Fincantieri, ennesimo stop alla trattativa

di Marco Scotti ♦︎ Da tre anni l’azienda guidata da Giuseppe Bono dovrebbe acquistare il 50% dell’impresa che si occupa di cantieristica controllata dal governo francese. Ma c’è sempre qualche intoppo sulla strada…

ad di Fincantieri
Giuseppe Bono, ad di Fincantieri

Un altro capitolo, l’ennesimo, di una vicenda che si trascina da tre anni e che sta iniziando a diventare imbarazzante. Fincantieri, l’azienda controllata dallo stato e guidata da Giuseppe Bono, già nel 2017, per la precisione a settembre, aveva raggiunto un accordo per l’acquisto del 50% di Chantiers de l’Atlantique (Stx). L’intesa era stata raggiunta e avrebbe messo Fincantieri in una posizione ancora più preminente: a Saint-Nazare, infatti, vengono costruite le maxi navi da crociera. Già per arrivare all’accordo c’era stato parecchio “movimento”, poiché lo stato francese non voleva che Fincantieri avesse la preminenza.

La Francia detiene l’84,3% di Stx e aveva alla fine strappato un accordo alla pari che doveva essere finalizzato entro il 31 ottobre. Ora però questo termine è slittato fino al 31 dicembre di quest’ano. Perché? L’Europa non si è ancora pronunciata, da un anno a questa parte, e continua a rimandare il verdetto. Per assurdo, come riporta La Stampa, tra Naval Group (altra partecipata francese) e la stessa Fincantieri è stato raggiunto un accordo di joint venture nonostante sembrasse molto più complesso.







Seven Seas Splendor di Fincantieri

Quello che è sicuro è che nessuno in Francia è favorevole all’ingresso di Fincantieri: non è un caso che l’italiana abbia (o meglio avrebbe) diritto solo al 50% della società, mentre il restante 1%, necessario per il controllo, verrebbe prestato allo stato francese che potrebbe decidere di revocarlo se gli italiani non rispettassero gli impegni presi. Quali? Prima di tutto il mantenimento della manodopera e degli attuali livelli occupazionali. I francesi, dunque, in barba a qualsiasi legge di concorrenza e di non ingerenza dei paesi sovrani, hanno un potere di veto potentissimo che stanno già usando. Non è un caso che se l’unione stenta a decollare è proprio perché Parigi non sembra particolarmente interessata alla cosa. In realtà, neanche l’Italia, forse troppo presa negli ultimi mesi a gestire la pandemia da Coronavirus.

Da notare, tra l’altro, come proprio il Covid-19, che pure poteva sembrare un autentico killer per il settore della crocieristica, si sia dimostrato molto meno “severo” del previsto. I cantieri di Stx, ad esempio, hanno ordini per lavorare a pieno ritmo fino al 2026. Non solo: negli ultimi mesi non hanno ricevuto nessuna disdetta.














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