Toh, alle imprese servono 140 miliardi entro otto mesi

di Aldo Agosti ♦︎ Confindustria calcola il fabbisogno della nostra industria, tramortita dal Coronavirus. 57 ne serviranno per giugno

Poco meno di 140 miliardi. Questo il fabbisogno di liquidità per le imprese nel 2020, provocato dalla caduta dell’attività economica, causa Coronavirus. Quasi 60 entro giugno. Brutti segnali da Confindustria, ascoltata questa mattina in Parlamento in merito al decreto liquidità. Di questi, 31 miliardi sono relativi alle piccole e medie imprese nello scenario migliore, 75 miliardi in quello peggiore.

A sottolinearlo è il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci. In uno scenario che vede la fase acuta dell’emergenza sanitaria terminare a maggio e la riapertura delle imprese industriali completarsi entro giugno, “il Pil italiano subirà, secondo stime prudenziali del nostro Centro Studi, una caduta del 10% nei primi due trimestri del 2020”.







Per garantire la continuità delle imprese, “risulta indispensabile una decisa accelerazione dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni per sostenerne la liquidità e rafforzarne la struttura finanziaria”. Certo, se la Pa facesse il suo dovere sarebbe tutto più facile.

 

PA poco leale

Alla fine del 2018, secondo i dati dell’ultima relazione annuale di Banca d’Italia (maggio 2019) “le Pa avevano 53 miliardi di euro di debiti verso le imprese fornitrici, collocandosi al primo posto tra le amministrazioni europee, circa la metà dei quali legata al ritardo nei pagamenti rispetto alle scadenze contrattuali. I tempi restano in media troppo elevati e si registrano ancora ritardi di pagamento, per quanto in misura significativamente inferiore rispetto ai livelli osservati in passato, soprattutto in alcune aree del Paese. Occorre pertanto continuare nell`azione volta a superare definitivamente, in tutto il territorio nazionale, il fenomeno dei ritardati pagamenti”.

Più in generale, secondo Panucci, “sarebbe opportuno che governo e Parlamento avviassero una riflessione per completare gli strumenti di sostegno alle imprese, anche in vista del decreto-legge di prossima adozione”. Tra gli altri, e “considerando che una parte delle perdite subite dalle imprese, almeno nel breve periodo, non potrà ragionevolmente essere recuperata, occorre ragionare su un adeguato mix di misure, che passi anche attraverso strumenti volti a compensare le perdite che si genereranno a causa della contrazione delle attività economiche.

Si tratta di un intervento già sperimentato in altri Paesi, compatibile coi principi della disciplina europea sugli aiuti di Stato, e che richiederebbe un`adeguata attività istruttoria riguardo a definizione della platea dei beneficiari, limiti delle perdite da indennizzare e, quindi, impatti sulla finanza pubblica”. Infine, “occorre accelerare l’utilizzo di eventuali crediti di imposta incidendo significativamente sui vincoli che ne frenano la fruizione, a partire dal limite massimo annuo per le compensazioni orizzontali, garantendo, al contempo, tempi più celeri per il recupero dei crediti, specie quelli Iva”. 














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