Non solo Ict… Elmec tra stampa 3D, cyber security, training progettuale

di Alberto Falchi ♦︎ L’azienda varesina – 129 milioni di fatturato – collabora con imprese presenti in 100 Paesi. I suoi 4 data center custodiscono 12 Petabyte di dati e gestiscono più di 5.000 macchine virtuali. Manifattura additiva: tra i clienti Goglio, partnership con Schaeffler. CybergON: pronto intervento di sicurezza informatica. La collaborazione con Everynet sul LoRaWan

Elmec 3D

Da distributore di device aziendali, a fornitore di servizi a valore aggiunto. Hybrid cloud, cyber security, data center proprietario certificato Tier IV e soluzioni per la stampa 3D, sono tante le anime di Elmec Informatica. Nata a Varese nel 1971, col tempo ha espanso il suo raggio d’azione, fino a collaborare con aziende presenti in 100 Paesi nel mondo e fatturare 129 milioni di euro con i suoi 680 dipendenti, di cui oltre il 70% tecnici certificati.

Oggi Elmec dispone di quattro data center tramite i quali eroga i suoi servizi, inclusi quelli di backup e disaster recovery. Nel 2018 l’azienda ha aperto la divisione Elmec 3D, che rivende stampanti 3D e offre alle aziende servizi di formazione, trasferimento tecnologico e consulenza sulla manifattura additiva, mentre nel 2019 è stata avviata CybergON, Business Unit interamente dedicata alla cyber security.







La manifattura additiva secondo Elmec 3D

La Business Unit Elmec 3D è stata fondata ed è guidata da Martina Ballerio. Si occupa di distribuire le stampanti sul mercato italiano e di offrire consulenza e assistenza ai suoi clienti

La Business Unit è stata fondata ed è guidata da Martina Ballerio. Si occupa di distribuire le stampanti sul mercato italiano e di offrire consulenza e assistenza ai suoi clienti. Il primo passo di Ballerio è stato quello di andare alla ricerca di persone con competenze specifiche sulla manifattura additiva non presenti in Elmec Informatica: ingegneria meccanica, dei materiali, design, tecnici specializzati su stampanti 3D. «Oggi siamo un team di circa 15 persone, in crescita, e in questo momento stiamo assumendo. Proponiamo diverse tecnologie in qualità di rivenditori, ma puntiamo molto ad aggiungere valore alla nostra offerta, attraverso i servizi di formazione e di riprogettazione, soprattutto, ma secondariamente anche di stampa», specifica Ballerio, mettendo in chiaro che stampare conto terzi non è l’obiettivo principale dell’azienda. «La nostra Mission è quella di abilitare il mercato dell’industria italiana all’utilizzo di queste tecnologie». Elmec 3D si propone insomma come un centro di competenza, dove vengono formate le persone e viene fatto trasferimento tecnologico. Non è un caso che gli incontri con i clienti spesso si svolgono sotto forma di workshop: i partecipanti in una prima fase ascoltano le presentazioni per poi “sporcarsi le mani” con differenti casi di utilizzo per andare a definire il materiale più adatto o la struttura migliore per lo specifico progetto. Una modalità inizialmente limitata a clienti strategici, ma che Elmec 3D sta espandendo a tutti.

Nei suoi laboratori trovano posto tecnologie industriali a letto di polvere come differenti modelli di Multi Jet Fusion di Hp e la Shop System di Desktop Metal. Di quest’ultima casa, anche la Studio System, stampante Bound Metal Deposition senza polveri e senza laser e i modelli a resina liquida Figure 4 di 3D Systems. Tutti macchinari ideali anche per la produzione in serie, oltre che di prototipi, tenendo conto che nell’ambito della manifattura additiva ancora non è adatta per lotti da milioni di pezzi, ma al massimo nell’ordine delle migliaia o decine di migliaia. Il cliente tipico, invece, non esiste. «Al contrario di Elmec Informatica, che offre servizi ad aziende di dimensioni medio-grandi, Elmec 3D lavora con realtà di ogni dimensione, dalla Pmi, alla grande multinazionale», dice Ballerio. Fra le realtà che si appoggiano a Elmec 3D ci sono, solo per citarne alcune, Goglio (Oem di macchinari per il packaging del caffè), l’Università di Brescia, che ha usato la manifattura additiva per migliorare le performance di un prototipo di moto da competizione e molteplici realtà industriali di differenti settori. L’azienda ha infatti fornito dispositivi di protezione stampati in 3D anche al settore medicale, come ad esempio al personale sanitario dell’Ospedale di Circolo di Busto Arsizio, mentre per il Niguarda ha realizzato organi stampati in 3D che vengono utilizzati per simulare le operazioni chirurgiche. «Il nostro problema è trovare il referente giusto, che abbia la voglia di cambiare». Può infatti nascere una buona sinergia con chi vuole migliorare in maniera continuativa la produzione ed è disposto a investire del tempo per formare i suoi dipendenti.

Ingrassatore Schaeffler – Sequenza iterazioni assemblato

Fra le collaborazioni più recenti, quella con Schaeffler, che ha selezionato Elmec 3D per per la riprogettazione e realizzazione, in manifattura additiva, di un ingrassatore per cuscinetti, nel proprio stabilimento di Momo (No), Schaeffler Water Pump Bearing. L’ingrassatore per cuscinetti è un’attrezzatura che consente di distribuire una quantità estremamente precisa di grasso all’interno delle piste di rotolamento dei cuscinetti a sfere per le pompe ad acqua. Il grasso viene compresso nella parte superiore, fluisce lungo i canali presenti nel corpo principale e viene depositato sulla pista di rotolamento attraverso un ugello di forma cilindrica. Obiettivo di Shaeffler era quello di ridurre il numero dei componenti e del peso dell’attrezzatura, migliorando la fluidodinamica e abbattendo i costi di produzione. Per la realizzazione dell’ingrassatore, il tecnici di Elmec 3D hanno scelto un materiale polimerico che consente riduzione dei costi, elevata flessibilità e semplicità di progettazione. I canali degli ingrassatori sono stati realizzati con forme non producibili in manifattura tradizionale che migliorano il flusso del grasso evitando resistenze o accumuli di materiale. Durante la sperimentazione il progetto ha evidenziato dei limiti legati all’usura su elevati numeri di cicli produttivi, alla deformazione e alla precisione delle misure. Il team tecnico ha quindi deciso di integrare la tecnologia additiva utilizzata con quella sottrattiva, facendo lavorare al tornio alcune quote funzionali. Dopo diverse prove e continui confronti con il reparto tecnico di Schaeffler Water Pump Bearing, si è arrivati al pezzo definitivo, composto da tre parti prodotte tramite HP Multi Jet Fusion e alcune parti commerciali oltre a un pezzo in acciaio lavorato al tornio, raggiungendo in tal modo gli obiettivi prefissati riguardanti riduzione di componenti, peso e costi. Le prove di capability e ripetibilità della quantità di grasso distribuito dall’utensile sono risultate in linea con gli indici relativi agli utensili tradizionali. Questo ne ha consentito l’utilizzo su postazioni di ingrassaggio manuali dove vengono gestiti prototipi e piccole serie.

Il concetto di training progettuale per formare le competenze dei clienti

Nei laboratori di Elmec 3D trovano posto tecnologie industriali a letto di polvere come differenti modelli di Multi Jet Fusion di Hp e la Shop System di Desktop Metal. Di quest’ultima casa, anche la Studio System, stampante Bound Metal Deposition senza polveri e senza laser e i modelli a resina liquida Figure 4 di 3D Systems

Il training progettuale è un approccio elaborato da Elmec 3D per creare maggiori sinergie coi clienti e supportarli nel loro percorso di adozione della manifattura additiva. «Mettiamo insieme una parte di formazione frontale, dove si decidono quali software si vogliono utilizzare e i nostri ingegneri li illustrano ai progettisti dei clienti, per poi riprogettare uno specifico prodotto. Inizialmente i nostri ingegneri lavorano e i clienti si limitano a osservare e apprendere, ma poi tocca a loro», dichiara Ballerio. «Già dalla seconda interazione devono mettersi a lavorare, naturalmente col supporto dei nostri tecnici». Il vantaggio di questo approccio è che i progettisti dei clienti non fanno formazione su generici esempi da manuale, ma si trovano a lavorare su progetti che già conoscono bene, ai quali sono direttamente interessati, portando risultati concreti già durante la fase di apprendimento. Elmec 3D opera anche come centro di stampa, anche se il focus principale è la formazione e il supporto, non la produzione conto terzi.

Manifattura additiva e protezione della proprietà intellettuale

Per quanto riguarda i prossimi obiettivi, Elmec 3D punta a nuove soluzioni per monitorare ogni passaggio del processo di manifattura additiva. «Sfruttiamo i sensori presenti a bordo macchina e lavoriamo con le Api [Application programming interface, NdR]. I dati poi sono passati alla piattaforma MyElmec, che permette ai nostri clienti di tenere sotto controllo tutte le attività». Fra gli obiettivi di Elmec 3D c’è il potenziamento della piattaforma MyElmec, che oggi è in grado di tenere sotto controllo le varie fasi del processo di stampa e di ordinare i materiali quando si stanno esaurendo, ma l’azienda sta lavorando su nuove soluzioni che garantiscano una maggiore protezione della proprietà intellettuale, un tema di importanza primaria. Per esempio, con soluzioni che eliminano l’invio dei file di progetto. Nella visione di Elmec 3D, le istruzioni per lo stampaggio potrebbero arrivare direttamente sulla memoria della stampante, che poi li elimina definitivamente una volta completato il ciclo produttivo. 

Elmec: Ict a 360°

Elmec Innovation Center

Il business della manifattura additiva è tra i più recenti sviluppati da Elmec Informatica, ma il grosso del fatturato arriva dai servizi Ict. L’azienda di Varese offre soluzioni gestite ai suoi clienti, per esempio quelle di digital workplace, dove gli specialisti di Elmec si occupano di aggiornare gli end-point dei clienti, di gestirne i backup e di intervenire in caso di problemi, dove richiesto offrendo anche i dispositivi in modalità as-a-Service con un servizio di noleggio operativo. Attualmente, i tecnici di Elmec hanno 24.000 postazioni a servizio. Un ambito su cui l’azienda è molto attiva è quello dell’automazione, non intesa come automazione industriale, ma dei processi. Un modo per ridurre i costi e aumentare l’efficienza, la trasparenza e la governance delle postazioni lavoro delle aziende che non vogliono, o non possono, mettere in piedi team interni per occuparsi di queste problematiche. Elmec può gestire l’intera infrastruttura IT per conto dei suoi clienti, su qualsiasi piattaforma queste poggino. Può supportarli nella migrazione al cloud, così come può occuparsi di data protection grazie al servizio di backup e disaster recovery.

Il focus sulla cyber security con CybergON

Alessandro Ballerio, Amministratore Delegato di Elmec Informatica

Fra i servizi erogati ci sono anche quelli di sicurezza informatica, gestiti dalla Business Unit di CybergON: gli esperti del gruppo operano sia monitorando costantemente le attività nel perimetro delle aziende, sia ripristinando quanto più velocemente possibile i sistemi compromessi in seguito a un incidente informatico. Parlando di clienti, il tema è molto delicato trattandosi di sicurezza informatica, e Alessandro Ballerio, Amministratore Delegato di Elmec Informatica, preferisce non farne i nomi. Sottolinea però come, in tanti casi, le aziende chiedono questi servizi quando il danno è fatto e un attaccante è già riuscito a violare i loro sistemi, o quando ne hanno il sospetto. CybergON offre un servizio di pronto intervento per questi casi: infatti il Cert team dell’azienda, pronto ad intervenire su gravi e gravissime compromissioni, viene attivato proprio in questi casi, per individuare, isolare e respingere il prima possibile la minaccia e per limitare eventuali danni. Purtroppo, raramente si ragiona in maniera proattiva, investendo adeguatamente sulla cyber security in anticipo. Il problema spesso non è il budget, ma la cultura informatica: tante realtà sono prive anche del minimo sindacale, in quanto a difese informatiche. Un freno che spesso non arriva dagli amministratori delegati o dalla dirigenza, ma «dai reparti IT interni».

«Una delle principali problematiche è quella delle competenze, e le aziende che erano abituate ad averle in casa oggi non possono più», dichiara Ballerio. «Da un lato sono troppe le competenze richieste, non è più come prima quando bastavano un paio di tecnici. Ce ne vogliono dieci, e l’impatto sulla struttura diventa molto elevato». A questo va aggiunto che queste conoscenze vanno continuamente coltivate e aggiornate e i professionisti trattenuti. Sono in tanti quindi che stanno cercando di esternalizzarela cyber security e CybergON punta a cavalcare questo trend. Ma come viene affrontato il tema delle competenze? Allevandole internamente. CybergON investe molto sul personale, iniziando a fare stage e tirocini ai ragazzi ancor prima che abbiano completato gli studi. «Abbiamo la fortuna di avere un’azienda che cresce bene ed organicamente, e questo tipo di organizzazione molto strutturata, ci permette di crescere dal basso. Ci capita di prendere anche figure senior, che gestiscono i ragazzi e li aiutano a crescere». Da dove arrivano? «Li stiamo prendendo da tutta Italia, ma il grosso arriva dal bacino di Varese, Como, Novara e Milano. Un territorio molto popolato e molto scolarizzato». Tratto distintivo di CybergON è l’attenzione anche alla formazione degli utenti: l’azienda non si limita a gestire la sicurezza dei sistemi dei clienti, ma si occupa anche di coltivare e diffondere all’interno delle aziende clienti la consapevolezza dei rischi informatici, formando circa 2.000 utenti all’anno. L’esperienza con l’Ict e l’automazione dei processi di Elmec è stata trasferita anche in CybergON, tanto da consentire una media di 7.000 controlli quotidiani per ogni singolo cliente.

I data center di Elmec

Martina Ballerio, alla guida di Elmec 3D

Per erogare i suoi servizi Elmec Informatica si affida a quattro data center: uno posizionato nel Campus Tecnologico di Brunello (VA), uno a Gazzada (VA), uno a Siziano (PV) e uno a Morbio, in Svizzera. Il data center di Brunello ha ottenuto la certificazione Tier IV, ed è dotato di sistemi di alimentazione e raffreddamento ridondanti, oltre ad avere un’infrastruttura in grado di garantire un uptime annuo del 99,995%. Attualmente custodisce 12 Petabyte di dati e gestisce più di 364 physical servers e oltre 5.000 macchine virtuali. Un aspetto a cui è stata dedicata particolare attenzione è la sostenibilità: il data center di Elmec è alimentato esclusivamente da fonti rinnovabili ed ha raggiunto un indice di efficienza energetica (Pue) pari a 1,15%, fra i più elevati del settore, considerato che la media globale si attesta intorno al 1,8%.

La collaborazione con Everynet sul LoRaWan

Altro ambito in cui è attiva Elmec Informatica è quello delle soluzioni di connettività per il mondo IoT, sviluppate dalla partecipata Everynet. Quest’ultima è una realtà specializzata nella connettività LoRaWan e, grazie al suo ampio Ecosistema e alle partnership con Tower Companies, rende possibile la connessione della sua rete a sensori IoT di diverso tipo. Nascono infatti per muovere solo piccolissime quantità di dati, con poca frequenza (per esempio, una volta al giorno, alla settimana, al mese), utilizzando una quantità limitatissima di energia, così da garantire un’elevata autonomia dei dispositivi. Un esempio sono gli smart meter, i contatori intelligenti per acqua, luce e gas, ma anche sensoristica IoT di vario tipo. Il primo progetto importante su cui ha iniziato a lavorare Everynet è stato in Brasile, insieme ad American Tower, e ora sta lavorando su reti in altri paesi, tra cui Spagna e Italia. «Abbiamo iniziato coi test quando ancora le frequenze non erano libere», spiega Alessandro Bellerio. Durante questo periodo è stata installata una rete LoRaWan sperimentale nel campus di Elmec (qui tutti gli edifici sono dotati di sensori connessi tramite LoRaWan).

Elmec Innovation Center

«È stata anche realizzata una piccola rete sul Monte Bianco», prosegue il dirigente, un’idea nata dalla passione comune per la corsa in montagna di Alessandro Ballerio e Luca Spada, fondatore di Eolo. «Adesso stiamo intensificando la realizzazione di reti a largo raggio anche grazie ai fondi europei che stanno accelerando i progetti di digitalizzazione soprattutto in ambito acqua e gas. Stiamo partecipando a diverse gare, e man mano che verranno aggiudicate implementeremo la rete». Va sottolineato che si tratta di gare che richiedono molti anni, e passano sempre da uno o più progetti pilota, sui quali stiamo lavorando. Non solo in Italia: anche negli Usa, Inghilterra e in Indonesia, «sempre appoggiandoci a partner locali», in particolare le Telco. Caratteristica principale di questi partner è che abbiamo una clientela a cui poi rivendere il servizio. «Quando fai una rete cellulare hai già gli utenti. Con queste tecnologie qui è invece un circolo vizioso: se non ho la rete non sviluppo la soluzione, ma se non ho ancora la soluzione, non ho niente con cui alimentare la rete».

Elmec in pillole

Da oltre 50 anni Elmec accompagna le aziende verso la trasformazione digitale. Nel 1980 stringe una collaborazione con Ibm che le permette di vendere i suoi primi Pc. Dal 1986 inizia a proporre servizi sviluppati in proprio, nello specifico PcCall, un software per il trasferimento file e la teleassistenza remota. Un’offerta che col tempo si espande tanto che nel 2000 Elmec apre una nuova sede a Brunello (Varese) nella quale sorge il suo primo data center. Dal nuovo millennio il focus si sposta sulle soluzioni gestite e sui servizi ai clienti, come gestione dei workplace digitali e dei data base. Nel 2015 inaugura il suo green data center più recente, l’ingresso nel settore della manifattura additiva avviene nel 2018 con la fondazione di Elmec 3D, mentre CybergON, la Business Unit dedicata alla cyber security, nasce nel 2019.














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