«Abbiamo passato 6 mesi tra Stati Generali, precise richieste su priorità per l’uso del Recovery Fund e interventi strutturali e riforme in coerenza con le linee guida della Commissione UE e lezioni apprese in 25 anni di bassa crescita. Al Ministro Patuanelli riconosciamo sensibilità e collaborazione su temi come Industria4.0. Ma che sul Recovery il governo sia indietrissimo su progetti e governance è e resta un fatto oggettivo e innegabile».
Parole dure quelle di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, nei confronti del governo. Ma sono parole fondate su un dato oggettivo e che preoccupa gli industriali. Perché è innegabile che, ad oggi, il governo stia arrancando sui progetti da attuare grazie agli aiuti del Recovery Fund. Così come è sotto gli occhi di tutti la mancanza di un vero programma che stabilisca quali dovranno essere le priorità e gli interventi strutturali da attuarsi, in coerenza con le linee guida della Commissione UE.
E se è vero che il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli sta scommettendo sull’Industria 4.0 e sull’innovazione, non si può comunque negare lo stato di arretratezza dei lavori. L’unica cosa che appare evidente è che il 57% delle risorse (quasi 120 miliardi) dovrà essere destinato a economia circolare e green (37%) e digitale (20%).
«Se lo diciamo – conclude Bonomi – è per cambiare marcia, nell’interesse del Paese, ascoltando noi e le forze sociali. Non per calcoli politici che non ci appartengono».