La strategia di Hitachi verso la decarbonizzazione

di Marco Scotti ♦︎ Il Chief Environmental Officer del colosso nipponico, Alistair Dormer, annuncia quattro passaggi per abbattere le emissioni e tentare di raggiungere gli obiettivi sostenibili

«Abbiamo oltre 5.000 dipendenti in Italia, che lavorano nei nostri nove siti, 14 uffici e cinque centri di ricerca e sviluppo. Questo Paese è rinomato per il suo spirito imprenditoriale e per le tecnologie d’avanguardia». Alistair Dormer, Chief Environmental Officer di Hitachi, spiega quali sono le strategie e gli obiettivi del colosso nipponico. E lo fa durante l’evento “Race To Zero” organizzato da Bcg e Hitachi. Partendo dal presupposto che indietro non si torna e che gli sforzi che i governi mondiali stanno compiendo per arginare il cambiamento climatico non saranno sufficienti per evitare l’incremento di 1,5 gradi di temperatura e arrivare alle emissioni nette pari a 0 di Co2 entro il 2030. Non solo: l’Ipcc ha dichiarato che gli esseri umani sono inequivocabilmente responsabili del cambiamento globale.

«C’è una grandissima opportunità – ha chiosato Dormer – di ottenere non soltanto un ritorno ai livelli pre-Covid, ma di plasmare un mondo migliore per domani. Abbiamo messo a punto quattro ricette per la decarbonizzazione: la prima è consumare di meno ed emettere meno, migliorando l’efficienza dei processi esistenti. Stanno arrivando grandi progressi dalla filiera dei rifiuti, ad esempio, per riuscire a creare un ciclo positivo».







La seconda “gamba” del progetto di Hitachi è quella di usare fonti rinnovabili, un mix di approvvigionamento che in Italia è reso ancor più possibile dal clima, dalla presenza di acqua, sole e vento. Con l’adozione delle rinnovabili, inoltre, si abbatteranno le emissioni create per la produzione di energia. Il 33% dell’anidride carbonica, infatti, proviene proprio dai sistemi di approvvigionamento energetico. Bisogna usare l’elettricità come principale forma di consumo e serve accelerre su questo.

Alistair Dormer, Chief Environmental Officer Hitachi

«Terzo pilastro è quello di mettere a punto un sistema dei trasporti più efficiente – chiosa Dormer – in modo da evitare che si proceda su una via poco sostenibile. Oggi il mondo dei trasporti è responsabile del 16% delle emissioni di gas serra e del 28% nella sola Italia. Tra l’altro, le ferrovie rappresentano solo il 6% del trasporto in Italia, contro il 7,9 in Europa. Spostare il 10% del trasporto su strada verso i “binari” è un obiettivo che deve essere raggiunto entro il 2026».

Infine ci sono le città: anche in questo caso ci sono grandi sfide relative alla mobilità. Basti pensare al rinnovamento del parco autobus e all’installazione delle infrastrutture di ricarica che consentono di ridurre i consumi. «Bisogna, infine, parlare di carburanti e di nuove fonti di approvvigionamento – conclude Dormer – come nel caso dell’idrogeno e dei biocarburanti. Si tratta di propellenti che permettono di abbattere le emissioni e che sono particolarmente indicati per i trasporti pesanti».














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