Federmacchine, 2022 molto positivo: fatturato di settore a +8,1% (54.106 milioni)

Il risultato complessivo è stato determinato principalmente dall’andamento delle consegne sul mercato interno: +14,7%. Più contenuta la stima per il 2023 (+3%)

2022 da ricordare per l’industria italiana costruttrice di beni strumentali: fatturato in crescita dell’8,1% rispetto al 2021, a 54.106 milioni di euro. È quanto emerge dalle rilevazioni effettuate dal Gruppo Statistiche Federmacchine, la federazione delle imprese costruttrici di beni strumentali.

«Il 2022 è stato un anno positivo per l’industria italiana del bene strumentale intesa nel suo complesso – commenta Giuseppe Lesce, presidente Federmacchine – Il comparto ha infatti raggiunto livelli di fatturato e consumo mai registrati prima e nel 2023 il trend dovrebbe proseguire, seppure a ritmo più contenuto. Le aziende hanno infatti portafogli ordini davvero ricchi e, nonostante le problematiche con cui tutti noi dobbiamo confrontarci, quali mancanza di componenti elettriche e elettroniche, caro energia e incertezza determinata dal conflitto tra Russia e Ucraina che ancora non si arresta, ci aspettiamo ancora mesi di crescita».







Secondo i preconsuntivi, nel 2022, il fatturato dell’industria italiana di settore è cresciuto a 54.106 milioni di euro, l’8,1% in più rispetto al 2021. Il risultato complessivo è stato determinato principalmente dall’andamento delle consegne sul mercato interno, cresciute a 19.733 milioni di euro, pari al 14,7% in più rispetto all’anno precedente; più contenuta è risultata la crescita dell’export che è salito, del 4,7%, a 34.373 milioni di euro.

«La mancanza di componenti ha, almeno in parte, ridotto il fatturato 2022 e oggi rischia di complicare l’attività delle nostre aziende anche per i prossimi mesi. Molte aziende hanno, infatti, i magazzini pieni in attesa di ricevere le parti mancanti per completare la costruzione dei macchinari già praticamente pronti e consegnarli ai clienti. Anche per questo – aggiunge Giuseppe Lesce – accogliamo con favore la proposta fatta dalla maggioranza di governo, e che dovrà essere poi discussa in Parlamento, di prevedere nella Legge di Bilancio 2023 lo spostamento, dal 30 giugno 2023 al 31 dicembre 2023, del termine di consegna dei macchinari e delle tecnologie ordinate entro fine 2022 e per le quali è stato versato acconto del 20%».

Il consumo italiano di macchinari, anche grazie ai provvedimenti di incentivo 4.0, è risultato particolarmente vivace: con una crescita del 17,9% ha raggiunto il valore di 31.688 milioni di euro, trainando non solo le consegne interne ma anche l’import, cresciuto, del 23,5%, a 11.955 milioni di euro. Nel 2023, proseguirà il trend positivo, sebbene la crescita avrà ritmo più contenuto, complice l’incertezza che interessa l’intero scenario internazionale. In particolare, il fatturato crescerà a 55.861 milioni di euro, il 3,2% in più rispetto al 2022. Dello stesso tenore saranno gli incrementi registrati dagli altri indicatori economici.  L’export è atteso in crescita, del 3%, a 35.395 milioni di euro; le consegne interne saliranno a 20.466 milioni, il 3,7% in più rispetto al valore registrato nel 2022. Anche la domanda interna salirà ancora (+3,1%) attestandosi a 32.679 milioni di euro.

«Infine – conclude Giuseppe Lesce – auspichiamo che l’Europa dia il via libera all’utilizzo da parte dell’Italia, dei fondi non spesi previsti dal Pnrr per il 2022 e destinati ai provvedimenti 4.0. Con queste risorse potrebbe infatti essere finanziato (anche) il mantenimento delle aliquote al 40% del credito di imposta per gli investimenti in nuove tecnologie di produzione, così da sostenere il mercato domestico ancora particolarmente vivace. Il dimezzamento previsto dell’aliquota, che senza interventi, a gennaio 2023, passerà dal 40% al 20%, potrebbe congelare la domanda interna, bloccando di fatto, il processo di svecchiamento e transizione digitale ora nel pieno del suo dispiegamento. Un rischio, questo, che non possiamo assolutamente correre».














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