Fanuc Italia: fatturato su del 28%, a quota 173 milioni

A livello globale l’azienda ha chiuso l’anno fiscale con un fatturato di 6,39 miliardi di dollari, mentre in Europa i ricavi ammontano a 960 milioni di euro

Marco Delaini, Managing Director di Fanuc Italia

Il 2021 è stato un buon anno per Fanuc, che a livello globale ha registrato un fatturato di 6,39 miliardi di dollari. I ricavi in Europa ammontano a 960 milioni di euro mentre in Italia il fatturato è di 173 milioni, con una crescita del 20% rispetto al 2020 e del 28% rispetto al 2019.

Complessivamente la raccolta ordini ha registrato la domanda di oltre 6.500 unità, segnando un +82% rispetto al 2020: dati che si inseriscono in uno scenario di mercato dominato da un vero e proprio record storico nella richiesta di robot.







Secondo recenti dati Siri (Associazione italiana di robotica e automazione), complessivamente nel nostro Paese i robot installati nel 2021 sono stati oltre 11.500, il 50% in più rispetto al 2020. Dal 2008 al 2021 il tasso medio di crescita è stato pari al 7,5% e le prospettive di crescita per il 2022 si mantengono alte, con un tasso di incremento a due digit per quanto riguarda il volume d’affari generato.

Fanuc e sostenibilità

Tre i pillar su cui è impostata la strategia aziendale: Innovazione e Resilienza, Centralità dell’uomo e Sostenibilità.
Il primo punto si declina in scelte tecnologiche che permettono un adattamento veloce dei sistemi Fanuc alle diverse esigenze di mercato. A questo si affianca la capacità di garantire nuovo valore grazie a soluzioni di automazione altamente intelligenti, in grado di scambiare grandi quantità di dati in tempo reale e migliorare i processi attraverso l’auto-ottimizzazione. A consentirlo, in particolare, è una rete digitale composta da sensori, motori e tecnologia robotica che, attraverso l’IIoT (Internet delle Cose per l’Industria) e l’Ia (Intelligenza Artificiale), è in grado di abilitare fabbriche intelligenti e rilevare in modo proattivo potenziali problemi, adottare contromisure prima che si verifichino fermi macchina e rivedere i risultati operativi, confrontando i risultati della produzione con i piani previsti al fine di ottimizzare l’uso delle risorse dell’intera fabbrica.

Il secondo pilastro della strategia Industry 5.0 di Fanuc è rappresentato dalla centralità delle persone. L’uomo e le sue esigenze sono, infatti, poste al centro di ogni processo di innovazione e questo non solo attraverso la messa a punto di robot collaborativi all’avanguardia tecnologica e capaci di rispondere alle esigenze di qualsiasi settore industriale, ma anche attraverso percorsi formativi altamente qualificanti per ogni risorsa. Percorsi che Fanuc rivolge anche alle scuole, dimostrando un forte impegno nei confronti delle nuove generazioni grazie a iniziative concrete che hanno l’obiettivo di colmare lo skills shortage, consolidare la sinergia scuola-lavoro e rafforzare il Sistema Paese innestando giovani talenti nel settore manifatturiero. Oltre a collaborare con le maggiori Università Italiane e gli Its, Fanuc Italia è inoltre socio delle fondazioni Its Meccatronica Lombardia e Its Nuove Tecnologie della Vita.

L’ultimo pilastro della strategia Industry 5.0 di Fanuc è rappresentato dalla sostenibilità. Già oggi i prodotti Fanuc utilizzano l’energia nel modo più efficiente possibile, contribuendo a ridurre in modo consistente l’impronta di carbonio nelle sue produzioni e in quelle dei propri clienti. L’azienda è, poi, costantemente impegnata a ridurre i materiali di imballaggio monouso dei propri prodotti, a limitare il proprio consumo di elettricità passando all’utilizzo di energia rinnovabile entro il prossimo decennio, a ridurre l’impiego di acqua dolce entro il 2025 e a essere definitivamente carbon neutral entro il 2050.

«L’obiettivo di Fanuc è ambizioso: estendere ulteriormente la produzione di robot da 11.000 a 14.000 unità mensili, sfruttando in modo intelligente gli spazi all’interno degli stabilimenti produttivi e automatizzando ancora di più i processi, in modo da coprire la domanda per i prossimi anni», afferma Marco Delaini, managing director di Fanuc Italia. «L’Italia rappresenta un Paese e un mercato pieno di risorse. Spesso i centri di R&D giapponesi guardano al vecchio continente e, in particolare, al mercato tedesco e a quello italiano quali fari dell’innovazione. Vogliamo, quindi, investire nella valorizzazione del nostro “genio” e consentire alle nostre imprese locali di resistere ai diversi scenari economici grazie all’automazione e alla robotizzazione. Per rimanere competitive, le industrie e le Pmi hanno, infatti, la necessità di produrre quantità di beni fortemente variabili, garantendo la massima qualità. Spesso gli investimenti in automazione si ripagano in meno di un anno, in quanto consentono di ridurre il tempo ciclo o di estendere la produzione da uno a due o tre turni».














Articolo precedenteOmron amplia la gamma scara i4H con nuovi robot per uso alimentare
Articolo successivoIl settore del design è pronto per la ripartenza. Parola di Ernesto Lanzillo (Deloitte Private)






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui