Al centro della fabbrica? C’è l’uomo! Il metodo di Ergo per aumentare qualità, produttività e…

di Laura Magna ♦︎ Il socio Afil Ergo è l'ente tecnico di riferimento in Italia per l'organizzazione e la misurazione del lavoro e l'ergonomia. Sta attualmente realizzando Smartt Valley, un centro di eccellenza per il territorio di Varese. La Fondazione si basa sul modello Mtm: valutazione della resa produttiva del lavoro. Obiettivo: supportare la sostenibilità industriale migliorando la vita lavorativa nel plant. Attraverso la specializzazione ingegneristica e una trasformazione dell'ecosistema fabbrica. E sulla Nasa… Ne parliamo con Rachele Sessa

Al centro della fabbrica del futuro? C’è l’uomo. È l’idea, scientifica, di Fondazione Ergo, che da Varese, dal 2012, persegue la missione di «offrire formazione e supporto professionale sulla trasformazione del lavoro in fabbrica tramite soluzioni concrete e misurabili – spiega a Industria Italiana la direttrice Rachele Sessa – con l’obiettivo da una parte di aumentare la produttività dal basso, dall’altra di accrescere la qualità del lavoro nel rispetto della salute dei singoli operatori».

Le radici di Fondazione Ergo affondano nel 1997, anno di nascita dell’associazione Mtm Italia, fondata dall’ingegnere Gabriele Caragnano. Mtm (Methods-Time Measurement) è la metodologia di valutazione della resa produttiva del lavoro, che consiste nella misurazione del tempo occorrente per eseguire un’operazione complessa attraverso la somma dei tempi necessari alla realizzazione delle azioni elementari di cui questa si compone. È la base scientifica su cui ancora oggi si basa il lavoro di Fondazione Ergo, che tale è dal 2012, e oggi è «l’ente tecnico di riferimento in Italia per quanto riguarda l’organizzazione e la misurazione del lavoro e l’ergonomia», dice Sessa, «la nostra missione è supportare la sostenibilità industriale migliorando la produttività e la qualità della vita lavorativa nella fabbrica coniugando due direttrici: la specializzazione ingegneristica, ovvero analisi lavoro, ergonomia e produttività, e una trasformazione dell’ecosistema fabbrica che metta al centro relazioni e innovazione».







Il rapporto inscindibile tra produttività e benessere del lavoratore

Rachele Sessa, general manager della Fondazione Ergo

Esiste un rapporto strettissimo tra produttività e benessere del lavoratore. Di più, continua Sessa: «per noi, produttività e benessere del lavoratore vanno di pari passo. Ridurre le malattie muscolo-scheletriche, migliorare la salute dei lavoratori e ridurre l’assenteismo sono obiettivi che portano benefici sia all’individuo che all’azienda. Inoltre, il coinvolgimento dei lavoratori e il miglioramento delle relazioni industriali sono aspetti cruciali che influenzano direttamente la produttività. Offriamo formazione e consulenza che coinvolgono sia la direzione aziendale che i lavoratori, creando una consapevolezza condivisa di questi obiettivi». Una consapevolezza che diventa necessaria in un Paese come il nostro dove la produttività è la più bassa d’Europa e da venti anni è sostanzialmente ferma. Le aziende target di Fondazione sono principalmente le industrie manifatturiere labor-intensive, dove l’attività manuale è ancora importante.

«Abbiamo lavorato da sempre con importanti gruppi industriali del mondo automotive, aerospace, elettrodomestico e tessile come Stellantis e Leonardo. In generale la nostra attività – a partire dagli audit sulla produttività, alla ridefinizione dei parametri chiave dell’organizzazione del lavoro, e gestione dei rischi ergonomici – è rivolta a imprese e imprenditori “illuminati”, che non vuol dire “speciali” o “elitarie”, quanto piuttosto aziende e manager word class che desiderano fare il proprio mestiere al meglio, valorizzando il buon lavoro, intrecciando con la società il valore economico per il quale sono nate». I lavoratori coinvolti sono a oggi oltre mezzo milione. E le imprese che hanno raccolto l’appello di Fondazione Ergo sono per lo più medie e grandi, le più consapevoli del fatto che la digitalizzazione stia trasformando il lavoro, ma «non svuota le attività umane della loro centralità. Anzi, nei prossimi anni, il lavoro comporterà più competenze delle persone coinvolte, una più articolata responsabilità sociale degli imprenditori e una viva attenzione alle ricadute sulle comunità territoriali», dice Sessa. «Per questo, è strategico costruire un’organizzazione del lavoro eccellente, inserita in un modello operativo condiviso fra impresa, management, organizzazioni sindacali, lavoratori».

Presentazione di Smartt Valley (29 giugno 2023)

Smartt Valley, Varese

Render del laboratorio esperienziale di Smartt Valley

E a Varese, che è una delle città storiche dell’industria manifatturiera lombarda e italiana, la Fondazione sta realizzando Smartt Valley (Space for Manufacturing, Academy, Research & Tech Transfer), un centro di eccellenza unico sul territorio, un laboratorio esperienziale dove le aziende potranno fare formazione su tre aree: sostenibilità e circolarità dei materiali, sostenibilità sociale della fabbrica (progettazione e simulazione carico biomeccanico, salute e sicurezza, prevenzione infortuni, leadership, orientamento ai risultati e gestione autonoma) e sostenibilità di business (progettazione prodotto e industrializzazione, contabilità analitica industriale e analisi redditività, miglioramento continuo della buona produttività, interconnessione dei lavoratori, robot e digitalizzazione). «Si tratta – continua Sessa – del primo progetto mirato a creare un ecosistema dell’innovazione diffuso e distribuito per e con il territorio di Varese. Nella pratica si tratterà di un luogo dove le aziende possono partecipare ad attività formative esperienziali e acquisire competenze in tutti questi ambiti, ma non solo. La novità è proprio la learning factory, ovvero un luogo dove “imparare facendo” e con strumenti altamente tecnologici. Abbiamo raccolto feedback per comprendere cosa mancasse sul territorio e oggi abbiamo l’obiettivo di fornire formazione sulle competenze digitali e sulla sostenibilità industriale avendo identificato 4 mestieri chiave che oggi le aziende ricercano: progettista processi di montaggio, analista lavoro ed ergonomia, team leader di produzione e HSE Expert. Questo ecosistema mira a mettere insieme diverse realtà territoriali, fornendo docenza, attrezzature e spazi dedicati alla ricerca applicata e al coworking e contaminazione per supportare le aziende nello sviluppo di software e applicazioni. È un punto di incontro tra ergonomia, produttività, sostenibilità e digitale per la fabbrica del futuro».

Fondazione Ergo oggi si occupa anche di fare trasferimento tecnologico verso le aziende del territorio. «Da due anni stiamo lavorando su questo aspetto grazie al coordinamento del Dott. Luca Agrati, e oggi abbiamo uno spazio nuovo che stiamo progettando in collaborazione con Confindustria Varese, Whirlpool, Leonardo, Tecniplast, Marelli, il Comune di Varese, il competence center Made, l’Università Liuc, PwC per iniziare. Questo spazio non è solo una vetrina tecnologica, ma è un luogo in cui si possono fare simulazioni e utilizzare la realtà virtuale in ambito industriale», spiega Sessa.

Gli ambiti di ricerca di Smartt Valley

La misurazione del lavoro sulla linea come metodo di trasformazione dell’industria

Fondazione Ergo eroga corsi di formazione gratuiti al sindacato per spiegare concetti come l’efficienza e le misurazioni del lavoro. «Fondazione Ergo è da sempre impegnata nel contesto industriale nel supportare le aziende verso una crescita che si basa sull’investimento nella S di Social. Per le aziende una collaborazione con Fondazione Ergo significa essere riconosciute fra imprese più avanzate sul fronte della produttività, della sostenibilità Esg, con un focus specifico sulla sostenibilità industriale e sociale per la qualità del lavoro. Tre i riferimenti principali su cui opera: la salute, le persone ed il territorio. » “S” dell’acronimo Esg, è l’aspetto sociale che è più difficile da quantificare rispetto alla E di Environment, ma fondamentale per portare l’idea di benessere nelle realtà industriali. Inoltre, consideriamo importante l’impatto che le aziende possono avere sul territorio, quindi cerchiamo di valorizzare le aziende all’interno del contesto in cui insistono e di creare un ecosistema tra le diverse realtà locali: fondamentale per garantire la competitività dell’azienda e avere una ricaduta positiva sul territorio». Nella pratica, Ergo individua le strategie per migliorare la buona produttività manifatturiera, segnala le criticità e suggerisce le soluzioni per trasformarle in opportunità.

Visita al Jet Propulsion Laboratory della NASA, nell’ambito della missione Admantex2i in California

«Quello che facciamo – precisa Sessa – in primo luogo è una fotografia dello stabilimento per definire la situazione attuale di tutti i parametri relativi al lavoro, dal sistema operativo alla produttività fino alla propensione all’innovazione e alle relazioni industriali per costruire un progetto che ci consenta di raggiungere un livello superiore di sostenibilità industriale che può essere fatto su tutta l’azienda o su una parte. L’audit l’abbiamo chiamata Bella Factory, perché la fabbrica deve essere un luogo dove lavorare in modo positivo. Un luogo di lavoro pulito e ordinato dove l’efficienza coincida con il benessere». Dunque Ergo porta a termine progetti di trasformazione dell’organizzazione e digitalizzazione del modello operativo della fabbrica, intervenendo sulle linee di montaggio, sull’industrializzazione, sulla gestione della produzione, ergonomia e logistica. Progetti che vengono realizzati attraverso l’implementazione di soluzioni IT centralizzate ed integrate con sistemi Erp e Plm. Tutti elementi costitutivi della Fabbrica del Futuro. E non è un caso che Fondazione Ergo sia parte di Afil, l’Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia, «questa affiliazione – conclude la manager – ci permette di creare e ampliare l’ecosistema che stiamo immaginando, coinvolgendo tutto il territorio regionale. Essere parte di Afil ci offre l’opportunità di accedere a finanziamenti per i nostri progetti, partecipare a gruppi di lavoro e missioni di apprendimento, come quella in California nell’ambito del bando europeo Admantex2i. Abbiamo viaggiato tra San Francisco e Los Angeles, dove abbiamo avuto l’opportunità di visitare aziende industriali, ma anche la Nasa e l’Università di Stanford, e confrontarci con il mondo della ricerca pura e applicata in un contesto diverso da quello italiano. Inoltre, Afil ci permette di creare sinergie mettendoci in rete con altre aziende del territorio e creando occasioni di confronto sulle esigenze e le offerte di formazione e progetti».














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