Eni, il Covid riduce la domanda energetica: terzo trimestre rosso da 500 milioni

Utile operativo dei primi nove mesi del 2020 in calo del 79% per il Gruppo guidato da Descalzi. Sul risultato pesa anche l’oversupply di petrolio e gas

Claudio Descalzi confermato ad Eni

L’effetto combinato della recessione economica causata dal Covid, che ha ridotto la domanda energetica, e delle condizioni di oversupply di petrolio, gas e prodotti, pesano come macigni sui risultati finanziari di Eni. Il Gruppo guidato da Claudio Descalzi ha infatti chiuso il terzo trimestre dell’anno con una perdita netta di 500 milioni di euro, mentre l’utile operativo adjusted è pari a 1,41 miliardi, in calo del 79% rispetto allo scorso anno.

«In un contesto di mercato che rimane molto difficile, stiamo contenendo con successo gli impatti negativi di questa crisi e progredendo nella nostra strategia di decarbonizzazione – commenta Descalzi – Nel trimestre, a fronte di un calo di circa il 30% dei prezzi di petrolio e gas, e del 90% dei margini di raffinazione, abbiamo conseguito ottimi risultati superando nettamente le aspettative del mercato. In ambito E&P pur con un Brent a 43 dollari al barile, abbiamo raggiunto un livello di produzione in linea con le attese, e un Ebit di 0,52 miliardi di euro, valore doppio rispetto al consensus. Il settore Global Gas & Lng Portfolio, nel trimestre stagionalmente più debole, ha conseguito risultati significativi. L’R&M ha mostrato la sua resilienza in uno scenario della raffinazione tradizionale particolarmente sfavorevole, grazie alle performance del marketing e in particolare del bio, con le nostre due bioraffinerie che ci hanno consentito di cogliere favorevoli opportunità di mercato».







Quelli del terzo trimestre sono numeri comunque migliori rispetto ai 4,4 miliardi di rosso fatti segnare nel secondo trimestre, mentre nei nove mesi la perdita netta ammonta a 7,84 miliardi. Il trimestre ha infatti registrato un rimbalzo della performance dovuto a un migliore bilanciamento dei fondamentali oil in un contesto di lenta ripresa dell’attività economica e incertezze circa il contenimento della pandemia, con ricadute sulla propensione dei consumatori agli spostamenti. La produzione di idrocarburi si contrae nel trimestre del 10% a 1,7 milioni di boe/giorno e del 6% nei 9 mesi.

«La crescita del retail gas trainato dalla fidelizzazione dei clienti, i risultati stabili del power e del marketing dei prodotti oil consentono di compensare gli effetti di uno scenario estremamente negativo nella raffinazione tradizionale e nella chimica – prosegue Descalzi – Sui nove mesi, grazie alla riduzione degli investimenti e dei costi messa in atto nei primi mesi dell’anno, abbiamo generato un cash flow operativo di oltre 5 miliardi di euro, a fronte di un livello di investimenti pari a 3,8 miliardi di euro. Confermiamo così la solidità della nostra struttura patrimoniale, ulteriormente rafforzata dalle due emissioni ibride da 3 miliardi effettuate a ottobre, che ci consentono di mantenere il leverage al di sotto del 30%. Di fronte a una crisi di dimensioni storiche, Eni ha dato prova di grande resilienza e flessibilità e i risultati conseguiti ci fanno guardare con fiducia alla ripresa della domanda, mentre continuiamo a perseguire il programma di transizione energetica».

Outlook

L’outlook del quarto trimestre 2020 conferma i trend registrati nel trimestre appena concluso di elevata volatilità dei prezzi delle commodity energetiche a causa delle incertezze e della irregolarità della ripresa. Possibili, dunque, rischi di downside. Il mercato petrolifero continua a essere caratterizzato da deboli fondamentali a causa dell’eccesso di offerta, elevato livello delle scorte e scarsa dinamica della domanda penalizzata dalla complessa situazione della pandemia con forti ripercussioni sull’attività economica, il commercio e gli spostamenti delle persone. Andamenti analoghi negli altri business energetici. Previsione annua prezzo del Brent confermata a circa 40 dollari al barile. Il rimbalzo della domanda energetica è atteso già nel 2021. Nel corso dell’anno, in risposta alla profonda crisi dell’industria petrolifera a causa del crollo della domanda energetica indotto dalla pandemia e della pressione dell’oversupply sui prezzi, il management Eni ha rivisto a più riprese i piani industriali e i programmi operativi per adattare il business alla forte discontinuità in atto, mettendo in campo un insieme di azioni e di iniziative finalizzate a rafforzare la liquidità e la struttura patrimoniale, difendere la redditività e aumentare la resilienza allo scenario senza pregiudicare la capacità dell’azienda di tornare a crescere non appena le condizioni macro lo consentiranno, accelerando al tempo stesso l’evoluzione del business in chiave low carbon.














Articolo precedentePrysmian e Umicore rafforzano la partnership per produrre fibre ottiche più sostenibili
Articolo successivoLegacoop Produzione e Servizi ha eletto Gianmaria Balducci come nuovo presidente






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui