Ima: ricavi 2019 in crescita a 1,6 miliardi (+6,3%)

L'azienda guidata da Alberto Vacchi ha migliorato le sue performance anche grazie al forte impegno nella digitalizzazione di fabbrica e alle acquisizioni, tra cui quella di Atop. Proposto divendo di 2 euro per azione

Bene i conti 2019 di Ima: l’azienda quotata al segmento Star di Borsa Italiana e attiva nella progettazione e produzione di macchine automatiche per il processo e il confezionamento di prodotti farmaceutici, cosmetici, alimentari, tè e caffè, chiude l’anno con ricavi consolidati pari a 1,595 miliardi di euro, in crescita del 6,3% rispetto ai 1,500 miliardi registrati al 31 dicembre 2018. All’assemblea degli azionisti prevista per il 21 aprile prossimo sarà proposto un dividendo di 2 euro per azione (2 euro nel 2019), da mettersi in pagamento a partire dal 20 maggio 2020. Mentre per quanto riguarda la crisi scatenata dal Coronavirus, l’impresa guidata da Alberto Vacchi non è ancora in grado di quantificare le eventuali ripercussioni sul business e sui risultati aziendali.

«L’esercizio si è chiuso con una crescita dei ricavi a circa 1,6 miliardi e un sensibile incremento dell’utile netto – commenta Alberto Vacchi, Presidente e Amministratore Delegato di Ima – I risultati sono da attribuire al forte impegno nella digitalizzazione, all’eccellenza della nostra tecnologia e al contributo delle acquisizioni effettuate nel 2019, tra cui Atop che ha riportato ottimi risultati in termini di fatturato e redditività nel primo anno di ingresso nel Gruppo Ima. La significativa generazione di cassa prodotta anche nel 2019 ci ha consentito di attuare investimenti ordinari e strategici, aumentando il valore del Gruppo e dalla prossima Assemblea sarà proposto un dividendo in linea rispetto all’anno precedente».







In crescita anche il margine operativo lordo (Ebitda) ante oneri non ricorrenti salito a 281 milioni di euro (+8,1% rispetto ai 260 milioni al 31 dicembre 2018) e il margine operativo lordo (Ebitda) salito a 273,4 milioni di euro (+7,8% rispetto ai 253,6 milioni al 31 dicembre 2018). Tale dato risulta in aumento di 23,2 milioni di euro per effetto dell’applicazione del nuovo principio contabile Ifrs 16. Il portafoglio ordini consolidato, pari a 909 milioni di euro, risulta in leggera flessione (-3,5%) rispetto ai 941,5 milioni al 31 dicembre 2018.

Presidente IMA_S.p.A
Alberto Vacchi, Presidente e ad Ima

«In questa fase di emergenza imprevista – ha continuato il presidente – ci stiamo impegnando con tutti gli strumenti possibili per rispondere alle richieste dei nostri clienti in tutto il mondo. Le nostre attività produttive e di servizio in Italia proseguono nel pieno rispetto delle normative e prescrizioni che sono state emanate per prevenire il contagio. Le nostre aziende in Europa sono tutte in piena attività: abbiamo applicato, rinforzandole, tutte le raccomandazioni delle autorità sanitarie nazionali ed europee, per ridurre le possibilità di contagio. Vorrei sottolineare che molte delle nostre produzioni così come la rete commerciale sono localizzate nelle diverse aree geografiche in cui la presenza del virus risulta a tuttora limitata».

L’indebitamento finanziario netto preliminare del Gruppo Ima al 31 dicembre 2019 è risultato pari a 637,1 milioni di euro rispetto ai 184,6 milioni al 31 dicembre 2018, al netto dell’esborso per acquisizione partecipazioni pari a 281,9 milioni di euro. Tale dato risulta in aumento di 156 milioni di euro per effetto dell’introduzione del nuovo principio contabile Ifrs 16, in vigore dall’1 gennaio 2019. L’indebitamento finanziario netto 2019 beneficia di un sensibile miglioramento della generazione di cassa rispetto all’esercizio precedente.

«Al momento, alla luce della piuttosto recente crescita della diffusione in Italia non è possibile quantificare le eventuali ripercussioni sul business e sui risultati aziendali anche perché il Gruppo Ima ha la capacità di recuperare nel corso dell’anno eventuali rallentamenti nell’acquisizione degli ordini o della prestazione dei servizi che si potrebbero verificare nelle prossime settimane in caso di ulteriori restrizioni imposte dalle autorità che comunque, come più volte manifestato, intendono salvaguardare le attività produttive ed industriali del Paese – conclude Vacchi – Nel caso in cui tale situazione dovesse protrarsi molto a lungo, avremo modo di valutare i possibili impatti sulla base dei risultati che il Gruppo andrà a realizzare nel primo e secondo trimestre del corrente anno che saranno prontamente resi noti ai mercati finanziari. Nella situazione attuale, alla luce del portafoglio ordini esistente a fine 2019 e sulla base degli ordini acquisiti nei primi due mesi del corrente anno non abbiamo segnali negativi da evidenziare o elementi che potrebbero impattare in maniera rilevante sui risultati aziendali non avendo al momento la piena visibilità sull’anno in corso e sull’evolversi del 2020».














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