Harald Kroeger (Bosch): la fornitura di chip automotive non va più

di Nicodemo Angì ♦︎ Il lockdown ha generato una forte domanda di dispositivi quali Pc, tablet, console da videogioco, televisori: il risultato è stato che la concorrenza di questi settori verso quello automobilistico è molto aumentata

Interni della fabbrica di wafer di Bosch a Dresda

Le catene di fornitura dei chip per l’industria automobilistica non funzionano più! A esprimere questo concetto un importante esponente del più grande fornitore mondiale di componenti per auto, Bosch. La questione, vista l’autorevolezza della fonte, merita quindi una certa attenzione. Questo giudizio tagliente è stato espresso da Harald Kroeger, membro del consiglio di amministrazione di Bosch, in un’intervista alla Cnbc.

Kroeger ritiene che le supply chain abbiano sofferto nell’ultimo anno poiché la domanda di chip è esplosa in tutto il mondo e l’elettronica di consumo si è accaparrata grandi quantità di chip. Il lockdown ha infatti generato una forte domanda di dispositivi quali Pc, tablet, console da videogioco, televisori e simili. I motivi sono vari – si è stati di più a casa e la didattica a distanza e il telelavoro sono aumentati esponenzialmente – ma il risultato è stato che la concorrenza di questi settori verso l’automotive è molto aumentata.







 

Chiusure inaspettate e lockdown

A questo fattore si sono poi aggiunti eventi accidentali: Kroeger ha citato la tempesta di neve che ha bloccato Nxp Semiconductors in Texas, l’incendio in un impianto di produzione di semiconduttori Renesas in Giappone e il lockdown da coronavirus che, in agosto, ha interrotto la produzione di chip in diverse fabbriche malesi. Questi eventi imprevedibili hanno enfatizzato quelle che, secondo Koeger, erano criticità preesistenti: «dobbiamo chiederci se esiste un sistema migliore di quello che prevede lunghi tempi di consegna. Ritengo che per alcuni componenti siano necessarie scorte più ingenti perché diversi di questi semiconduttori richiedono sei mesi per essere prodotti. Non ci si può affidare ad un sistema che fa ordini ogni due settimane per chip di questo tipo, non funziona». Questa critica sembra colpire direttamente il concetto della lean production fondata sulla minimizzazione delle scorte di magazzino.

 

Produzione da aumentare

I problemi dell’approvvigionamento dei semiconduttori sono stati gestiti in passato dall’automotive senza troppo clamore ma secondo Kroeger ora è tempo di cambiare. Il motivo è chiaro: «le automobili diventano sempre più ‘intelligenti’ e avranno bisogno di più semiconduttori. I veicoli elettrici richiedono processori potenti ed efficienti per sfruttare al meglio l’energia della batteria». L’esigenza di coniugare potenza di calcolo e rendimento energetico salirà ancora se il veicolo sarà a guida autonoma. Harald Kroeger ha citato la nuova fabbrica di semiconduttori da 1 miliardo di euro, costruita a Dresda e gestita dall’Intelligenza Artificiale, che fa parte della Silicon Valley della Sassonia: «Il fatto che abbiamo iniziato a costruire questo impianto un paio di anni fa dimostra che avevamo compreso che la domanda sarebbe aumentata notevolmente». In effetti l’analista Ubs Francois-Xavier Bouvignies aveva in precedenza dichiarato a Cnbc che le auto con motore a scoppio hanno mediamente 80 dollari di semiconduttori nel powertrain mentre i veicoli elettrici salgono a circa 550 dollari fra inverter, caricabatterie e gestione generale.














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