Hbk, così la misurazione ibrida taglia costi e sprechi delle linee di assemblaggio

di Piero Macrì ♦︎ Manutenzione preventiva e correttiva; acquisizione di dati e software; sviluppo della sensoristica; digital twin. Il tutto applicato ad alcune delle industry più significative del Paese: sono solo alcuni degli strumenti sviluppati dall'azienda nata dall'unione di Hbk e B&K. Ne parliamo con Gian Luca Marengo, sales manager della filiale italiana, che presenterà le ultime novità di prodotto e di servizio alla Fiera A&T 2021 (10-12 febbraio), quest'anno in un format virtuale studiato per rendere l'interazione ancora più efficace che quella fisica

Offrire un insieme organico di soluzioni per prove e misure che coprono tutto il ciclo di vita dei prodotti, unendo il mondo fisico dei sensori e dei test con il mondo digitale della simulazione, del software di modellazione e di analisi dei dati. È questo l’obiettivo di Hbk (gruppo Spectris) la nuova compagine aziendale nata nel luglio scorso dall’unione di Hbk e B&K, storiche aziende, la prima tedesca, la seconda danese, che forniscono rispettivamente sensori, trasduttori, estensimetri, amplificatori, sistemi di acquisizione dei dati, software di analisi e apparecchiature per misurare vibrazioni e rumore, sistemi di test e taratura. Per Hbk Italia, l’integrazione si traduce in un fatturato complessivo di 14 milioni di euro e consentirà di sviluppare sinergie che permetteranno di estendere e consolidare la presenza in una pluralità di settori: dall’automotive all’aerospace, dai trasporti al monitoraggio di costruzioni civili, dal farmaceutico al food & beverage.

«Siamo oggi nella condizione di fornire ai nostri clienti – siano essi end user, system integrator od oem – un unico punto di accesso per acquisire tutta la tecnologia – sia hardware che software – per effettuare misure diversificate», afferma Gian Luca Marengo, sales manager della filiale italiana. Come emerge con forza dall’intervista, il mondo della misurazione sta diventando sempre più ibrido: fisico e digitale non sono mutuamente esclusivi. L’uno e l’altro sono destinati a convivere e continueranno a esserlo. Insomma, l’assioma di fondo su cui si regge il modello di business di Hbk è che l’affermazione del digitale rende imprescindibile la misura fisica. E per chi produce sensoristica non è un vantaggio da poco.







 

Appuntamento ad A&T per scoprire tutte le novità di Hbk

Luciano Malgaroli, ceo A&T, la grande manifestazione delle tecnologie Automation & Testing (ma anche 4.0, robotica, automazione) che si terrà dal 10 al 12 febbraio, in un formato virtuale studiato per rendere l’interazione molto “da vicino” e più ricca ancora di quella personale. Le imprese e il grande pubblico avranno a disposizione una piattaforma innovativa che consentirà loro non solo di fruire di tutti i contenuti che abitualmente fanno parte del programma della manifestazione, ma di entrare direttamente e digitalmente all’interno delle aziende e conoscerne le caratteristiche tecnologiche: qui l’articolo di approfondimento sulla fiera. Ad A&T Hbk presenterà le sue ultime novità

 A&T, la fiera dell’Automazione & Testing che quest’anno si svolgerà in modalità online nei giorni 10-12 febbraio, sarà la vetrina in cui verrà presentata al pubblico l’intera estensione della gamma prodotti e soluzioni della nuova compagine aziendale. Nello stand digitale di Hbk si avvicenderanno esperti e partner che racconteranno le esperienze più innovative realizzate in Italia e a livello internazionale con interventi live dallo stesso stabilimento di produzione in Germania e Stati Uniti. La manifestazione, punto di riferimento per il mondo dell’automazione e degli strumenti di misura, della logistica, della produzione e dell’informatica, da sempre svolta all’Oval Lingottto di Torino, si presenta in un format inedito e unico nel suo genere, pensato per favorire il business e mettere al centro le tecnologie industriali e i lavoratori. Nel corso dell’evento, le imprese e il grande pubblico avranno a disposizione una piattaforma digitale innovativa che consentirà loro non solo di fruire di tutti i contenuti che abitualmente fanno parte del programma della manifestazione, ma di entrare direttamente e digitalmente all’interno delle aziende e conoscerne le caratteristiche tecnologiche (qui l’articolo di approfondimento). «Non potevamo rimanere ancorati a un modello organizzativo identico al passato – ha dichiarato Luciano Malgaroli, ceo di A&T – per questo abbiamo pensato di costruire una manifestazione che mantenesse intatta la propria vocazione di fiera dedicata alle tecnologie e alle competenze 4.0 e al tempo stesso permettesse alle imprese e ai visitatori di vivere un’esperienza nuova, attraverso una piattaforma digitale che non andasse a sostituire nulla ma aumentasse le possibilità di conoscere le innovazioni tecnologiche direttamente all’interno delle fabbriche, grazie al dialogo a distanza ma reale con imprenditori, manager e tecnici di produzione».

 

Prove fisiche e virtuali. Il digitale sta prendendo il sopravvento?

Sono circa trent’anni che lavoro in questo settore e già all’epoca si pensava che le misure sperimentali sarebbero state soppiantate da quelle numeriche. In realtà entrambi i mondi, sia quello digitale/numerico sia quello sperimentale si sono evoluti diventando di fatto complementari. Il motivo è semplice: i modelli numerici e analitici si nutrono di dati di prova per creare modelli matematici affidabili. Conoscendo la geometria del componente, le caratteristiche del materiale utilizzato si può predire la vita a fatica del componente attraverso software nCode. Penso per esempio alla pala di un elicottero, che chiaramente è un componente soggetto a stress notevoli. Ebbene, componenti come questi possono essere progettati con simulatori numerici ma le prove sperimentali rimangono imprescindibili (le stesse normative di sicurezza le richiedono). La sua domanda è quindi mal posta poiché il digitale si afferma in virtù di un’elaborazione di dati fisici. Il nostro compito è rendere queste due componenti sempre più sinergiche e strettamente integrate.

 

Quindi, il futuro è nella misurazione ibrida ….

Gian Luca Marengo, sales manager della filiale italiana di Hbk

Direi proprio di sì. Nel campo aerospaziale entrambe risultano importanti e hanno ugual peso. In un prossimo futuro è verosimile che la quota digitale prevarrà. Sicuramente si andrà verso una riduzione dei test sperimentali a vantaggio di un maggiore utilizzo della simulazione pura poiché questo significa ridurre significativamente i costi di progettazione e di produzione (si riducono i numeri di prototipi), ma i test fisici rimarranno per lunghissimo tempo. Le misure sperimentali, soprattutto su componenti nuovi o nel caso di modifiche di sistemi esistenti lo richiedono. Per studiare un componente bisogna sensorizzarlo, rilevarne i dati e analizzarli. È la stessa logica che viene utilizzata nel digital twin, che esegue una simulazione in funzione di modelli matematici basati su dati fisici acquisiti da sensori. Lunga vita al digital twin, quindi, e lunga vita alla misura.

 

L’ampia gamma di sensori di cui ora disponete, grazie anche all’integrazione dell’offerta B&K,vi permette quindi di spaziare su una molteplicità di mercati….

Sì, esatto. Un esempio è il mondo del monitoraggio di costruzioni civili come ponti gallerie e viadotti, basato sulla misura delle tensioni e delle vibrazioni e sulla risposta strutturale in termini di accelerazioni e di altri parametri fisici. Un’attività che permette di ottenere dati rappresentativi sullo stato di salute della struttura capaci di segnalare in maniera tempestiva l’insorgenza di fenomeni di danno o degrado. Ecco, quindi l’importanza di avere la catena di misura completa (sensori, sistemi di acquisizione dati e software) per fare delle predizioni sulla vita di strutture che in Italia iniziano ad avere una serie di problematiche, considerato che per la maggior parte sono state costruite più di 50 anni fa. In questo senso, lo scopo della misura è estendere la vita con una manutenzione preventiva e correttiva.

 

Potremmo estendere lo stesso esempio ai controlli che vengono fatti su pezzi in produzione?

Certo, esiste una certa analogia. Ad esempio, sulle linee di assemblaggio in ambito automotive sono presenti stazioni dove vengono eseguiti collaudi mentre la produzione avanza. Tutto questo aiuta a creare una logica industriale di tipo closed loop: il reparto prove esegue misure fisiche che vengono fornite al reparto progettazione che le utilizza in digitale per ottimizzare il design e l’ingegnerizzazione del prodotto. Quello che richiedono le aziende è quindi una forte integrazione tra dati sperimentali e dati derivati da modelli matematici

Dall’automotive all’aerospace, dai trasporti al monitoraggio di costruzioni civili, dal farmaceutico al food & beverage: sono tanti i settori in cui opera Hbk

Siete anche focalizzati sulle misure elettriche?

Certo poiché il fenomeno dell’elettrificazione è ormai pervasivo. È un mercato che offre opportunità interessanti poiché possiamo rendere disponibili soluzioni per misurare la potenza elettrica, rumore e vibrazione su sistemi di trasmissione elettrica ed inverter. Applicazioni che si affermano nell’automotive così come in tantissime altre realtà dove un tempo l’azionamento era garantito da tutta una serie di componenti meccaniche e oleodinamiche. Si va verso l’elettrico e strumenti come il nostro sistema eDrive dedicato all’“electric power testing” è perfettamente allineato alle esigenze che vengono sollevate in questi contesti.

Hbk (gruppo Spectris) è la nuova compagine aziendale nata nel luglio scorso dall’unione di Hbk e B&K, storiche aziende, la prima tedesca, la seconda danese, che forniscono rispettivamente sensori, trasduttori, estensimetri, amplificatori, sistemi di acquisizione dei dati, software di analisi e apparecchiature per misurare vibrazioni e rumore, sistemi di test e taratura. Per Hbk Italia, l’integrazione si traduce in un fatturato complessivo di 14 milioni

E cosa cambia nella sensoristica?

Nell’ultimo periodo la tecnologia si è molto evoluta. Fino a non molto tempo fa ci si accontentava di dati quantitativi e non qualitativi. Adesso si tendono a utilizzare sensori più intelligenti, in grado di rilevare un evento ma anche di apprezzarne i dettagli che permettono di prendere una serie di decisioni. Grazie a una nuova generazione le possibilità di utilizzo sono davvero infinite. Basti pensare che sensori a tecnologia ottica vengono utilizzati per preservare la conservazione di beni artistici. In questo caso si sfruttano sensori di misura basati sulla rifrazione della luce che riescono a rilevare micro-deformazioni che prevengono il deterioramento dell’oggetto sia esso un dipinto o una statua. Un mercato di nicchia, certo, ma molto interessante. Un altro interessante settore, che rappresenta una parte importante del nostro fatturato, deriva dall’applicazione di sensori nella gestione di processo, tipicamente in ambito farmaceutico e food & beverage. In queste applicazioni i sensori di carico rilevano la quantità esatta del prodotto che deve essere confezionato, e verificano in tempo reale che questo avvenga nei parametri di tolleranza consentiti.

 

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