Monitoraggio energetico, efficientamento, high-tech nel biogas: la strategia di Bonfiglioli per la green economy

di Renzo Zonin ♦︎ L'economia verde continua a crescere di valore e solo il riciclaggio dei rifiuti varrà 88 miliardi in 5 anni. Bonfiglioli, leader nell'automazione, non vuole farsi scappare l'occasione e investe sulla componentistica meccanica dedicata al green. Realizzando motoriduttori per macchine per riciclo e raccolta rifiuti. E per gli apparati di triturazione delle biomasse, fondamentali. Le soluzioni di condition monitoring e predictive maintenance. I servizi di manutenzione e revamping per i siti che producono biogas. Ce ne parla Davide Mattioli

L’economia verde è una realtà, ed è una realtà in pieno sviluppo. Entro 5 anni, il solo riciclaggio dei rifiuti arriverà a cubare 88 miliardi di dollari a livello mondiale. Nel mondo della componentistica dedicata al green c’è spazio per aziende capaci di fornire componenti e tecnologie di base, ma anche e soprattutto per chi le tecnologie le sa integrare per aiutare i player a valle nella filiera – soprattutto i costruttori di macchinari – a progettare impianti sostenibili ed efficienti.

Fra le aziende italiane, molto impegnata nel settore è Bonfiglioli, gruppo da oltre 1,2 miliardi di euro di fatturato e guidato da Fausto Carboni, che opera in 80 Paesi con 4700 dipendenti e 20 sedi produttive. L’azienda di Calderara di Reno (Bo) produce componenti come motoriduttori, riduttori epicicloidali e altri, che sono il “cuore” delle più note macchine per la triturazione, separazione e compattamento dei rifiuti. Inoltre, da qualche anno Bonfiglioli offre anche soluzioni per il condition monitoring e la manutenzione predittiva. E soprattutto, ormai da diversi anni ha iniziato un percorso evolutivo che l’ha trasformata da fornitore di componentistica ad azienda capace di fare attività di coengineering con i suoi clienti, in particolare i costruttori di macchinari, che sono il suo target di elezione.







Forte di un portfolio prodotti e di competenze ingegneristiche di peso, l’azienda da anni è presente, oltre che nel segmento del riciclo dei rifiuti, anche in quello delle energie rinnovabili – solare ma soprattutto eolico – e, da un paio d’anni, è entrata anche nel settore del biogas. E a ribadire l’impegno sul fronte green, nelle scorse settimane Bonfiglioli ha partecipato per la terza volta all’Ecomondo di Rimini, la fiera dedicata a tutte le tematiche ambientali. Abbiamo parlato dell’impegno di Bonfiglioli nei vari comparti dell’economia green con Davide Mattioli, Sales & Business Development Recycling & Environmental Sustainability Sector di Bonfiglioli.

 

Un settore in forte crescita

Davide Mattioli, Sales & Business Development Recycling & Environmental Sustainability Sector di Bonfiglioli

L’economia verde cresce, e cresce in fretta. Citiamo qualche dato. Un rapporto di Research and Markets sostiene che l’industria mondiale della plastica riciclata potrebbe raggiungere un valore di 56 miliardi di dollari entro il 2027, +27% rispetto al 2021. E che tutto il comparto del riciclaggio dei rifiuti passerà dai 58 miliardi di dollari del 2021 agli 88 miliardi entro il 2030 – segnando un Cagr del 4,8%. Vogliamo parlare di biogas? L’Italia è leader in Europa, grazie a investimenti per circa 4,5 miliardi di euro dal 2008 al 2020, che ci hanno portato ad avere oltre 1600 impianti di produzione attivi (fonte: European Biogas Association). Insomma numeri interessanti, anche senza entrare nei meandri della cosiddetta “finanza verde”, tra certificati bianchi, fondi d’investimento green e via discorrendo.

Naturalmente, per riciclare rifiuti, produrre biogas, generare elettricità da fonti rinnovabili eccetera serve tecnologia, tanta. E servono macchinari sofisticati. Ecco perché, fra le aziende italiane leader nel settore del green, troviamo Bonfiglioli, che da oltre mezzo secolo produce motoriduttori, azionamenti, riduttori epicicloidali e inverter, destinati a essere montati sui più diversi impianti industriali, dai compattatori di rifiuti alle pale eoliche. Gli utilizzi green naturalmente non sono gli unici, ma sembrano essere quelli in maggiore crescita, tanto che l’azienda di Calderara di Reno (Bo) da qualche tempo sta dedicando a questo tema la pagina di apertura del suo sito Internet.

 

Componenti, ma non solo

Serie R3, riduttori epicicloidali disponibili con una gamma di coppia da 80,000 a 129,000 Nm e con rapporti di trasmissione da 92 a 115

L’expertise “storica” di Bonfiglioli nei motoriduttori ha fatto sì che i suoi componenti oggi vengano montati sui macchinari di alcuni dei nomi più importanti nel settore delle macchine per riciclo rifiuti. «Lavoriamo molto con costruttori che fanno trituratori, separatori, compattatori – elenca Mattioli – a partire dalle macchine più semplici, quelle che noi definiamo “stand alone”, come le macchine di raccolta dei vuoti o delle lattine di alluminio, le “reverse vending machine” (Rvm), che sono questi big box che trovate nei centri commerciali (sfortunatamente in Italia non tanti) dove consegnando le bottiglie ti viene restituito un credito da spendere al centro commerciale o un bonus da spendere all’università. Sono macchine diffusissime soprattutto in Nord Europa». Macchine che comunque si stanno diffondendo rapidamente anche in Usa e Australia, e rappresentano un primo anello della catena di raccolta che evita alla plastica di finire in mare. E Bonfiglioli è partner del maggiore costruttore mondiale, la norvegese Tomra, ormai da 10 anni.

Oltre a queste macchine stand alone, i componenti Bonfiglioli equipaggiano anche macchinari di ben altra stazza. «Arriviamo fino ai grandi impianti di trattamento dei rifiuti municipali, passando da trituratori mobili, trituratori primari, trituratori per i Raee, trituratori di pneumatici» elenca Mattioli. Un altro esempio è quello dei trituratori primari utilizzati per la triturazione delle biomasse, per esempio il legno con cui si produce il pellet. Da oltre 10 anni Bonfiglioli fornisce a una delle principali aziende del settore, la tedesca Arjes, il “cuore” della macchina ovvero la Serie R3, riduttori epicicloidali disponibili con una gamma di coppia da 80,000 a 129,000 Nm e con rapporti di trasmissione da 92 a 115. Ma i componenti sono solo un aspetto dell’impegno di Bonfiglioli nel segmento. Tanto è vero che il compito del team guidato da Mattioli è soprattutto studiare i macro trend che si stanno sviluppando a livello regionale e nazionale nelle varie aree del mondo, per aumentare la presenza dell’azienda con tutte le sue linee di prodotto.

 

Efficientamento energetico e soluzioni di monitoraggio

Bonfiglioli produce componenti come motoriduttori, riduttori epicicloidali e altri, che sono il “cuore” delle più note macchine per la triturazione, separazione e compattamento dei rifiuti. Macchina per triturazione primaria

Non solo componenti, dicevamo. E infatti, alla fiera Ecomondo di Rimini, nello stand Bonfiglioli c’erano ben altre tematiche al centro dell’attenzione. «Le novità principali a Ecomondo riguardano l’efficientamento energetico delle soluzioni di potenza per tutti gli impianti di recycling e di biogas – spiega Mattioli – Riduzione dei consumi, uso di soluzioni tecnologiche avanzate, e soprattutto monitoraggio continuo degli impianti sui quali sono installate le nostre soluzioni. Ecco quindi spiegate le soluzioni di condition monitoring e predictive maintenance che abbiamo portato a Ecomondo. Soluzioni che vorremmo espandere insieme ai clienti disposti a lavorare con noi in un’ottica di coengineering, dando un valore alla strategia green. Oggi, il mondo green richiede di investire risorse e tempo, e noi continuiamo a insistere su questo perché riteniamo che sia il futuro». Negli ultimi anni, Bonfiglioli ha infatti affiancato la componentistica hardware con una serie di soluzioni software, in particolare di raccolta dati e invio degli stessi in cloud, che consentono di realizzare funzioni sofisticate di monitoraggio e di manutenzione predittiva. Queste soluzioni però non sono un prodotto da scaffale, ma vanno per così dire “cucite” su misura per la macchina o per l’impianto del cliente. Anche perché, se è vero che le componenti Bonfiglioli installate sui macchinari possono essere simili, la sensoristica necessaria verrà posizionata in modo molto diverso a seconda che venga montata su un trituratore industriale piuttosto che su un nastro trasportatore di rifiuti, e la soluzione di monitoring dovrà necessariamente tenere conto di queste differenze.

Ma si tratta di un inizio di un percorso di servitizzazione? Ci sarà un’offerta di servizi di manutenzione e monitoraggio? «Su questo ci stiamo lavorando, soprattutto perché uno dei temi all’ordine del giorno è la valorizzazione del condition monitoring – dice Mattioli – Noi oggi vendiamo un sistema ai costruttori di macchine, che sono il nostro focus. Ma i costi della macchina devono valorizzare questo tipo di servizio verso il cliente finale. Ovvero, se noi oggi forniamo questi sistemi al costruttore di macchine per la triturazione dei rifiuti metallici, è chiaro che poi il cliente finale (quindi l’azienda di raccolta di rottami) deve riconoscere al costruttore un plus per questa soluzione, perché gli consente di determinare quando fare i fermi macchina, di avere una previsione certa di quello che può essere la vita e la durata di un moto riduttore, di verificare in tempo reale le condizioni e quindi evitare che ci sia un sovraccarico. Purtroppo, in molti casi il cliente finale cerca l’economia della macchina, in altre parole l’offerta: deve costare “meno”. Quindi bisogna spiegargli i vantaggi di queste soluzioni, in termini di efficienza energetica, e di benefici ottenuti potendo programmare gli interventi di manutenzione e i controlli per evitare rotture e fermi dell’impianto».

 

C’è anche il biogas

Plant di Bonfiglioli

Bonfiglioli è impegnata non solo nel recycling, ma anche nelle energie alternative, nel solare e soprattutto nell’eolico, e da un paio d’anni anche nel settore del biogas. «Abbiamo iniziato il percorso del biogas non più tardi di un paio di anni fa – racconta Mattioli -e l’anno scorso ci siamo iscritti come soci sostenitori al Cib, Consorzio Italiano del Biogas, come messaggio importante di quanto la nostra azienda stia vicino ai costruttori di impianti di biogas. Qui siamo partiti in maniera un po’ inversa. L’esigenza primaria è nata internamente, abbiamo un team di lavoro che quotidianamente si occupa di servizi di manutenzione, di revamping nei siti di produzione di biogas, dove i nostri prodotti erano stati acquisiti dai costruttori degli impianti. Da più parti erano arrivate esigenze di servizi di manutenzione, ricambistica e quant’altro e quindi abbiamo fatto una sintesi di queste esigenze e abbiamo visto che c’era un mercato che stava crescendo in maniera florida. Anche sulla spinta della necessità di avere una fonte alternativa, ricordo bene il periodo iniziale della guerra fra Russia Ucraina».

 

Qualche cifra

Sonia Bonfiglioli, presidente Gruppo Bonfiglioli e azionista del Gruppo

Ma quanto pesano riciclo e biogas nei fatturati di Bonfiglioli? «Io ho iniziato a seguire l’ambito recycling in azienda nel 2018, e avevamo un fatturato intorno ai 9 milioni di euro e mezzo. Per il 2023 non abbiamo ancora cifre definitive, ma prevediamo di chiudere l’anno intorno ai 24 o 25 milioni di euro. Chiaramente, in queste cifre il recycling la fa da padrone, copre quasi il 90% del fatturato, mentre il rimanente è biogas. Per il futuro, abbiamo l’obiettivo di arrivare a 40 milioni di euro entro il 2028». L’incremento dovrebbe arrivare sia da un aumento dei volumi dei componenti venduti ai produttori di macchinari, sia da un sempre maggiore coinvolgimento di Bonfiglioli nella progettazione dei macchinari stessi, con un approccio di affiancamento al cliente secondo modalità di coengineering.

«La nostra azienda ha fatto i suoi maggiori passi in avanti quando si è seduta a fianco al cliente per fare l’engineering, la progettazione insieme a lui. Perché da tempo non siamo più un semplice fornitore di componenti, siamo un’azienda con cui è possibile sedersi attorno a un tavolo per studiare insieme la macchina, l’impianto, la soluzione da ingegnerizzare. Questa oggi è la nostra visione, ed è per questo che l’azienda si era organizzata negli ultimi sette anni, proprio individuando dei gruppi di lavoro strutturati per settori. Io seguo il mio perimetro del recycling, ma con l’obiettivo proprio di creare degli expert aziendali e dei team di lavoro focalizzati sul coengineering con il cliente. E questa sarà la strategia di Bonfiglioli per i prossimi anni» conclude Mattioli.

(Ripubblicazione dell’articolo del 29 novembre 2023)














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