Eni e CNR insieme nella Ricerca e Innovazione per rispondere alle sfide globali

Accordo da 20 milioni di euro per lo sviluppo di ricerche congiunte in quattro aree di alto interesse scientifico e strategico con l’istituzione di quattro centri di ricerca nel Sud Italia. Il Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Massimo Inguscio, e l’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi, hanno firmato oggi un Memorandum of Understanding (MOU) per lo sviluppo di ricerche congiunte in quattro aree di alto interesse scientifico e strategico: fusione nucleare, acqua, agricoltura e l’ecosistema artico. Eni e CNR uniranno le loro capacità di ricerca e sviluppo tecnologico istituendo 4 centri di ricerca congiunti sul territorio, con un impegno economico complessivo di oltre 20 milioni di euro per una durata di cinque anni. Le sedi dei centri di ricerca saranno tutte localizzate nel sud Italia, laddove si trovano centri operativi o di ricerca già esistenti:

Gela, in Sicilia, per la fusione nucleare, soprattutto dal punto della tecnologia che può essere impiegata nella produzione di energia pulita potenzialmente illimitata







Lecce, in Puglia, per le ricerche sull’Artico e sul ruolo laboratorio a cielo aperto da questo rivestito nella problematica dell’innalzamento termico globale

Metaponto, in Basilicata, per il cruciale tema dell’acqua intesa sia come risorsa vitale, sia come elemento imprescindibile per un ecosistema in equilibrio

Pozzuoli, Campania, per l’agricoltura come attività e settore economico base per lo sviluppo di ogni contesto economico e sociale.

L’accelerazione della transizione energetica verso scenari “below 2°C” e l’accesso alle risorse per una popolazione mondiale in crescita sono le sfide epocali cui CNR ed Eni devono dare il loro contributo, facendo leva su competenze ed innovazione.  La domanda crescente di accesso alle risorse vede in energia, acqua e cibo variabili correlate: se il 90% della produzione elettrica mondiale richiede forti consumi d’acqua, questa a sua volta è fonte vitale per lo sviluppo agricolo (70% dei prelievi d’acqua a livello mondiale) e la sua disponibilità è sotto stress in diverse aree del mondo, anche a causa dei cambiamenti climatici.

Il MOU prevede la costituzione di un gruppo di lavoro misto che dovrà definire le modalità operative dei centri, i temi e i progetti da avviare nel quinquennio successivo, la ripartizione delle risorse, e la preparazione di un Accordo di Cooperazione per la gestione congiunta dei centri. I prossimi mesi vedranno la definizione di tutti i dettagli relativi all’operatività dei Centri e alle modalità di organizzazione di workshop strategici congiunti, il primo dei quali si terrà a settembre.














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