Che cosa c’è nella piattaforma IoT i-Live Machines, prodotto di punta di Holonix?

di Alberto Falchi ♦︎ La soluzione di augmented intelligence, tramite big data, analizza in tempo reale le prestazioni dei macchinari. Così abilita scenari di prevenzione proattiva per i produttori di macchine industriali. La collaborazione con l’azienda di automazione industriale Comau (Fca)

La piattaforma IoT i-Live Machine di Holonix

IoT, cloud e big data: sono i tre cardini su cui si è basata la piattaforma i-Live Machines di Holonix, una soluzione SaaS destinata al mercato dei produttori di macchinari industriali. Parliamo di uno strumento di augmented intelligence che consente ai clienti di iniziare a monitorare i loro macchinari in tempi brevissimi, anche da remoto, a costi molto contenuti, così da sfruttare a pieno il potenziale grazie ai dati acquisiti.

I-Live Machines permette ai produttori di macchinari di superare i limiti degli strumenti di controllo tradizionali quali il telemonitoraggio e le videoconferenze, che sono facili da usare e agiscono in tempo reale, ma pagano lo scotto di ragionare in ottica reattiva e non proattiva: fondamentalmente, avvisano del problema e permettono agli operatori di risolverlo tempestivamente. La soluzione di Holonix, invece, opera sia sulla base dei dati in tempo reale sia sullo storico del macchinario, apprende col tempo e abilita scenari di prevenzione proattiva.







 

Holonix: 10 anni di esperienza nel settore IoT

Jacopo Cassina, ceo di Holonix

Holonix nasce nel 2010 come spin-off del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, collaborando con i leader di differenti settori nell’ambito dei Progetti di Ricerca Europei. È da qui che matura le sue competenze nel settore IoT, che ai tempi ancora non aveva questa denominazione e che era basato fondamentalmente su due tecnologie: Rfid ed embedded device. Negli anni, Holonix ha partecipato a più di 30 Progetti di Ricerca Europei e supportato diverse aziende nell’implementazione di progetti IoT, lavorando anche a stretto contatto con Comau, uno dei leader nel settore dell’automazione industriale. È proprio grazie all’esperienza insieme a Comau che vengono poste le basi per la piattaforma i-Live Machines. Le due imprese avevano anche collaborato su un prodotto che aveva delle caratteristiche simili ad I-Live Machines, una soluzione IoT che seguisse lo sviluppo di un macchinario industriale, prima di prendere strade diverse e concentrarsi ciascuna sulla sua soluzione.

«Se un’azienda del calibro di Comau ha deciso di lavorare su questo fronte, è un segno che la nostra intuizione è corretta», ha dichiarato Jacopo Cassina, ceo di Holonix, a Industria Italiana. Holonix ha nel tempo raffinato la piattaforma, che veniva personalizzata sulla base delle esigenze di ogni singolo cliente. «Abbiamo venduto questa soluzione ad alcuni clienti, ma abbiamo capito che era praticamente un semilavorato, dal quale poi derivavano le applicazioni per i clienti». Il passo successivo è stato creare un prodotto vero e proprio, che potesse adattarsi alle specificità dei produttori di macchine industriali, in particolare alle pmi operanti in questo settore, dove per pmi Cassina intende imprese con un fatturato inferiore ai 50 milioni, quelle che secondo lui possono trarre il maggiore beneficio da una soluzione di questo genere. La dimensione delle pmi è anche quella che meglio si adatta alla realtà di Holonix, che ha un fatturato relativamente modesto: nel 2019 è stato di 1 milione e 300.000 euro, con la parte di progetti che pesava per circa un milione.

«Ora prevediamo che cresca in maniera significativa il fatturato relativo ai prodotti», specifica Cassina, riferendosi ad i-Live Machines. Una crescita che, almeno inizialmente, si concentrerà sul mercato italiano. Non mancano alcuni clienti al di fuori dei confini della Penisola, ma per supportarli al meglio è necessario avere sedi all’estero e per ora Holonix preferisce puntare sulla realtà locale, considerato anche il fatto che l’Italia è il principale produttore europeo di questo tipo di macchinari. Quando chiediamo se l’emergenza sanitaria ha impattato sulle richieste di i-Live Machines, Cassina conferma che l’interesse è aumentato, dato che la soluzione risolve alcune delle problematiche che i manutentori lamentavano, come la necessità di monitorare e assistere i clienti da remoto. Ammette però che non c’è stato un picco particolare, ma che l’interesse verso queste tematiche è da tempo in costante incremento: «Il mondo industria 4.0 ha fatto aprire gli occhi, poi c’è stata l’ubriacatura degli incentivi, quando il pubblico gli andava dietro a prescindere dalla qualità e dall’utilità della soluzione. Ora, terminata questa esperienza poco 4 e molto 0, molti hanno capito la reale importanza di queste tecnologie».

La soluzione di Holonix opera sia sulla base dei dati in tempo reale sia sullo storico del macchinario, apprende col tempo e abilita scenari di prevenzione proattiva

Come funziona i-Live Machines

Come accennato all’inizio, i-Live Machines fa leva su tre tecnologie: l’IoT, che azzera le distanze e consente il monitoraggio da remoto dei macchinari; il cloud (Holonix si appoggia a Ibm) che consente di tracciare l’interno ciclo di vita di ogni macchinario sulla base dei dati di utilizzo; i big data e l’analytics, grazie ai quali è possibile analizzare le prestazioni effettive del parco macchine, ragionare sulle loro evoluzioni future, rendendole più efficienti e abbassandone i costi di gestione, e attivare scenari di manutenzione predittiva, andando a intervenire sui macchinari prima che i guasti si manifestino. La scelta di una soluzione cloud e multi-tenant (l’architetura viene condivisa da tutti i clienti, senza risorse allocate singolarmente) ha permesso di contenere i costi per i clienti, che sono effettivamente contenuti, considerato il pubblico di riferimento. Per connettere cinque macchine, l’investimento è di circa 10.000, che comprende anche la consulenza iniziale. Quest’ultima, in certi casi, è l’aspetto che incide maggiormente sul costo di implementazione. «Spesso le aziende hanno già abbastanza chiaro quali dati vogliono avere, ma attiviamo una discussione insieme al cliente su come implementare il tutto», specifica Cassina.

i-Live Machines fa leva su tre tecnologie: l’IoT, che azzera le distanze e consente il monitoraggio da remoto dei macchinari; il cloud (Holonix si appoggia a Ibm) che consente di tracciare l’interno ciclo di vita di ogni macchinario sulla base dei dati di utilizzo; i big data e l’analytics, grazie ai quali è possibile analizzare le prestazioni effettive del parco macchine, ragionare sulle loro evoluzioni future, rendendole più efficienti e abbassandone i costi di gestione, e attivare scenari di manutenzione predittiva, andando a intervenire sui macchinari prima che i guasti si manifestino

I risultati per i clienti? «La nostra piattaforma impatta su tutto: dalle sales, per la garanzia e la manutenzione, alla produzione e alla logistica, dato che si possono pianificare meglio i pezzi di ricambio evitando i tipici fermi di 10 ore per ordinare quanto serve. Ma impatta anche sulla progettazione, perché sul lungo termine i-Live Machines permette di riprogettare meglio la macchina. Sulla progettazione non abbiamo dati ancora, mentre sulla parte di after sales i nostri clienti riescono a risparmiare un 18/30%». Una stima basata sul fatto che mediamente, quando si va a fare manutenzione su questi macchinari, un viaggio su 3 va a vuoto, per esempio per la mancanza del pezzo di ricambio. Poter valutare da remoto cosa serve evita di “sprecare” il tempo di un operatore e i costi di viaggio associati. I-Live Machine supporta anche macchinari legacy, inclusi quelli privi di Plc, anche se la soluzione dà il meglio di sé sui macchinari recenti, che i produttori possono vendere e controllare da remoto. Il ceo di Holonix specifica che la soluzione si presta anche all’ammodernamento di prodotti non nuovissimi, il cui ciclo di vita però si estenderà per altri 5/10 anni almeno.














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