Assobiotec Federchimica: le scienze della vita valgono il 10% del pil

Le biotecnologie sono il principale motore di innovazione di questo settore

Riccardo Palmisano Presidente Assobiotec Federchimica
Riccardo Palmisano Presidente Assobiotec Federchimica

Il gruppo di lavoro Il viaggio del biofarmaco dal bancone al paziente ha rappresentato la seconda tappa del viaggio Biotech, il futuro migliore – Per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l’Italia voluto da Assobiotec Federchimica. Un progetto che si articola su due binari paralleli: la costruzione di una visione condivisa con i principali attori delle istituzioni competenti e la creazione di una maggiore conoscenza e consapevolezza su queste tecnologie attraverso la divulgazione.

Al centro del secondo dibattito le Scienze della Vita, un comparto chevale circa il 10% del pil nazionale e che è trainato dalle biotecnologie, fondamentali sia per la crescita del settore, sia per la salute. Quello che è emerso dal tavolo è che per dare un’ulteriore spinta a questo settore è necessario un cambio di paradigma che dovrebbe ruotare attorno a 4 cardini: investimento in ricerca e sviluppo, semplificazione della burocrazia di settore, la creazione di un ecosistema accogliente per finanziamenti e fiscalità e la ristrutturazione della governance della spesa farmaceutica.







«Ci troviamo in un momento strategicamente fondamentale per il nostro Paese», ha dichiarato Riccardo Palmisano, Presidente Assobiotec Federchimica. «Secondo un recente articolo pubblicato su ‘The Economist’, per capacità di attrarre venture capital, l’Italia è largamente dietro Paesi come Olanda e Israele, certamente eccellenti, ma grandi quanto una nostra regione. Basandoci sulla qualità espressa dalla ricerca italiana potremmo fare molto di più e posizionarci decisamente più in alto, ma siamo frenati dai troppi sassi che portiamo nello zaino. Il drammatico periodo della pandemia, ha fatto emergere in Italia una serie di casi virtuosi, per esempio, di velocità di azione e di collaborazione eccellente tra pubblico e privato. Anche questi, però, non sono risultati esenti da critiche e problematiche legali: senza un cambiamento culturale e un nuovo paradigma che guardi finalmente all’innovazione come modello su cui puntare, ci ritroveremo dopo l’emergenza più poveri di prima e senza un vero progetto di rilancio per il settore e per il Paese intero».

Luigi Boano, general manager di Novartis Oncology Italia e vice presidente Assobiotec Federchimica, ha spiegato come «In piena pandemia abbiamo assistito a uno straordinario incremento delle collaborazioni tra pubblico e privato e il lavoro di squadra ha dimostrato di poter dare un prezioso contributo a sostegno di iniziative a vantaggio dei pazienti. Non solo, la pandemia ci ha anche insegnato che un Paese che è leader nella produzione di farmaci, per diventare sempre più importante e influente, deve anche saper investire in stabilimenti e linee produttive preparate a creare farmaci innovativi, farmaci biotech direttamente sul territorio nazionale: avere determinati poli entro i confini nazionali è sicuramente un asset strategico per il Paese e soprattutto per la salute dei propri cittadini».

Concorde anche Giovanni Leonardi, direzione generale della ricerca e dell’innovazione in sanità del Ministero della Salute, che ha dichiarato: «Il Ministero della Salute è già impegnato insieme al MISE in un percorso di valorizzazione dell’attività di ricerca degli Ircss al fine di creare un contesto più favorevole. Nello specifico dal 2016 il Ministero della Salute porta avanti un Tavolo Utt che comprende un’attività di ricognizione, che ha elaborato uno schema-tipo di regolamento dei brevetti (per fornire una normativa chiara e unica agli istituti) e un manuale spin off per accompagnare il ricercatore nella sua creazione. Infine, organizziamo annualmente la Technology Transfer School, una giornata e mezza insieme ai ricercatori per confrontarsi e approfondire il tema del trasferimento tecnologico. È importante proseguire in questa direzione continuando a lavorare insieme con l’obiettivo di rendere il nostro Paese più attrattivo dal punto di vista degli investimenti”.

Il percorso di Biotech, il futuro migliore – Per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l’Italia non si interrompe con questo appuntamento e riprenderà dopo la pausa estiva con altri 3 appuntamenti: il 14 settembre 2020 si terrà Incontro verticale sulla Bioeconomia, un gruppo di lavoro sulla ripartenza sostenibile attraverso la bioeconomia che vede il biotech quale insostituibile motore strategico, mentre il 12 ottobre 2020 ci sarà una riunione plenaria intitolata Condivisione e validazione contenuti emersi nei lavori dei diversi gruppi.

L’evento conclusivo avrà luogo il 9 novembre 2020. Composto da una plenaria e alcuni workshop verticali, avrà l’obiettivo di avvicinare il grande pubblico – con particolare riferimento ai giovani – al valore delle biotecnologie e alla filiera del biotech. L’appuntamento sarà inoltre l’occasione per presentare il Manifesto e il Documento di Posizione (con dati, percorsi, sfide, difficoltà, relazioni, scenari, visione e proposte concrete) condivisi con le istituzioni, da mettere a disposizione del Governo per valorizzare la filiera del biotech per il futuro di un’Italia più in salute e più sostenibile.














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