Pmi e digitale: promossi e bocciati

di Piero Macrì ♦︎ Digital innovation hub e competence center sono lo strumento per accelerare la digitalizzazione delle imprese. Come European Dih proietterebbero sullo scenario europeo l’ecosistema, portando finanziamenti per 97 milioni 2021-2027. Il progetto Fabbrica Vetrina (Dih Lombardia) e l’evoluzione delle filiere. I vincitori del Technology Beauty Contest scelti dai Ligthouse Plant del Cluster Fabbrica Intelligente: Electro Adda, Milani, Mies

Technology Beauty Contest, la prima edizione del concorso promosso dal Digital Innovation Hub Lombardia (Dihl), presentata al World Manufacturing Forum 2021, ha premiato le pmi del territorio che si sono contraddistinte per capacità innovativa di prodotto, di processo e di sostenibilità. Le migliori proposte sono state selezionate e valutate da una commissione composta da Dih Lombardia, World Manufacturing Foundation e dalle sei Fabbriche Faro del Cluster Fabbrica Intelligente (Abb, Ansaldo, Hitachi Rail, Tenova – Ori Martin, Hsd e Wartsila). Per l’innovazione digitale di processo il premio è andato a Electro Adda, per lo sviluppo di un configuratore di prodotto ad intelligenza algoritmica. Per l’innovazione prodotto è stata selezionata Milani Spa e la soluzione di condition monitoring dedicata alla sicurezza dell’ambiente di lavoro. Nella categoria innovazione sostenibile premiata invece Mies per avere realizzato un sistema evoluto di efficientamento energetico. Tutti i progetti hanno un denominatore comune: l’intelligenza artificiale come motore per l’analisi avanzata dei dati.

L’evento è stato l’occasione per fare il punto sullo stato dei Digital Innovation Hub, dei risultati raggiunti e delle iniziative strategiche avviate con il nuovo piano di sviluppo triennale. Il tutto, in attesa del pronunciamento della Commissione Europea sul riconoscimento dell’associazione a European Digital Innovation Hub, decisione che permetterebbe di proiettare sullo scenario europeo l’intero ecosistema lombardo dell’innovazione e del trasferimento tecnologico, portando in dote finanziamenti pari a 97 milioni di euro per il periodo 2021-2027. Nella cordata: il Digital Innovation Hub Lombardia capitanato da Gianluigi Viscardi, ceo di Cosberg, azienda nel settore delle macchine per l’automazione dei processi di montaggio; il Competence Center Made 4.0 del Politecnico di Milano presieduto da Marco Taisch; Afil, l’Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia del Cluster Fabbrica Intelligente guidata da Diego Andreis, managing director di Fluid-o-Tech. A bordo anche Finlombarda e Intesa Sanpaolo, che supporteranno e finanzieranno le iniziative di test before invest. Insieme, nell’avventura europea, anche tutti i soggetti che, a diverso titolo, lavorano in Regione sul tema della trasformazione digitale: Confcommercio, Cna Lombardia, Confartigianato, Unioncamere, i Cluster Regionali LE2C, Aerospazio, Mobilità e Scienze della Vita, nonché Eit Digital ed Eit Manufacturing.







Ma attenzione, gli hub europei sono entità diverse da quelle locali: sono focalizzati sulla ricerca, sulle tecnologie abilitanti, sui servizi di test e, soprattutto, sul reperimento dei finanziamenti alle imprese. Ecco, quindi, l’opportunità, in vista della candidatura europea, di costituire un fronte comune – Dih, Cc e Afil – per esercitare al meglio le funzioni previste a livello europeo. Un’occasione, che potrà servire a razionalizzare ulteriormente la struttura dell’articolato sistema di trasferimento tecnologico italiano: un sistema matrioska nel quale, semplificando, il Cfi indirizza obiettivi strategici di sviluppo di politiche industriali a livello regionale e nazionale; i Dih esercitano la funzione di sportello territoriale e primo punto di contatto con le pmi; i competence center si concentrano sulla formazione, sviluppo di competenze e implementazione di progetti.

Il Cluster ha inoltre dato vita ai dimostratori tecnologici, le già citate Fabbriche Faro, veri impianti produttivi stato dell’arte dell’Industria 4.0 «I Lighthouse Plant– afferma Paolo Vercesi, general manager del Cfi, non sono progetti pilota ma veri e propri impianti manifatturieri funzionanti, visitabili anche dalle filiere delle pmi italiane per rendersi conto di come le tecnologie digitali possano essere applicate nei processi produttivi e con quali vantaggi competitivi». Un’iniziativa che il Dih Lombardia ha voluto replicare con l’operazione Fabbrica Vetrina il cui obiettivo è portare alla luce realtà distribuite sul territorio regionale e nazionale – oltre 40 quelle già individuate – disponibili ad aprirsi verso altre imprese per fare “toccare con mano” la trasformazione digitale a misura di pmi.

EDIH Lombardia govenance

Dih + Competence Center = trasformazione digitale delle pmi

Per l’innovazione prodotto è stata selezionata Milani Spa e la soluzione di condition monitoring dedicata alla sicurezza dell’ambiente di lavoro

I Digital Innovation Hub rappresentano lo strumento chiave per accelerare la transizione digitale. Hanno il compito di stimolare e promuovere la domanda di innovazione del sistema produttivo così come rafforzare il livello di conoscenze e awareness rispetto alle opportunità offerte dalla digitalizzazione. Costituiscono, di fatto, lo sportello territoriale e “porta di accesso” al mondo dell’Industria 4.0. «Nell’ambito del processo del trasferimento tecnologico – afferma Silvia Pagani, membro del consiglio direttivo Dih Lombardia – i punti territoriali del network svolgono la funzione del medico di base». Come dire, il Dih è il luogo dove si effettua una diagnostica sullo stato di salute e di livello di digitalizzazione dell’impresa, individuando punti deboli e possibili rimedi che, in seconda istanza, possono essere risolti dal competence center, il quale entra invece nel merito della formazione e della implementazione di progetto». Oltre 500 le valutazioni di maturità digitale realizzate finora presso le pmi lombarde mentre, a livello nazionale, l’intera rete Dih di Confindustria, di cui è capofila l’hub della Lombardia, ne ha effettuate 1.800. «La crescita continua delle richieste di supporto e i risultati conseguiti dimostrano che nelle aziende il passaggio a un mindset digitale è ormai in atto», dice Pagani. Insomma, il combinato disposto “digital innovation hub – competence center” funziona. Tutto lo sforzo fatto da Confindustria per mettere in piedi un’organizzazione nazionale e regionale con capillarità su tutto il territorio sta dando i suoi frutti. Serve ora capitalizzare un know how diffuso e, non ultimo, estendere i domini di Industria 4.0 ad altri filoni applicativi, soprattutto nell’area dell’intelligenza artificiale e delle supply chain di filiera.

 

Il rapporto con i Competence Center

I Competence Center sono una componente chiave della trasformazione digitale. È questo il motivo per cui è stato sottoscritto un accordo tra Confindustria, Dih e gli otto Competence Center nazionali selezionati dal Mise con l’obiettivo di strutturare una collaborazione per qualificare e mettere a fattor comune i rispettivi punti di forza: i Dih garantiscono la prossimità alle imprese e la presenza capillare sul territorio, mentre i Competence Center offrono il know how e la conoscenza approfondita delle tecnologie. L’accordo individua, inoltre, i contenuti essenziali delle convenzioni operative che possono essere stabilite tra singoli Dih e Cc. Patto, quindi, da cui discende la partecipazione congiunta delle due componenti al programma europeo Digital Europe, con il quale la Commissione intende sviluppare la rete di European Digital Innovation Hub che promuovono la diffusione delle tecnologie digitali in Europa.

La mappa dei competence center. Fonte Atlante 4.0

L’assessment come punto di ingresso al digital journey

Nella categoria innovazione sostenibile premiata invece Mies per avere realizzato un sistema evoluto di efficientamento energetico

L’assessment del Dih è realizzato con il tool elaborato dal Politecnico di Milano che misura il livello di maturità digitale prendendo in considerazione quattro dimensioni d’analisi: esecuzione, per comprendere come un processo è eseguito e gestito; organizzazione, per esaminare la struttura organizzativa che sottende l’esecuzione dei processi; monitoraggio e controllo, per identificare come e quanto un’impresa misura, monitora e tiene sotto controllo gli indicatori di performance di un processo; tecnologie, per mappare informazioni sulle soluzioni IT utilizzate a supporto dei processi. Queste quattro dimensioni sono analizzate all’interno di ciascuno dei macroprocessi che compongono la value chain di una impresa: progettazione e ingegneria, produzione, qualità, manutenzione, logistica, supply chain, risorse umane e marketing, vendite e customer care. Lo strumento permette inoltre di misurare il livello di maturità del prodotto, offrendo così all’azienda la possibilità di iniziare a determinare eventuali nuovi scenari legati all’opportunità di capitalizzare i dati generati dal prodotto in logica di nuovi servizi. Il livello di maturità digitale viene misurato sulla base di una scala crescente caratterizzata da cinque livelli: il primo livello è rappresentativo di processi poco controllati e gestiti reattivamente, mentre il quinto denota un alto grado di integrazione e di preparazione al cambiamento verso Industria 4.0.

 

Evoluzione e prospettiva europea

Il Piano strategico dei Dih prevede nuovi servizi da sviluppare lungo 4 linee d’azione: consapevolezza dell’importanza della trasformazione digitale; definizione di piani di trasformazione digitale e internazionalizzazione; promozione dell’incontro tra domanda e offerta nell’ecosistema dell’innovazione; presidio del livello europeo per nuove opportunità per le pmi. Su questo punto, centrale è ottenere il riconoscimento come European Digital Innovation Hub. «L’obiettivo degli Edih – spiega Pagani – è accrescere la competitività dell’industria e delle organizzazioni pubbliche migliorandone i processi di business e produzione, fornendo servizi di informazione e supporto per la ricerca dei finanziamenti e agevolando l’accesso alle competenze tecniche digitali avanzate». La questione europea è dunque centrale per non rimanere legati a una visione locale. L’Europa è di fatto il motore dei finanziamenti più rilevanti a sostegno dello sviluppo di Industria 4.0 ed è anche occasione per le nostre imprese di entrare a far parte di un circuito internazionale condividendo esperienze che nascono in tutti i paesi dell’Unione. Attraverso i suoi programmi quadro pluriennali per la ricerca e l’innovazione, l’UE fornisce infatti finanziamenti volti a consolidare il settore scientifico, rinsaldare l’innovazione industriale con investimenti in tecnologie chiave, agevolando l’accesso ai capitali di sostegno. Grande attenzione viene poi data alle principali questioni sociali, quali i cambiamenti climatici, i trasporti sostenibili e le energie rinnovabili. Insomma, l’Europa è un’occasione affinché nuove tecnologie e soluzioni digitali si trasformino in prodotti validi con un vero potenziale commerciale, mediante la creazione di partnership con l’industria e i governi, intensificando la collaborazione internazionale in materia di ricerca e innovazione.

EDIH Manufacturing Network

Il progetto Fabbriche Vetrina

Gianluigi Viscardi, ceo di Cosberg e presidente del Digital Innovation Hub Lombardia

Di grande rilevanza ai fini della sensibilizzazione e formazione delle imprese è il progetto Fabbriche Vetrina, avviato dai Dih con l’obiettivo di portare alla ribalta pmi che hanno già avviato un percorso di trasformazione digitale e sono aperte a condividere con altre aziende la loro esperienza, evidenziando casi applicativi delle tecnologie digitali e di come queste possano essere integrate nell’ambiente di produzione. Ad oggi sono state individuate oltre 40 aziende distribuite su tutto il territorio nazionale e sono stati realizzati i primi tour virtuali per mostrare casi di applicazione concreta. «Le Fabbriche Vetrina sono aziende orientate all’innovazione che hanno introdotto e integrato nei propri impianti produttivi soluzioni avanzate e visibili, utilizzando una o più tecnologie abilitanti tipiche dell’Industria 4.0, spiega Pagani. Si tratta principalmente di pmi che consentono ad altre aziende di “toccare con mano” le applicazioni 4.0, mostrando come sono state integrate nei processi produttivi».

 

Operazione digitalizzazione filiere

I Dih hanno avviato collaborazioni con grandi imprese per realizzare l’analisi della maturità digitale di filiere produttive. L’obiettivo è individuare i gap tecnologici e promuovere la trasformazione delle imprese della catena di fornitura, iniziando da quelle strategiche, che per le imprese leader non rappresentano “semplici” fornitori ma veri partner. L’argomento è diventato di estrema importanza con la crisi Covid, che ha messo in evidenza il valore della digitalizzazione per la resilienza delle filiere e ha chiaramente sottolineato come le tecnologie digitali rappresentino la chiave per superare i limiti legati alla frammentazione del sistema produttivo e permettere a tutta la filiera di crescere attraverso la creazione di sinergie. Dopo i progetti realizzati con Ansaldo, Abb, Enel e Rete del Filo d’Oro, una rete di 12 imprese del settore tessile, i Dih hanno avviato l’assessment della filiera di Leonardo, che ha coinvolto 28 aziende e sta procedendo alla selezione di un ulteriore gruppo di fornitori. Recentemente è stato inoltre avviato il progetto di Hitachi Rail Italy con 17 pmi coinvolte nell’iniziativa e sono stati presi i primi contatti con Otb, che ha intenzione di seguire lo stesso percorso.

I primi 4 Lighthouse Plant. Fonte Cluster Fabbrica Intelligente

I vincitori del Technology Beauty Contest

Electro Adda – Innovazione di processo con il configuratore di prodotto in logica algoritmica

Per l’innovazione digitale di processo il premio è andato a Electro Adda, per lo sviluppo di un configuratore di prodotto ad intelligenza algoritmica

Storica azienda di Lecco, fondata nel 1948 e controllata dalla famiglia Riva, Electro Adda progetta e produce macchine elettriche rotanti. La soluzione premiata ha permesso di rinnovare e innovare il processo di configurazione prodotto sfruttando gli algoritmi di intelligenza artificiale. La soluzione analizza big data attraverso logica algoritmica e si caratterizza per essere uno strumento snello che consente al cliente di configurare la macchina sulla base delle proprie esigenze, semplificando la gestione delle varianti di prodotto e la generazione delle proposte di vendita. Al progetto hanno collaborato attivamente il Politecnico di Milano e l’università di Modena e Reggio Emilia.

 

Milani SpA – Innovazione di prodotto con il condition monitoring per la sicurezza dell’ambiente di lavoro

Fondata nel 1964, Milani Spa è un’azienda specializzata nella progettazione, installazione e manutenzione di impianti elettrici. La soluzione premiata – nata nell’ambito delle attività di ricerca e sviluppo e innovazione – utilizza algoritmi di intelligenza artificiale e ha l’obiettivo di garantire sicurezza in ambiente di lavoro attraverso una sorta di condition monitoring di fabbrica. Si tracciano gli spostamenti degli operatori all’interno dell’ambiente di produzione e si vanno a monitorare le condizioni di salute e sicurezza rilevando situazioni anomale o critiche.

 

Mies – Innovazione sostenibile con One View, la soluzione smart per l’efficientamento energetico

Startup nata nel 2018, con sede a Gallarate in provincia di Varese, Mies ha realizzato One View, una soluzione orientata all’ottimizzazione e all’efficientemento energetico. Il sistema di supervisione permette di conoscere in maniera puntuale i consumi aziendali, calcola i costi energetici, individua gli sprechi e mette in evidenza le opportunità di miglioramento. Consente di simulare il funzionamento di un macchinario prima che venga installato, permettendo così di verificarne in anticipo i reali risparmi e i benefici prestazionali. Offre inoltre supporto decisionale rendendo disponibili servizi previsionali sull’andamento dei prezzi, consentendo di minimizzare il costo dei volumi energetici.














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