Il Digital Innovation Hub Lombardia scalda i motori e si prepara all’ingresso in Ue

di Laura Magna ♦︎ Il Dih presieduto da Gianluigi Viscardi (ceo di Cosberg) punta tutto sulla digital transformation delle filiere. Anche per favorire il ritorno in Italia della produzione. Ora vuole entrare nella rete dei Dih europei. La parola al presidente

Gianluigi Viscardi, ceo di Cosberg e presidente del Digital Innovation Hub Lombardia

Digitalizzazione delle filiere lombarde, focus sul reshoring (resa possibile dall’automazione) e un forte impegno per essere accreditati all’interno della digital hub europei. Sono queste le tre direttrici di azione attorno a cui si snoderà l’attività del prossimo triennio del Digital Innovation Hub Lombardia, alla cui presidenza è stato appena confermato Gianluigi Viscardi, ceo di Cosberg, azienda nel settore delle macchine per l’automazione dei processi di montaggio.

Viscardi è inoltre coordinatore di tutta la rete dei Dih di Confindustria e vice presidente del Cluster Tecnologico Nazionale Fabbrica Intelligente (Cfi, l’associazione di oltre 300 fra grandi, piccole e medie aziende, università ed enti di ricerca che riunisce tutte le anime del manifatturiero avanzato con la finalità di favorire il rafforzamento della competitività industriale italiana sui mercati, dialogando con le istituzioni). Con Viscardi abbiamo parlato di quello che il Digital Hub Lombardia ha fatto nei primi anni di vita e dei progetti che intende portare avanti nel prossimo futuro.







Cosa sono i Dih e come funziona il Dih Lombardia

Una premessa è d’obbligo, per ricordare cosa sono i Digital Innovation Hub (Dih), istituiti nel 2017 con il primo pacchetto Industry 4.0 di Calenda. Parliamo dello sportello sul territorio attraverso cui le pmi compiono il primo passo verso la digitalizzazione: il Dih valuta lo stato dell’arte della azienda e la indirizzarla laddove vi possano essere competenze o servizi necessari a rispondere alla sua domanda; se ha necessità di accedere al credito per il 4.0, per esempio, la destinazione può essere una banca; se necessita di strutturare un piano di acquisto di tecnologie 4.0 sarà inviata a una società di consulenza o a un Competence center. Competence Center e Dih sono due nodi della stessa rete: uno dirige il traffico delle imprese per incanalarle nella direzione corretta, l’altro riceve quelle che hanno bisogno delle competenze e lavora sulle necessità di informazione, formazione e trasferimento delle tecnologie.

«Il Dih è il medico di base della pmi, che effettua la diagnosi e poi rimanda allo specialista che strutturerà la terapia. Il check-up è del tutto gratis, esattamente come nella sanità pubblica: per fornire il servizio Confindustria ha investito un budget importante da parte di tutte le territoriali, andando a costituire 22 Dih Regionali (tutti inseriti nel catalogo della commissione europea) e ha attivato un modello di servizio comune sul territorio nazionale che ha una sintesi nell’utilizzo di un’ unica piattaforma per le attività di assessment. Per garantire il corretto funzionamento è inoltre operativo un coordinamento nazionale che si riunisce una volta al mese. Si tratta di un passaggio necessario perché in questo momento c’è molta offerta sulla digitalizzazione e gli imprenditori hanno bisogno di essere accompagnati. L’accesso al sistema è allargato a tutti, anche alle imprese non associate a Confindustria», sintetizza Viscardi. «Il percorso inizia con l’assessment sviluppato da Assoconsult e Politecnico di Milano: si tratta di un esame che consente di misurare la maturità digitale delle aziende in relazione ai vari macroprocessi con lo scopo di capire, da un lato, la posizione di partenza delle singole imprese e orientarle, e dall’ altro di raccogliere dati che saranno utili per stimare il posizionamento del sistema industriale italiano e per strutturare gli indirizzi strategici che muoveranno il processo di digitalizzazione nel Paese».

La Lombardia, oltre alla sede centrale di Milano, ha antenne territoriali su tutto il territorio lombardo. Al Dih lombardia partecipano come founding members tutte le associazioni territoriali del sistema Confindustria Lombardia. Al Dih lombardi da inizio 2018 si sono rivolte circa 2mila aziende e 300 hanno svoltole attività di assessment; abbastanza per poter tracciare un primo, seppure parziale, bilancio.

 

Il percorso di trasformazione digitale di un’impresa, indipendentemente dalla sua dimensione o dalla Industry di appartenenza, prevede la necessità di competenze che difficilmente si possono trovare all’interno di un’unica organizzazione. Per questo il Dih Lombardia collabora a ogni livello con la rete dei Competence Center, con i Cluster tecnologici regionali, le Università, Regione Lombardia

Un bilancio dei primi tre anni

«Il Dih Lombardia è nei fatti una startup operativa da solo 3 anni. Sono stati tre anni caratterizzati da molto entusiasmo e da un importante impegno economico che tutte le Associazioni Territoriali che fanno capo a Confindustria Lombardia hanno messo in campo. Avendo in mente fin dall’inizio che il tema della digitalizzazionedeve coinvolgere il massimo numero di aziende con un’offerta di servizi di valore da parte del Dih Lombardia», spiega Viscardi. Che sottolinea fortemente come il Dih non venda nulla, sia del tutto indipendente da “soluzioni” di qualsiasi tipo e quindi realmente dalla parte dell’impresa.

«Il tipo di attività che eroghiamo vede nella competenza il fattore distintivo. Il percorso di trasformazione digitale di un’impresa, indipendentemente dalla sua dimensione o dalla Industry di appartenenza, prevede la necessità di competenze che difficilmente si possono trovare all’interno di un’unica organizzazione. Per questo motivo fin da subito, ma ancora in modo più marcato nei prossimi anni, sarà fondamentale la piena collaborazione a ogni livello con la rete dei Competence Center, con i Cluster tecnologici regionali, le Università, Regione Lombardia, solo per citarne alcuni. Abbiamo inoltre messo a punto lo strumento del report “tailor made” per ogni singola azienda, che partendo dal livello di maturità dell’impresa suggerisce una roadmap di implementazioneche prende in considerazione non solo il contesto della singola azienda ma anche i trend del settore a cui l’azienda appartiene. Con la roadmap che il Dih Lombardia rilascia, siamo in grado di accompagnare successivamente le imprese ai Competence Center con la possibilità di attivare quindi attività progettuali specifiche, in perfetta coerenza con il modello descritto nel Piano nazionale Industria 4.0».

Per raggiungere l’obiettivo che i Dih si pongono ci vogliono soldi, ma anche idee e persone. «Dell’ammontare dell’investimento abbiamo detto, le idee arrivano dalla consulenza a 360 gradi che forniamo alle aziende: molti imprenditori hanno provato un metodo di lavoro che li ha soddisfatti, un metodo scientifico che oggi vogliamo proporre come standard a livello nazionale per tutti i Dih», dice Viscardi.

L’approccio del Dih Lombardia all’Industria 4.0. Il Dih Lombardia è andato oltre i confini europei presentando in Cina il Piano Industria 4.0 ed il modello del Dih Lombardia ad una bilaterale sui temi della Manifattura smart

Il convolgimento dei manager

Dopo aver lavorato con il Dih l’impreditore e il suo staff di manager è consapevole di dove sia e può partire, ma ovviamente molte imprese si fermano a questo punto e per questo un ulteriore servizio offerto dal digital hub è la collaborazione con i Competence Center, dove le imprese vengono accompagnate, pur restando libere di rivolgersi a qualunque ente ritengano adatto a erogare servizi che rispondono alle loro esigenze.

Soldi, idee e persone, si diceva. Le persone, i medici di base, sono state individuati dal Dih Lombardia e da Viscardi in manager della grande industria che vengono remunerati con le politiche attive del lavoro. «Abbiamo appena firmato un accordo e siamo partiti con 100 manager a disposizione del Dih Lombardia formandoli sulle esigenze delle pmi che dovranno andare a managerializzare. Questo progetto formerà i manager, a disposizione delle antenne territoriali, sulle attività di assessment e sulla definizione della relativa roadmap per le aziende lombarde. Il progetto inoltre mette a disposizione delle aziende una serie di giornate con questi manager – 10 giornate continuative per dieci progetti – a supporto di attività che potrebbero nascere a valle della roadmap. in questo modo andremo a creare un collegamento tra il manager e l’impresa, una sorta di partnership», spiega Viscardi.

 

Il prossimo triennio all’insegna della digitalizzazione delle filiere

Nel prossimo triennio di presidenza, Viscardi ha intenzione di sviluppare tre attività, la prima è quella che mira a digitalizzare le filiere. L’apripista è stata Ansaldo Energia, la fabbrica faro che ha cominciato ad analizzare la digitalizzazione della filiera, dove le pmi entrano solo in virtù del costo (e il costo si abbassa solo con la digitalizzazione). Con il Covid e le filiere che diventano più corte, deve aumentare il valore aggiunto della stessa filiera.

«Abbiamo analizzato i fornitori della filiera, il loro grado di maturità digitale e i processi connessi: lo abbiamo fatto con Ansaldo Energia, con Abb, la Filodoro di Como e ora lo stiamo facendo con Leonardo». Il nuovo servizio di Dih Lombardia integra al test 4.0 dunque un cockpit di filiera orientato a evidenziare le logiche che sono alla base della supply chain.

Il Mise ha emanato il decreto per la manifestazione di interesse per la costituzione dei poli di innovazione, che verranno candidati in Europa per essere scelti per entrare nella rete dei digital hub europei (Edih). Il Dih Lombardia partecipa in cordata con il Made e con la collaborazione dei cluster

… anche per favorire il reshoring

Un altro tema sollevato dal Covid e che la digitalizzazione può spingere è quello del reshoring, verso cui si orienterà l’attività di Dih Lombardia nel prossimo triennio. «Se ne parla molto nell’era del Covid, come di possibile soluzione per evitare nuove rotture della supply chain», dice Viscardi. «Ovviamente esiste un tema non banale di costi che si risolve solo con l’automazione. L’automazione rende possibile fare il reshoring perché abbatte i costi di produzione ma anche perché consente di avere aziende flessibili, riconfigurabili. In questo modo il ritorno in patria delle produzioni diventa alla portata anche delle pmi italiane. Stiamo mettendo giù dei piani per aiutare le imprese a valutare l’idea, e in funzione della nostra esperienza e in collaborazione con il Competence center Made stiamo preparando un servizio su questo fornendo, come di consueto, assessment e roadmap».

 

Pronti all’ingresso in Ue, con la rete dei digital innovation hub europei

Lo scorso 17 agosto il Mise ha emanato il decreto per la manifestazione di interesse per la costituzione dei poli di innovazione, che verranno candidati in Europa per essere scelti per entrare nella rete dei digital hub europei (Edih). È una tappa importante perché equivale a un potenziamento di tutto l’ecosistema. Il Dih Lombardia partecipa in cordata con il Made e con la collaborazione dei cluster «in un’ottica che è molto lontana da quella del campanile. In Italia ci sono 258 Dih – di cui 22 di Confindustria: sono certo che molti tenteranno la strada dell’Europa, ma credo che noi siamo quelli che hanno i miglior track record e le caratteristiche giuste per accreditarci in seno all’Ue». La gara per la partecipazione si è chiusa il 24 settembre. Oltre ai Dih, sono sorte in parallelo reti sovrapponibili, come i Pid delle Camere di Commercio. Ma «i Dih sono le uniche organizzazione di supporto alla strategia digitale che godano di un riconoscimento in Europa: il Dih Lombardia è registrato nel Catalogo della Commissione Europea dei Dih Eu, il che è un passaggio importante anche nell’ottica di futuri finanziamenti per lo sviluppo», afferma Viscardi.

Rete DIH Confindustria. In Italia ci sono 258 Dih – di cui 22 di Confindustria

Che tiene a precisare come il Dih lombardia abbia da sempre «presidiato anche il contesto Internazionale, partecipando agli incontri organizzati dalla Commissione Europea sui temi della trasformazione digitale e dei Digital Innovation Hub, oltre che agli incontri della Trilaterale, Italia, Germania, Francia per la condivisione delle esperienze sui vari temi legati ad Industria 4.0. In Europa, abbiamo anche iniziato a raccogliere i primi risultati e riconoscimenti, entrando a far parte della rete dei 30 Dih, selezionati dalla Commissione Europea, specificatamente per creare una rete per la diffusione dell’Intelligenza Artificiale nelle Piccole e medie imprese. Siamo andati anche oltre i confini europei presentando in Cina il Piano Industria 4.0 ed il modello del Dih Lombardia ad una bilaterale sui temi della Manifattura smart. Abbiamo inoltre accompagnato più di 40 imprenditoriin visitein centri avanzati di trasformazione digitale e di Intelligenza Artificiale negli Usa e in Cina. Insomma la storia dimostra che abbiamo le carte in regola per essere un riferimento anche in un contesto più ampio di quello italiano».














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