper Networks. Un’analisi che potrebbe apparire interessata, dato che la multinazionale americana è attiva proprio in questo segmento di business, ma che assume un profilo differente delle prospettive indicate dall’esperto.

 







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Mario Manfredoni, country manager Italia di Juniper Networks

 

«Se facciamo un confronto tra le nostre aziende e la struttura economica di altri Paesi occidentali emerge immediatamente il ritardo italiano: molte delle imprese italiane presentano reti di comunicazione vetuste, quindi costose da gestire e poco flessibili. Trattandosi in genere di strutture proprietarie, inoltre, non riescono a cogliere a pieno gli stimoli che possono arrivare da partner e fornitori». Le architetture in uso oggi, in particolar modo in Italia, del resto, sono le stesse da decenni: reti chiuse, proprietarie, rigide, complesse e costose. Secondo il gruppo statunitense, l’utilizzo di Nfv (network funcion virtualization), Sdn (Software Defined Network) e soluzioni di virtualizzazione offrirà nuove opportunità di mercato per creare valore e garantire il successo sul lungo periodo.

 

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Juniper Networks , un giro d’affari di 5 miliardi di dollari l’anno

Un colosso da 10mila dipendenti

Juniper Networks è nata 21 anni fa a Sunnyvale, nel cuore della Silicon Valley. Partita dal business delle telecomunicazioni, nel tempo ha ampliato la sua sfera di azione alle soluzioni di reti, con una presenza che oggi riguarda quasi tutti i Paesi del mondo e un giro d’affari intorno ai 5 miliardi di dollari ogni anno. Il mercato americano conta per circa un terzo e lo stesso vale per l’area Emea, mentre l’Asia Apac è poco sotto il 30% e il restante fa capo al business negli altri Paesi emergenti. I dipendenti a livello mondiale sono circa 10mila, di cui 56 in Italia tra Roma e Milano.

 

Rami Rahim CEO Juniper Networks

 

Priorità all’industria

Nell’ambito di azione della società americana, la sicurezza è tra i nodi principali, soprattutto per quel che concerne la clientela attiva in ambito industriale. «Garantire la sicurezza delle reti è in primo luogo è una necessità per difendere i propri segreti industriali, il frutto del lavoro di ricerca condotto dall’azienda», sottolinea Manfredoni. «Ed è necessario investire su questo fronte per evitare di diventare uno strumento nelle mani di hacker interessati ad attaccare le strutture It dei partner aziendali».

Quanto alla consapevolezza su questi temi, l’esperto riconosce che negli ultimi tempi è cresciuta, anche se poi molte aziende – soprattutto in un Paese come il nostro dominato dalle Pmi – devono fare i conti con le ristrettezze dei budget. «Questo è indubbiamente vero», ribatte, «ma la tecnologia negli anni ha fatto enormi passi in avanti: le aziende di ridotte dimensioni possono puntare su soluzioni modulari e non proprietarie per accedere di volta in volta a quello che serve loro, minimizzando i costi fissi».

 

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La sfida del digitale

In questo ragionamento Manfredoni promuove il pacchetto normativo noto come Industria 4.0, che prevede forti incentivi per le aziende che investono nell’innovazione. «La portata più ampia del provvedimento è nella sua capacità di abbattere le barriere alle connessioni tra infrastrutture», spiega. «Grazie a questo processo, miliardi di macchine, sistemi e sensori in tutto il mondo comunicheranno tra loro condividendo informazioni. Questo trasformerà in maniera significativa il mercato e solo quelle aziende e quei Paesi attrezzati per abbracciare questa rivoluzione e pronti ad approfittare delle opportunità che si presenteranno riusciranno a dominarlo». E accoglie positivamente l’estensione dal 2018 della deducibilità alle spese per la formazione.«Si tratta di un aspetto cruciale: la sicurezza non passa solo per gli investimenti in tecnologie, se poi questi non sono seguiti da comportamenti dei singoli utenti capaci di minimizzare i rischi».

Coesione digitale con nuove reti

Nell’analisi del manager, è proprio lo sviluppo delle reti che permetterà alle imprese italiane di tenere il passo con l’epocale trasformazione in atto, la cosiddetta digital transformation (o come la chiama Juniper, la Digital Cohesion). «Oggi, infatti, le reti sono spesso chiuse, proprietarie, complesse, costose da gestire e poco flessibili. Questo approccio chiuso può rappresentare un ostacolo all’innovazione e al progresso. Per capitalizzare su questi nuovi sviluppi dell’innovazione e della trasformazione digitale le imprese hanno bisogno di reti moderne».

Secondo una ricerca presentata da Juniper Networks all’ultimo Mobile World Congress di Barcellona, i consumatori sono convinti che la “coesione digitale” porterà diversi vantaggi, da una migliore infrastruttura a disposizione della comunità, con servizi di emergenza più efficaci e rapidi, a un uso più efficiente del tempo libero; da un miglioramento delle capacità di studiare e apprendere fino a una riduzione del costo della vita (grazie a una maggiore efficienza energetica domestica e alla possibilità di prendere decisioni più informate). Il 66% degli intervistati considera la sicurezza e la compliance come il maggior fattore di rischio nella digital cohesion e solo il 25% afferma di essere “totalmente pronto” a fidarsi della sicurezza delle reti e dei dispositivi.

Di cosa parla in concreto Manfredoni? «Un’infrastruttura di rete efficiente dovrebbe aiutare le imprese a raggiungere i propri obiettivi di business garantendo sicurezza, disponibilità, prestazioni e semplicità operativa», risponde. «Non solo devono potersi ampliarsi geograficamente ma devono poter essere in grado di spostarsi verso il real time e, quindi, la condivisione di informazioni accurate e aggiornate con dipendenti, fornitori, partner e clienti. Costruire un’infrastruttura di rete adeguata richiede esperienza e competenze: una buona progettazione, una buona architettura e una buona manutenzione permettono di ridurre significativamente i costi».

 

 

Da qui l’approccio di Juniper Networks che punta su infrastrutture aperte, agili, sicure ed elastiche, basata sulla libertà di scelta, l’automazione intelligente e l’affidabilità assoluta. «Le reti basate su questi principi offrono le fondamenta ideali per costruire cloud elastici», aggiunge. Tornando alla questione della sicurezza, per l’esperto si possono minimizzare i costi e massimizzare la resa se il tema è già nella mente di chi progetta: «Dato che l’ampiezza e la sofisticazione delle minacce è in costante crescita, la prossima generazione di soluzioni di sicurezza dovrà essere costruita intorno a un’intelligenza automatizzata e rapidamente condivisibile in modo da assicurare riduzione dei rischi e protezione di ogni elemento della rete e dei suoi utenti. Ecco perché, in definitiva, la società raccomanda la costruzione di self driving networks, reti cioè che siano già in grado di auto-proteggersi.»














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