La manifattura italiana migliora. Manuelli, CFI: il clima positivo creato da Transizione 4.0 ha aiutato, ora la Resilienza Industriale deve diventare sistemica

Purchasing Managers Index è risalito ai massimi da 34 mesi a questa parte. Patuanelli: «Il dato Pmi manifatturiero oltre le attese a 55.1 punti è un ottimo segnale, che denota anche un clima di fiducia a cui hanno contribuito la messa a terra di misure come il potenziamento di Transizione 4.0. Dobbiamo chiudere più in fretta possibile queste crisi e tornare a lavorare h24 per le nostre imprese». Il commento del Cluster Fabbrica Intelligente, che parlerà di questi temi al suo workshop del 5 febbraio.

Stefano Patuanelli. Photo credits mise.gov.it

Un piccolo spiraglio di speranza in una crisi che sembra non avere fine: l’indice Pmi manifatturiero (Purchasing Managers Index) italiano è risalito a 55.1 ai massimi da 34 mesi a questa parte. Gli analisti erano concordi nell’attendersi un risultato addirittura inferiore di tre punti. Soddisfatto il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli:  «Il dato Pmi manifatturiero – chiosa – oltre le attese a 55.1 punti è un ottimo segnale, che denota anche un clima di fiducia a cui hanno contribuito la messa a terra di misure come il potenziamento di Transizione 4.0. Dobbiamo chiudere più in fretta possibile queste crisi e tornare a lavorare h24 per le nostre imprese».

La notizia offre a Luca Manuelli, presidente del Cluster Fabbrica Intelligente, lo spunto per fare importanti considerazioni sullo stato di salute della manifattura italiana e le sue prospettive, soprattutto in relazione a un tema centrale per noi: la Resilienza Industriale.







Luca Manuelli, cdo di Ansaldo Energia, ceo di Ansaldo Nucleare e presidente del Cluster fabbrica intelligente

«Le buone prospettive della manifattura italiana che l’ultimo Purchasing manufacturing index fa emergere inducono ad almeno tre considerazioni. La prima è che la manifattura, unico settore che tiene, si conferma come elemento trainante dell’economia e della società in Italia», dice Manuelli a Industria Italiana. «La seconda considerazione è che il Cluster Fabbrica Intelligente (CFI) concorda con il Ministro Patuanelli sul fatto che il clima positivo creato dal pacchetto Transizione 4.0 e da altri provvedimenti sta iniziando a manifestare i suoi effetti» Il  CFI,  che ha fatto parte della cabina di regia che ha suo tempo ha supportato la definizione e l’avvio del Piano Industria 4.0, ritiene fondamentale in questa fase riportare le imprese e, in particolare, il lavoro al centro della discussione di merito per rafforzare l’impianto degli obiettivi del Recovery Plan e supportarne la relativa realizzabilità. «Occorre un battente di risorse adeguate in grado non solo di dare continuità agli obiettivi del Piano Industria 4.0 – garantendo un arco temporale adeguato – ma anche di favorire l’avvio di un percorso di allargamento degli stessi», prosegue Manuelli. E sottolinea: «E bisogna dedicare attenzione alle esigenze delle pmi, che non di rado hanno un ruolo importante in molte filiere».

C’è poi il tema, enorme, della Resilienza Industriale, che deve diventare sistemica. «Terza ma non meno importante considerazione, in Italia ci sono molti soggetti industriali campioni di resilienza, cioé di capacità di reagire ai cambiamenti improvvisi imposti da emergenze come il Covid-19, ma anche dalle richieste del mercato, sempre di più soggetto a fluttuazioni veloci e imprevedibili». Nell’era del 4.0 (che comporta just in time, personalizzazione di messa e grande efficienza) resilienza è ormai un imperativo categorico. Ma la resilienza non può essere solo una prerogativa di alcune eccellenze. «Secondo il Cluster Fabbrica Intelligente la resilienza deve diventare sistemica in tutto il nostro apparato produttivo. Per fare si che ciò accada abbiamo redatto una dettagliata proposta di politica industriale “Produrre un Paese Resiliente”, con proposte di azioni di medio, breve e lungo periodo. Questa proposta, che sottoponiamo ai decisori politici, è di particolare rilevanza nel momento in cui si discute l’articolazione del Pnnr, che prevede importanti investimenti nell’industria e nelle tecnologie abilitanti e che deve mandatoriamente generare debito “buono”, in grado cioè di generare ritorni finanziari adeguati per non far gravare tale debito sulle spalle delle prossime generazioni».

Di tutto questo il Cluster Fabbrica Intelligente discuterà in occasione del suo prossimo workshop annuale, che si terrà il prossimo 5 febbraio ed è intitolato Produrre un Paese Resiliente e Sostenibile: le sfide del settore manifatturiero. Ci saranno, fra gli altri, Andrea Bianchi, Marco Bentivogli, Maurizio Marchesini e rappresentanti di primarie realtà come Abb, Tenova, , Menarini, Leonardo, Sap, Cisco, Siemens e Deloitte. Introduce Luca Manuelli. Conduce la giornata Filippo Astone, direttore di Industria Italiana.

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