Sicurezza del lavoro: il Lef è apripista in Italia. Parola di Pontrandolfi 

Confindustria Alto Adriatico ha stato sottoscritto un accordo territoriale con le organizzazioni sindacali, Asfo e la Prefettura di Pordenone. Obiettivo: zero morti sul lavoro

«La sicurezza sul lavoro è uno snodo importante delle attività di Confindustria Alto Adriatico – afferma il presidente, Michelangelo Agrusti – e proprio su questo tema, grazie alla collaborazione con le organizzazioni sindacali, Asfo e la Prefettura di Pordenone, è stato sottoscritto un accordo territoriale che ha quale obiettivo Zero Morti sul Lavoro. In esso trova spazio anche un percorso formativo in cui risulta centrale il ruolo della Lef, l’azienda digitale modello dove si svolge la Scuola per la Sicurezza a favore dei Rappresentanti dei lavoratori (Rls), dei Responsabili del servizio di prevenzione (Rspp) e dei datori di Lavoro».

L’importanza del modello Lef è testimoniata dalla visita che il coordinatore nazionale sicurezza di Confindustria Fabio Pontrandolfi ha svolto nell’azienda digitale dopo il meeting della mattinata. Un incontro importante perché viale dell’Astronomia è stata chiamata dal Governo a sottoporre una rosa di proposte che saranno utilizzate come modello in materia di sicurezza. Compito di Pontrandolfi, che potuto apprezzare le performance della formazione immersiva per la sicurezza (tramite la quale si insegna e addestrano i lavoratori, propri o di ditte esterne, a un comportamento sicuro e salutare nel luogo di lavoro), individuare casi d’eccellenza del sistema-Italia.







Secondo Pontrandolfi il Lef rappresenta «un nuovo modello di gestione dell’azienda sotto il profilo della sicurezza che, utilizzando la realtà virtuale, risulta molto più efficace della formazione a tavolino e molto più performante dei comportamenti sicuri. Le evoluzioni, una volta che il layout è stato inquadrato e customizzato per singolo caso possono essere utili anche durante la vita dell’impresa alla vigilanza e ai controlli dei comportamenti, all’individuazione di condotte non consone che il preposto, una volta verificate, può trasmettere al modello informatico. È un nuovo modo di intervenire sulla sicurezza che sarà previsto dai nuovi accordi Stato–Regioni sulla formazione e che, proprio alla luce di questo accordo, potranno essere ulteriormente valorizzati. Lef ha colto appieno la parte evolutiva e formativa. Ora si tratta di customizzare e diffondere, di tenere tutto sistematicamente aggiornato. È un modello apripista nel Paese, è avanzato e, soprattutto, sollecita non tanto o non solo l’aspetto tecnologico che è comunque diffuso noto e conosciuto, ma agisce sulla cultura della sicurezza».














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