Sovranità dei dati e Gaia-X: confronto tra Governo, Confindustria, Esa, OVHcloud e Atos sul cloud europeo

Secondo Michel Paulin «Il controllo dei dati in Europa può portare alla creazione di 500 mila nuovi posti di lavoro»

Nella sede dell’Ambasciata francese in Italia si è svolto  l’incontro “Sovranità sui dati – La missione europea di Italia e Francia”, al quale hanno partecipato Stefano Firpo, capo di Gabinetto, Ministero dell’Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale, Luigi Gubitosi, vice presidente di Confindustria con Delega al Digitale, Francesco Bonfiglio, ceo di Gaia-X e Simonetta Cheli, head of strategy, programme and coordination office dell’Esa.

I manager si sono confrontati su tematiche chiave per il futuro del nostro Paese quali la sicurezza, la trasparenza e la protezione dei dati attraverso un sistema di regolamentazioni chiare in termini di interoperabilità e sovranità digitale, alla luce dell’incremento nell’adozione del cloud in tutta Europa e della continua crescita del numero di organizzazioni pubbliche e private che hanno deciso di aderire a Gaia-X.







A dar il via agli interventi è stato Stefano Firpo, che ha rilevato come nel quadro del Pnrr vengano destinati sette miliardi di euro alla digitalizzazione della Pa, di cui due miliardi per la trasformazione attraverso un approccio cloud-oriented, fondamentale per rendere maggiormente fruibili i servizi ai cittadini. Un approccio che vedrà un connubio di hybrid, private e public cloud in funzione del differente livello di sensibilità dei dati trattati. In questo contesto l’iniziativa GAIA-X risulta fondamentale, sia per garantire un Cloud sicuro, sia per assicurare che l’Europa possa stabilire standard molto chiari e condivisi – una “Schengen dei dati” – su interoperabilità e trasparenza, così da poter trattare con i principali player americani e cinesi attraverso un’unica e autorevole voce. Firpo ha inoltre sottolineato come il Polo Strategico Nazionale di prossima creazione avrà un ruolo chiave per la cooperazione tra pubblico e privato e per la condivisione dei dati tra le diverse filiere strategiche italiane.

Una serie di linee programmatiche che hanno trovato concorde Luigi Gubitosi, che ha evidenziato l’unità di intenti con il Governo e ricordato l’imminente inaugurazione da parte di Confindustria del Regional Hub italiano di Gaia-X, venerdì 28 maggio. Nel suo intervento, il manager ha parlato del cloud come parte di un’infrastruttura più ampia capace di abilitare la tecnologia chiave per le imprese, l’Intelligenza Artificiale, e del ruolo GAIA-X come piattaforma di accesso fondamentale in termini di standard condivisi e interoperabilità, per cui i dati risulteranno più facilmente spostabili, evitando in tal modo il lock-in. Gubitosi ha quindi proseguito focalizzandosi sulla risposta più che positiva delle imprese italiane verso questa iniziativa, che deve coinvolgere necessariamente le aziende di tutti i settori e di tutte le dimensioni, adeguatamente formate anche grazie alle attività dei Digital Innovation Hub e dei comitati tecnici di Confindustria.

L’intervento di Francesco Bonfiglio è stato incentrato sugli elementi alla base dell’intera iniziativa GAIA-X, e ha sostenuto che l’opzione di creare un campione unico europeo del cloud si sarebbe rilevata inutile e avrebbe portato a uno spreco di risorse, laddove il futuro è invece distribuito e federato. Ciò riflette alcune tendenze sia tecniche – legate a data gravity, edge computing e cloud distribuito – sia etiche, per cui standard sicuri di accessibilità e trasparenza dei dati favoriscono una maggiore fiducia tra cittadinanza e istituzioni. Interrogato sul ruolo dei player non europei all’interno del progetto, il CEO di GAIA-X ha chiarito che considerato il carattere inclusivo dell’iniziativa sarebbe stato incoerente escludere a priori le aziende americane o cinesi, ma al contempo ha ricordato che queste non godono del diritto di voto né della possibilità di sedere nel board dell’organizzazione. Inoltre, solo le soluzioni che risponderanno ai principi di GAIA-X godranno dell’etichettatura smart basata su contratti digitali recentemente annunciata, che garantirà la totale tracciabilità dei dati e la loro portabilità.

Il ruolo dell’Italia e in particolare del Cineca come esempio di polo tecnologico europeo e infrastruttura dotato di tecnologia di origine continentale è stato al centro anche del contributo di Giuseppe Di Franco. Più in generale, Gaia-X va collocata in un processo di cambiamento fondato su tre elementi: infrastrutture, reti, hpc ed edge computing – come pilastro abilitante, applicazioni e piattaforme all’insegna dell’interoperabilità e della apertura che rivestono un ruolo fondamentale perché imprese e Pa siano attratte da GAIA-X e lo sviluppo di competenze specifiche, per creare una generazione di professionisti in grado di far evolvere questo scenario di utilizzo dei dati. Il ceo di Atos Italia ha poi evidenziato come l’ownership del proprio dato sia cruciale per sviluppare valore, considerando che alcune realtà sono andate incontro al fallimento proprio per la non interoperabilità e piena disponibilità del dato stesso.

Un esempio di trattamento dei dati in una filiera strategica è stato fornito da Simonetta Cheli, che ha spiegato che l’ESA considera GAIA-X un’iniziativa dal valore cruciale a livello europeo. A partire dalla esperienza dell’Agenzia Spaziale di gestione di quantità enormi di informazioni, Cheli ha sottolineato che tutti i dati veicolati attraverso i satelliti operativi sono infatti “free” e “open” per tutta la comunità scientifica e le imprese. Un focus particolare è stato poi posto sul progetto Digital Twin Earth, modello matematico in grado di replicare l’atmosfera, gli oceani e i ghiacci terrestri con una precisione inimmaginabile, in cui il già menzionato Cineca svolge un ruolo chiave nella simulazione del clima, producendo dati accessibili per utenti, ma anche valore economico con ritorni rilevanti per le imprese.

«Gaia-X non è un progetto all’insegna del sovranismo o del protezionismo, ma al contrario un’iniziativa aperta a tutti quelli che ne condividano i valori, come OVHcloud che è tra i soci fondatori», spiega Michel Paulin, ceo di OVHCloud. «E rappresenta, finalmente, l’occasione per l’Europa di creare un modello regolato, fondato su una logica aperta e interoperabile. Una possibilità di scelta che oggi non esiste, considerando che il mercato dei dati in Europa attualmente è controllato per il 70% da tre soli player. Ne va, quindi, della libertà dei cittadini europei. Il successo di questa iniziativa passa da uno chiaro rapporto fra istituzioni e player grazie a una strategia politica precisa, da una ricerca pubblica e privata efficiente collegata a laboratori finanziati in maniera adeguata, da una più ampia possibilità di finanziamento attraverso fondi di venture capital e da un fondamentale attività di educazione e formazione. Tutto questo perché, come ha dimostrato Kpmg in suo recente report, il controllo dei dati in Europa può portare alla creazione di 500 mila nuovi posti di lavoro”. Paulin ha poi concluso sottolineando che «l’Italia è molto attiva in Gaia-X, la domanda dei clienti italiani per un cloud aperto, interoperabile è molto forte».














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