Federbeton: la filiera del cemento e del calcestruzzo ha investito 110 milioni nella sostenibilità

Gli investimenti hanno consentito di evitare di immettere 311.615 tonnellate di CO2, ma per cogliere le opportunità bisogna snellire le procedure burocratiche per le autorizzazioni

Rapporto di Sostenibilità di Federbeton.

Federbeton ha presentato il suo primo rapporto di sostenibilità di filiera, che analizza quanto fatto nel trienno 2017-2019 nella filiera del cemento e del calcestruzzo: sono stati investiti oltre 110 milioni di euro in tecnologie per migliorare la sostenibilità, utilizzate 420.000 tonnellate di combustibili di recupero e recuperate 1,6 milioni di tonnellate di materiali alternativi usati in sostituzione di calcare e altre materie prime. L’insieme di questi sforzi ha consentito di evitare di immettere in atmosfera 311.615 tonnellate di CO2, con un miglioramento del 11,9% della performance ambientale rispetto al 2018, grazie alla biomassa presente nei combustibili di recupero. Secondo Federbeton, però, le potenzialità del comparto sono ben più elevate, ma affinché queste possano tradursi in reale opportunità è necessario procedere con interventi che sblocchino, a livello autorizzativo e burocratico, la transizione verso un grado sempre maggiore di sostenibilità.

Gli ambiti nei quali il divario è più evidente sono due: l’utilizzo di combustibili di recupero contenenti biomassa in sostituzione delle fonti fossili, come il CSS (Combustibile Solido Secondario), e l’impiego dei rifiuti da costruzione e demolizione come aggregati per la produzione di calcestruzzo strutturale.







Il primo è uno dei principali strumenti a disposizione dell’industria del cemento per ridurre, in tempi brevi e compatibili con gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dalla UE, le proprie emissioni di CO₂. La fotografia restituita dal Rapporto di Sostenibilità mostra un’industria che esprime un tasso di sostituzione del 20,3%, in un contesto europeo dove la media è sensibilmente più alta (47%). Di contro, da un punto di vista tecnologico, gli impianti italiani sono già attrezzati per sostenere un tasso pari almeno al 50%.
Situazione simile si riscontra per l’utilizzo dei rifiuti da costruzione e demolizione come aggregati per la produzione di calcestruzzo. Tale pratica consentirebbe al comparto di impiegare come risorsa materiali altrimenti destinati alla discarica. Da una stima Federbeton emerge che, considerando un tasso di sostituzione medio del 30% del materiale naturale con quello riciclato e una produzione di circa 28 milioni di metri cubi di calcestruzzo (dato 2019), si potrebbe ottenere un risparmio di aggregati naturali di oltre 15 milioni di tonnellate. Vale a dire un mancato conferimento in discarica di materiali di scarto del settore delle costruzioni e demolizioni pari a circa il 10% del quantitativo totale di rifiuti speciali che ogni anno sono prodotti in Italia.

Le proposte di Federbeton per cambiare passo sono le seguenti:

  • Uno strumento normativo che semplifichi l’utilizzo del CSS Combustibile o End of Waste, come definito dal D.M.22/2013, specificando che l’introduzione di tale combustibile sia praticabile attraverso una comunicazione all’autorità competente per l’aggiornamento dell’AIA dell’impianto;
  • Promuovere la consapevolezza tra i cittadini sull’importanza e la sicurezza della valorizzazione energetica dei combustibili di recupero in cementeria;
  • Prevedere finanziamenti agevolati per gli impianti di produzione di aggregati riciclati e IVA agevolata su tali prodotti, per aumentare le percentuali di sostituzione degli aggregati naturali;
  • Implementare, in aggiunta alla demolizione selettiva, centri di raccolta dei rifiuti delle costruzioni e demolizioni sul territorio, come modalità per separare in modo efficace le frazioni inerti utilizzabili nel cemento e nel calcestruzzo strutturale dagli altri costituenti;
  • Aumentare la tassazione per il conferimento in discarica, ancora troppo conveniente rispetto al riciclo dei materiali.

«Il Rapporto di Sostenibilità 2019 ci restituisce una fotografia del comparto del cemento e del calcestruzzo come attore protagonista e propositivo dell’economia circolare. A fronte di un investimento di oltre 110 milioni di euro nell’ultimo triennio, abbiamo registrato un aumento del tasso di utilizzo dei combustibili di recupero che ha permesso di evitare emissioni di CO₂, con un miglioramento del 11,9% rispetto all’anno precedente», ha  commentato Antonio Buzzi, vice presidente di Federbeton e Coordinatore della Commissione Ambiente ed Economia Circolare.

 














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