Ibm Call for code 2020: il tema è il climate change

Per l'edizione di quest'anno, sviluppatori e innovatori dovranno creare una soluzione, basata su tecnologia open-source, in grado di contrastare il cambiamento climatico

In occasione del 75° anniversario dell’Onu, la Call for code Global Challenge di Ibm affronta il tema del climate change. Questo perché l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha lanciato la più grande e inclusiva conversazione sul ruolo della cooperazione mondiale su come costruire un mondo migliore, affrontando i problemi più urgenti, tra i quali, appunto, il cambiamento climatico.

La multinazionale americana chiama dunque a raccolta sviluppatori e innovatori, con l’obiettivo di sviluppare soluzioni e applicazioni innovative per contrastare il fenomeno del climate change, grazie al ricorso alla tecnologia open source, quali RedHat OpenShift, Ibm Cloud, Ibm Watson, Ibm Blockchain, nonché sui dati di The Weather Company.







«C’è un bisogno urgente di agire per contrastare il climate change e Ibm ha la capacità di mettere in connessione i principali filantropi con gli sviluppatori più talentuosi e appassionati di tutto il mondo – dichiara Bob Lord, Senior Vice President Ibm Cognitive Applications and Developer Ecosystems – Ibm è determinata ad identificare, implementare e rendere scalabili le soluzioni tecnologiche che possono aiutare a salvare vite umane, emancipare le persone e creare un mondo migliore per le generazioni future».

Quali sono i maggiori problemi globali? Fonte Ibm

Da un recente studio della multinazionale condotto da Morning Consult su oltre 3.000 individui tra sviluppatori, primi soccorritori e attivisti sociali in Cina, Colombia, Egitto, India, Giappone, Spagna, Regno e Stati Uniti, è emerso che il 77% dei primi soccorritori e sviluppatori intervistati è d’accordo con l’affermazione “Per la mia generazione, il climate change è il problema più urgente da risolvere”, e il 79% concorda sul fatto che il climate change può essere ridotto, o contrastato, con la tecnologia.

Per l’87% degli intervistati è importante che un potenziale datore di lavoro prenda provvedimenti in azienda in merito al problema del cambiamento climatico, mentre il 75% del campione concorda sul fatto che la comunità opensource possa contribuire a risolvere i problemi derivanti dal climate change. Infine, ben 8 intervistati su 10 pensano che molte persone vorrebbero poter dare un personale contribuito per contrastare il climate change, ma non sanno da dove iniziare.

«Negli ultimi due anni tramite Call for Code, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha individuato negli sviluppatori le potenzialità per affrontare le principali sfide della società e la crucialità del loro ruolo nell’offrire una risposta all’emergenza climatica – afferma Mami Mizutori, rappresentante speciale del Segretario delle Nazioni Unite -Generale (SRSG) per la riduzione del rischio di catastrofi – Il climate change è il problema più critico del nostro tempo, data anche la moltitudine di fattori locali che contribuiscono a produrre effetti a cascata che non possono essere risolti da una singola organizzazione. Occorre una rete globale per contrastare questo problema».

Ibm e David Clark Cause sono orgogliosi di lanciare per il terzo anno consecutivo la Call for Code a Ginevra, che vede la partecipazione del nuovo sponsor Unity Technologies, la riconferma di Persistent Systems e dei sostenitori Johnson & Johnson e Capgemini e l’ingresso di nuovi sostenitori, quali Red Hat e Nearform. Inoltre, l’organizzazione anche quest’anno può contare sulla collaborazione di Bank of China, Morgan Stanley, Cognizant, Infosys, Arrow Electronics e Clinton Foundation, e sul supporto dell’ampio ecosistema di aziende, fondazioni, università e celebrità come Ellen DeGeneres, Jonas Brothers, Sting e Morgan Freeman.

«Nell’ambito delle celebrazioni per il 75 ° anniversario delle Nazioni Unite, siamo orgogliosi di collaborare con Ibm, nostro founding partner, per commemorare questa importante occasione focalizzando la Call Global Code Challenge del 2020 sul tema del climate change. Ispirando e chiedendo agli sviluppatori di tutto il mondo di dare il loro supporto per fronteggiare questo problema globale, Call for Code può generare un impatto significativo – commenta David Clark, Creatore di Call for Code e ceo di David Cark Cause – Sono onorato della presenza del presidente Bill Clinton per il terzo anno come giudice di spicco, affiancato da importanti esperti nelle aree dei diritti umani, della gestione delle catastrofi, e business e tech provenienti da tutto il mondo».














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