Il solare termodinamico parla italiano: Sol.In.Par., Stromboli Solar e Fata (Danieli) realizzano due impianti in Sicilia

Il primo a Partanna e il secondo, in cantiere nella Piana di Misiliscemi, avranno come supervisore tecnico Enea

In Italia il futuro del solare termodinamico parte da Partanna (Trapani), in Sicilia. A breve, infatti, sarà inaugurato il primo impianto realizzato in Italia che integra solare a concentrazione con il fotovoltaico; e un altro è già in cantiere a Trapani nella Piana di Misiliscemi.

Gli impianti sono costruiti da Fata della multinazionale italiana Danieli e i committenti sono altre due aziende italiane: Sol.In.Par. e Stromboli Solar; mentre Enea è stata coinvolta per svolgere diverse attività: dalla supervisione della progettazione, della realizzazione e dell’avviamento, alla verifica delle performance, fino all’integrazione dell’impianto solare a concentrazione con la tecnologia fotovoltaica.







«Questi due progetti dimostrano che in Italia esiste una realtà industriale che sta investendo sulla tecnologia del solare termodinamico con iniziative concrete» sottolinea Giorgio Graditi, direttore del dipartimento tecnologie energetiche e fonti rinnovabili di Enea.

L’impianto di Partanna ha una potenza installata di 4,26 MWe ed è in grado di produrre energia elettrica per oltre 1.400 famiglie (circa il 30% della popolazione del territorio comunale, con utenze domestiche da 3 kW). «Prevediamo di raggiungere una capacità di accumulo di energia termica pari a 180MWht, che equivalgono a circa 15 ore di funzionamento dell’impianto a pieno carico, anche in assenza della radiazione solare» spiega Graditi. L’integrazione di sistemi di accumulo rappresenta un aspetto significativo, poiché consente di poter disporre di energia termica convertibile in elettrica, senza dover dipendere dal ciclo giorno-notte e dalle condizioni meteo, potendo così programmare la produzione e soddisfare la domanda di energia.

A Partanna l’area complessiva del campo solare è di 83 mila m2 (circa 10 campi da calcio), dove sono installati 126 collettori solari lineari tipo Fresnel disposti in 9 loop, in grado di focalizzare i raggi solari su di un tubo ricevitore; al suo interno scorre una miscela di sali fusi (principalmente nitrati di potassio e di sodio) a basso costo, non infiammabili, innocui per l’ambiente (in caso di perdite del circuito, di facile rimozione perché solidificano rapidamente), che viene utilizzata sia come fluido termovettore, sia come mezzo di accumulo di energia termica a una temperatura stabile di circa 550° C. Il fluido riscaldato nel ricevitore solare si accumula nel serbatoio caldo, quindi entra nel generatore di vapore dove cede la sua energia e si scarica nel serbatoio freddo e da qui ritorna al ricevitore solare. Il vapore così prodotto viene inviato a un gruppo di generazione, turbina a vapore/alternatore. L’impianto è completato da una caldaia di primo avviamento alimentata con Gnl – circa 47 t stoccate in un serbatoio criogenico – per garantire il mantenimento della temperatura dei sali fusi al di sopra di quella di congelamento, soprattutto nei periodi invernali e nella fase di riempimento iniziale dei serbatoi.

L’International Energy Agency prevede, nei prossimi decenni, un sostanziale incremento della quota di energia prodotta da solare termodinamico  che dovrebbe coprire oltre il 10% del fabbisogno globale di energia primaria al 2050. Puntare al miglioramento delle capacità di accumulo dell’energia termica dei sistemi sarà fondamentale per attirare ulteriori investimenti.

 














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