Marposs punta al mezzo miliardo di fatturato. Con IIoT, acquisizioni, digitale

di Marco De' Francesco ♦︎Al centro dell'offerta della multinazionale - che compie 70 anni - la piattaforma digitale Maindo: controllo olistico sui processi che integrano gli strumenti di misura. E per il futuro, l'azienda vuole espandersi prendendo il controllo su realtà che svolgono controllo su batterie o semiconduttori. Ne parliamo con Alessandro Strada e Francesco Possati

Al compimento dei 70 anni di attività, il 14 luglio 2022, Marposs si avvia a recuperare quota mezzo miliardo di revenue, il turnover pre-Covid, dopo il calo a doppia cifra di due anni fa. Una veloce rimonta, ma non è questo il punto. Il punto è che il mezzo miliardo di oggi è diverso da quello di ieri. Stanno cambiando le componenti del fatturato. Marposs produce sistemi industriali per misurare e controllare dimensioni, geometrie e qualità superficiale dei componenti meccanici e per il monitoraggio dei processi. Ora, invece, l’azienda realizza anche strumenti per il monitoraggio delle batterie, nel settore dell’auto green. Se Marposs è riuscita in breve tempo ad intercettare nuovi mercati e a rispondere con efficacia, c’è un perché.

Marposs è un gruppo con sede a Bologna, guidato dal Ceo Alessandro Strada. Gli ingegneri di Marposs lavorano sia con le aziende dei settori automobilistico, aeronautico, elettronica di consumo e biomedicale che con i produttori delle macchine utensili; e ciò dalla fase di sviluppo di un progetto fino all’implementazione e al servizio a lungo termine. Il gruppo ha 3.500 dipendenti, di cui i tre quarti in Europa e il resto nelle diverse sedi commerciali sparse in giro per il mondo. Il motivo della sua reattività dipende molto dall’articolata strategia di crescita, che consente all’azienda di estendere continuamente le proprie competenze. La strategia è ispirata ad un modello di sostanziale equilibrio tra tre componenti.







Anzitutto c’è la crescita organica, che è largamente fondata sulla ricerca e sull’implementazione di soluzioni innovative e digitali. È lo sviluppo in house del know how, che consente all’azienda di fornire prodotti e servizi molto “verticali”. L’attività di R&D dell’azienda occupa circa l’8% delle risorse umane, per lo più ingegneri. E poi, c’è la strategia delle acquisizioni, per la quale Marposs ha pochi paragoni in Italia, soprattutto nella sua categoria dimensionale. Tramite queste operazioni si ottiene il know how per penetrare nuovi mercati. Infine, lo sviluppo continuo della rete commerciale globale, necessaria per scaricare a terra il know how acquisito nelle due modalità indicate. Ne abbiamo parlato con il Ceo Strada e con Francesco Possati, nipote del fondatore e membro del Consiglio di Amministrazione.

 

I milestone della crescita di Marposs

Francesco Possati. e Alessandro Strada

Si diceva che si spengono in Marposs, le 70 candeline. Tanti anni sono passati da quando, nel 1952, l’ingegnere Mario Possati (1922-1990) decide di mettere a frutto un brevetto rivoluzionario, relativo ad un’apparecchiatura per il controllo “in process” dei pezzi durante la lavorazione di rettifica. Di qui, la fondazione, a Bologna, dell’azienda. L’idea di Possati riscuote subito un rapido successo; d’altra parte, consente l’ottimizzazione – in termini di quantità e qualità – dei pezzi prodotti dalle macchine utensili. Nell’Italia del Boom, la novità si impone rapidamente tra le imprese dello Stivale. Questo, quanto alle origini. «Il primo milestone per la crescita dell’azienda si verifica già nel corso degli anni Sessanta. Marposs, infatti apre anzitutto una prima filiale estera, in Germania; poi, nel 1963, decide di attraversare l’oceano Atlantico, con la realizzazione di uno stabilimento nella periferia di Detroit, la capitale americana dell’automobile.  Nel 1970 Marposs inizia a guardare ad Est con l’inaugurazione della filiale giapponese. Un mercato particolare, quello del Sol Levante. Per penetrarlo, occorre stringere importanti rapporti fiduciari. Ci vuole tempo. I primi anni non vendiamo nulla: ora, invece, il Giappone ha un peso importante per le nostre revenue, ed è la porta per il mercato asiatico in generale, e cioè per la Cina e la Corea. Comunque sia, oggi sembra tutto normale; ma a quei tempi l’internazionalizzazione era un fatto straordinario per aziende delle nostre dimensioni» – afferma Francesco Possati, che figlio del presidente Stefano Possati. Oggi, Marposs è presente direttamente con la propria organizzazione di vendita e assistenza in oltre 25 paesi e dispone di una rete di agenti e distributori in un’altra decina. «Se oggi l’azienda ha un notevole vantaggio competitivo, dovuto ad un’importante rete commerciale e di assistenza tecnica, lo si deve anche all’intraprendenza dimostrata dal management di tanti anni fa» – commenta Francesco Possati.

Il secondo milestone è invece legato ad una attività più recente, iniziata negli anni Duemila, quella delle acquisizioni. Ben 28, più di una all’anno, da allora. «Se siamo diventati un serial acquiror, è stato per ottenere tecnologie critiche che ci hanno concesso di penetrare nuovi mercati di destinazione che non conoscevamo, come il biomedicale o l’aeronautico» – afferma Francesco Possati. Tra le ultime e più rilevanti, la milanese E.d.c. (Electrical Dynamic Company) che svolge una attività che è – come vedremo più avanti – centrale e strategica per Marposs: il collaudo e la verifica funzionale di motori elettrici, dei loro componenti (statori e rotori). Ma anche Blulink di Reggio Emilia, la software house che da più di trent’anni sviluppa soluzioni per la Qualità, grazie ad un apposito gestionale dedicato, Quarta (ora nella release Quarta Evo). Blulink ha avuto un ruolo  nella creazione della piattaforma Marposs Digital Platform, di cui parleremo. Infine, la francese Stil, azienda pioniere della tecnologia di misura 3D senza contatto. L’impresa è nota per aver sviluppato la misurazione con focale cromatica, che garantisce una grande precisione nonché la possibilità di determinare le dimensioni dello spessore. Marposs resta un’impresa familiare, giunta alla terza generazione. «Questo aspetto – afferma Francesco Possati – ha consentito all’azienda di avere una visione a lungo termine. Fenomeni complicati, come la crisi 2008-2009 o quella del Covid, trovano sempre una risposta “meditata”, che non guarda solo all’immediato». Azienda familiare, sì, ma anche managerializzata. «L’equilibrio tra questi due aspetti è un punto di forza per Marposs» – termina Francesco Possati.

 

IioT, auto elettriche, acquisizioni: le ultime frontiere di Marposs raccontate da Francesco Possati

Che cosa fa Marposs

Marposs ha 3.500 dipendenti, di cui i tre quarti in Europa e il resto nelle diverse sedi commerciali sparse in giro per il mondo. Optoflash sistema ottico di misura

Anzitutto, in tutti i settori della misura in-process e del controllo di processo, Marposs fornisce applicazioni per la più vasta gamma di macchine utensili, che comprende rettificatrici, macchine ad asportazione, macchine per stampaggi e presse, e molte altre. In secondo luogo, Marposs fornisce una linea completa di prodotti per la misura dimensionale manuale e automatica. In terzo luogo, Marposs realizza test di integrità, con utilizzo di metodologie non invasive, come i test non distruttivi (Nd) con correnti parassite, per verificare i guasti superficiali (come crepe, porosità, fori di sfiato, inclusioni, spellature, ecc.); e come quelli di tenuta, per verificare la presenza di perdite in un componente o un dispositivo. Infine, Marposs fornisce agli integratori i componenti necessari per l’assemblaggio delle loro stazioni di misura: componenti meccanici, sensori, dispositivi di interfacciamento meccanico ed elettronico, computer industriali e software applicativo.

 

La strategia di crescita

1)      L’offerta digitale

Centrale, nell’offerta digitale, la piattaforma Maindo, la Marposs Digital Platform.  Si tratta di una piattaforma software che consente consente all’azienda utente un monitoraggio serrato sia sui processi che integrano gli strumenti di misura di Marposs, che sulla qualità. Permette, cioè, un “controllo olistico”. L’idea è che quello selettivo possa rivelarsi per l’impresa utente una severa limitazione: il vantaggio più rilevante si ottiene incrociando diversi “punti di vista”. Come funziona? Flussi di dati prodotti dalle macchine e da tutti i dispositivi Marposs, quelli relativi alle operation, gli ordini, quelli sulla manutenzione e quelli sulla gestione della qualità nonché quelli generati dai sistemi aziendali come Erp, Plm, Mes nello stesso “data lake”, e aggregandoli incrociandoli, «si possono ottenere informazioni utili, e da queste conoscenze preziose a vantaggio dell’azienda utente». Nonché di inviare i dati ad un livello superiore, quello dell’Erp e del Mes, anche per operazioni di analytics finalizzate al miglioramento del prodotto.

Nel data lake girano potenti software grazie ai quali l’azienda utente può fruire di servizi come la predictive maintenance e l’anomaly detection. «Nella realizzazione della piattaforma abbiamo sfruttato il vantaggio competitivo che deriva da una serie di competenze di cui Marposs dispone sia nella sensoristica che nel software, e soprattutto nelle interrelazioni tra l’una e l’altro. È nel Dna dell’azienda, visto che fin dagli anni Cinquanta Marposs è in grado di mettere insieme elettronica e sensori. Ciò che è cambiato, a parte l’enorme evoluzione legata all’implementazione degli algoritmi, è che oggi si possono analizzare i dati di decine di macchine al contempo, e ciò consente di ottenere previsioni che si possono tradurre in suggerimenti di correzione» – afferma Strada. Sempre secondo Strada, «la platform è sempre oggetto di evoluzione: d’altra parte è nata per l’Industry 4.0; ma già si sente parlare di Industry 5.0».

Maindo è la Marposs Digital Platform. Le informazioni provenienti da fonti diverse (operation, ordini, sistemi aziendali) vengono convogliate in un data lake, e di qui aggregate e elaborate grazie a potenti algoritmi. I vantaggi non sono solo relativi alla qualità, ma anche, come vedremo, alla manutenzione predittiva e alla anomaly detection

2)      La teoria delle acquisizioni non si ferma

Si è già citato il passato e il presente di Marposs in quanto “serial acquiror”.  Ma come andrà nei prossimi anni? La politica di acquisizioni continuerà? «Abbiamo un pacchetto di obiettivi in fase di studio. Aziende sane, con il bilancio a posto; cerchiamo quelle che realizzano prodotti complementari a quelli che realizziamo e strategici, che ci permettano cioè di penetrare nuovi mercati. Queste imprese potrebbero utilizzare la nostra rete commerciale per crescere sul mercato. Sotto la lente d’ingrandimento, soprattutto quelle che svolgono controlli sulle batterie, o sui semiconduttori. Peraltro, stiamo portando avanti progetti di open innovation: l’idea è quella di integrare nel Gruppo start-up innovative, per acquisire Know-How tecnici particolari, di cui non disponiamo. Siamo in una fase iniziale, di reciproca conoscenza» – afferma Strada.

 

3)      Investire nella rete commerciale globale

Secondo Strada, si tratta di «allargarsi a nuovi mercati e a nuovi settori di mercato, e per far ciò è necessario un investimento nella rete commerciale globale, sia in termini di strutture che di persone».

 

Con Maindo, Marposs fa “toccare con mano” la raccolta dati. Vi mostriamo tutti i passagg

Obiettivi di fatturato per l’anno in corso

Marposs è un gruppo con sede a Bologna, guidato dal Ceo Alessandro Strada. Gli ingegneri di Marposs lavorano sia con le aziende dei settori automobilistico, aeronautico, elettronica di consumo e biomedicale che con i produttori delle macchine utensili

«Siamo in linea con l’obiettivo per il 2022, e cioè quello di recuperare il turnover pre-Covid» – afferma Strada. In effetti nel 2020 il fatturato di Marposs ha seguito la parabola di quello della manifattura, a causa dell’interruzione delle filiere e della difficoltà sperimentate dai settori di riferimento (nel caso di Marposs, macchine utensili, automotive, aeronautica e altri): le revenue sono scese a quota 380 milioni con un calo del 20% rispetto ai 485 del 2019. Per l’anno in corso appunto, si tratta di tornare a quota 485. «È importante sottolineare che in questi ultimi due anni è cambiata la composizione del fatturato. Si pensi che oggi le nostre soluzioni per l’auto elettrica, sviluppate negli ultimi tre anni valgono il 10% del turnover» – afferma Strada.

 

Settori di destinazione sempre più importanti per Marposs

Secondo Strada, ci sono dei settori che stanno assumendo una crescente importanza per Marposs. Tra questi, come si diceva, l’automotive “green”. Il fatto è che il pacco batteria rappresenta uno degli elementi centrali di un powertrain elettrico, un componente le cui prestazioni sono la chiave verso il futuro successo commerciale delle auto Phev e Bev. Si tratta di un elemento in cui si concentra il massimo valore per questo tipo di veicolo e per il quale è quindi necessario garantire il massimo livello qualitativo fornendo sistemi di controllo qualità e di processo adeguati lungo l’intera catena di produzione. Ecco, l’offerta di Marposs per l’auto green riguarda sia i test di tenuta del pacco finito e del circuito di raffreddamento che quelli elettrici, funzionali e fine-linea di moduli e pacchi. In particolare, per i test di tenuta si utilizza il citato sistema che prevede l’elio come gas tracciante (cosiddetto sniffing automatico): due robot con sonde sniffing vengono utilizzati per controllare l’eventuale presenza di perdite infinitesime nel gruppo assemblato. Quanto ai test elettrici per i moduli di batterie, Marposs ha studiato una soluzione estremamente compatta, predisposta per il controllo finale del corretto assemblaggio.

Ricostruzione 3D con sistema laser. Marposs, che ha 3.500 dipendenti in 34 Paesi, nel 2020 ha perso un quinto delle revenue a causa della pandemia. Ciononostante, pensa di recuperare il gap già l’anno prossimo, per poi lanciarsi in una nuova fase di espansione

Un altro settore sempre più rilevante è quello dell’elettronica di consumo. «Studiamo soluzioni per i processi produttivi in questo campo. Ad esempio, uno smartphone ha una custodia. Per posizionare correttamente tutte le parti che deve contenere, è necessario misurarne le dimensioni con scrupolo. Pensiamo poi ai controlli sui semiconduttori, che per noi già rappresentano un mercato importante. Noi forniamo macchine automatiche di metrologia ed ispezione di wafer, interposer, e componenti ottici. Peraltro, siamo anche costruttori di applicazioni su macchine utensili per la produzione di semiconduttori e chips» – afferma Strada. Altro settore di riferimento è il biomedicale. Questo comparto è caratterizzato dal fatto che i test non sono random, ma anzi viene controllato il 100% della produzione: il biomedicale. Protesi, tubi, raccordi, kit medicali, apparecchiature per dialisi o per ventilazione artificiale sono oggetto di ispezioni accurate. Sacche per liquidi (sangue, alimenti, soluzioni farmaceutiche) e flaconi sono articoli di consumo tipici per il settore farmaceutico e cosmetico, testati all’aria. In aggiunta ai tipici test di tenuta o della portata, vengono controllati dimensione e volume con test funzionali e distruttivi. I prodotti sigillati, come le confezioni monodose, vengono comunemente testati anche per intercettazione, in campana, nel vuoto. «Nel biomedicale ci sono grandi spazi per le nostre soluzioni; ad esempio, si può ottimizzare la tracciabilità e gestire i dati di processo raggruppandoli. C’è una domanda crescente di nuovi sistemi» – afferma Francesco Possati.

 

Paesi di destinazione sempre più rilevanti

«Si va al traino dei settori in crescita – afferma Strada -. Ad esempio, l’elettronica di consumo viene per lo più realizzata ed ha una forte diffusione in Paesi come la Cina e la Corea del Sud; ma anche come l’India e il Vietnam, mercati in cui siamo presenti, e nei quali intendiamo consolidarci ed avanzare».

(Ripubblicazione dell’articolo pubblicato il 15 luglio 2022)














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