L’Europa cerca le Pmi più innovative e visionarie: strumenti e consigli per accedere ai finanziamenti

di Margherita Tommasini ♦︎ Con 13 miliardi di euro di fondi, bandi Open e Challenges Driven, l’European Innovation Council supporta lo sviluppo di innovazioni pionieristiche, dirompenti e ad alto impatto sul mercato. Il processo di valutazione dei progetti è molto selettivo: ecco cosa bisogna sapere e i suggerimenti di Bi-Rex, Arte-ER e Intesa Sanpaolo per avere successo

Nell’ambito di Horizon Europe, il programma di lavoro European Innovation Council (EIC) è lo strumento più importante con cui la UE sostiene l’innovazione. Con una dotazione finanziaria di oltre 10 miliardi di euro, bandi Open e Challenges Driven, il programma supporta i progetti più visionari, dirompenti e innovativi di Pmi, start-up e spin-off in grado di cambiare il mercato internazionale. Un programma ambizioso, in cui l’Europa assume un nuovo ruolo di investitore e offre supporto dalla fase iniziale all’avvio e scale-up dei progetti. I finanziamenti sono «per molti, ma non per tutti», dicono gli esperti, perché il percorso di accesso ai finanziamenti è complesso e la selezione molto dura. Lo conferma il fatto che, nei primi bandi aperti nel 2021, l’Italia si è distinta per il numero di proposte presentate per lo strumento Pathfinder, ma solo il 2% ha superato la selezione.

Per accedere ai finanziamenti è necessario le modalità di selezione e preparare per tempo la propria proposta, anche con la consulenza di esperti. Sul territorio nazionale è possibile rivolgersi a enti pubblici quali il competence center Bi-Rex, che ha approfondito il tema in un webinar dedicato, al consorzio regionale Art-ER, e a soggetti privati con Intesa San Paolo, che offre servizi di consulenza specifici per l’accesso a finanziamenti europei. In questo articolo presentiamo la strategia del programma EIC, gli strumenti a disposizione, l’esito dei primi bandi aperti nel 2021 e i consigli degli esperti per avere maggiori chance di successo.







 

Come funziona il Work Programme EIC 2021: gli strumenti e i bandi aperti

Horizon Europe, il Programma quadro per la ricerca e linnovazione della UE per il periodo 2021-2027, si basa sui tre pillar Excellent science, Global challenges&european industrial competitiveness, Innovative Europe. All’interno del pillar 3 , Innovative Europe, lo strumento più importante è l’European Innovation Council (EIC), che ha lobiettivo di individuare, sviluppare e implementare innovazioni pionieristiche, dirompenti, ad alto rischio e alto impatto sulla società. Con una disponibilità finanziaria complessiva di circa 13,5 miliardi di euro, lEIC prevede tre principali schemi di finanziamento – Pathfinder, Transition, Accelerator – a cui si può accedere in modalità Open o attraverso i bandi tematici Challenges driven. I tre schemi si differenziano per i livelli di Maturità Tecnologica (TRLTechnology Readiness Levels) dei progetti presentati, secondo una scala da 1 a 9. Al livello più alto ci sono le proposte più mature e pronte per il lancio sul mercato.

Nell’ambito di Horizon Europe, il programma di lavoro European Innovation Council (EIC) è lo strumento più importante con cui la UE sostiene l’innovazione

Pathfinder. Attraverso questo strumento vengono finanziati progetti collaborativi di ricerca ambiziosi e davanguardia, orientati a sviluppare innovazioni radicali e nuove opportunità di mercato, con livello TRL da 1 a 4. E’ possibile accedere in modalità Open e Challenges driven. I temi scelti per il 2021: awareness inside, tools to measure & simulate activity in gran tissue, Emerging technologies in cell & gene therapy, Novel routes to green hydrogen production, Engineered living material. Scadenze. Dopo il primo round chiuso il 16 giugno, la scadenza dei bandi Challenges è il 27 ottobre 2021.

Transition. Lo strumento supporta lo sviluppo e la successiva commercializzazione di progetti altamente innovativi e maturi (da TRL 4 a 6), già finanziati in precedenza da altri programmi europei. Scadenze. Le domande vanno presentate entro il 22 settembre 2021.

Accelerator. Lo strumento finanzia progetti di innovazione dirompente e ad alto rischio, con un elevato grado di maturità (TRL da 5 a 8). Sono aperti il bando Open per innovazioni in qualsiasi settore scientifico e tecnologico, e i bandi Accelerator Challenges Driven per innovazioni su temi specifici, in linea con le priorità UE per una transizione verso una società sostenibile, digitale e sicura. Scadenze. Dopo la call chiusa il 16 giugno, la prossima scadenza per i bandi Challenges Driven è il 6 ottobre 2021.

I tre schemi si differenziano per i livelli di Maturità Tecnologica (TRL – Technology Readiness Levels) dei progetti presentati, secondo una scala da 1 a 9. Al livello più alto ci sono le proposte più mature e pronte per il lancio sul mercato

Oltre a questi strumenti, il Work Programme EIC 2021 prevede l’attivazione degli Ecosistemi europei per l’innovazione, con iniziative a livello regionale e nazionale per instaurare un dialogo tra tutti gli attori coinvolti. È già operativo l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT), che riunisce gli attori fondamentali (ricerca, istruzione e imprese) attorno a un obiettivo comune per favorire l’innovazione.

 

Nei primi mesi del 2021 presentati migliaia di progetti: bilanci, riflessioni e prospettive

Lanciato nei primi mesi dell’anno, il Work Programme EIC 2021 ha già previsto una call per i finanziamenti Pathfinder che si è chiusa il 16 giugno 2021. Attraverso la piattaforma dedicata sono state presentate 908 proposte da istituti di ricerca e di istruzione, startup e Pmi provenienti da 60 Paesi. Il processo di valutazione si concluderà a settembre e i progetti che saranno effettivamente finanziati sono circa 55. Per i finanziamenti Accelerator Open, per i quali è possibile sottoporre una “short proposal” in qualsiasi momento dell’anno, sono state presentate finora circa 8mila proposte, di cui quasi 3mila hanno superato il primo livello di ammissione, che viene effettuato direttamente dai meccanismi di verifica della piattaforma. Circa il 57% ha avuto l’ok per passare allo step successivo e presentare la “full proposal”. Le imprese italiane hanno aderito con entusiasmo alle iniziative, risultando tra i primi Paesi come numero di proposte sia per il Pathfinder che per l’Accelerator Open. Tuttavia, il tasso di successo dei progetti presentati dall’Italia è intorno al 2%, mentre altri Paesi hanno raggiunto il 6%. «Sono state presentate tante proposte dall’Italia, ma poche sono andate avanti. Questo conferma che l’approccio è molto selettivo rispetto al contenuto innovativo delle proposte», dice Marina Silverii, direttrice operativa di Art-ER, società consortile dell’Emilia-Romagna che sostiene lo sviluppo dell’innovazione con attività di formazione e consulenza. Marina Silverii, scelta dal Ministero dell’università e della ricerca come esperta nel comitato di programma di Horizon Europe e membro della delegazione dello European Innovation Council.

Con una disponibilità finanziaria complessiva di circa 13,5 miliardi di euro, lEIC prevede tre principali schemi di finanziamento – Pathfinder, Transition, Accelerator – a cui si può accedere in modalità Open o attraverso i bandi tematici Challenges driven.

«Per supportare l’innovazione è necessaria una strategia politica a livello di Paese. Alcuni Paesi europei hanno investito in questa direzione, realizzando un sistema nazionale di visione e gestione integrata dei fondi. Bisogna focalizzare gli interventi e integrare anche le opportunità offerte dal Pnrr per non disperdere le energie. È importante spostare l’attenzione sull’impatto: cercare le idee più innovative, capire quali possono avere un impatto sul mercato e investire su quelle. La Commissione Europea sta cambiando il suo ruolo, con un approccio personalizzato alle imprese e startup più visionarie e promettenti. Anche noi dobbiamo attuare questa strategia». Nei primi mesi di apertura dei bandi non sono mancate difficoltà tecniche e di coordinamento, in particolare per l’implementazione della piattaforma basata sull’AI. Ma i lavori proseguono. «Stiamo già lavorando al programma per il 2022, tenendo conto delle criticità emerse nelle prime call rispetto all’implementazione dei bandi, alla gestione delle candidature, alla valutazione delle short application. La vera sfida è definire le regole, mantenendo un approccio personalizzato sui progetti per supportare davvero le proposte migliori».

Le imprese italiane hanno aderito con entusiasmo alle iniziative, risultando tra i primi Paesi come numero di proposte sia per il Pathfinder che per l’Accelerator Open. Tuttavia, il tasso di successo dei progetti presentati dall’Italia è intorno al 2%, mentre altri Paesi hanno raggiunto il 6%

 

I criteri di valutazione e i consigli degli esperti

Il profilo ideale dei soggetti che sta cercando la Commissione è costituito da Pmi, start-up e spin-off visionarie, ma dotate delle competenze giuste per sostenere il loro progetto e che abbiano già sviluppato un ecosistema di potenziali acquirenti e investitori. Il percorso per accedere ai finanziamenti è complesso, sia dal punto di vista formale che dei contenuti. Se l’opportunità è per molti, ma non per tutti, per prepararsi le imprese interessate possono contare sul supporto di enti pubblici, come il competence center Bi-Rex e il consorzio Art-ER, e privati come Intesa San Paolo, che offre servizi di consulenza alle imprese per accedere ai fondi europei. La valutazione dei progetti presentati si basa su tre criteri fondamentali: eccellenza, impatto, qualità ed efficienza dellimplementazione. Il peso dei criteri varia a seconda dal tipo di finanziamento a cui si vuole accedere.

Transition. Lo strumento supporta lo sviluppo e la successiva commercializzazione di progetti altamente innovativi e maturi (da TRL 4 a 6), già finanziati in precedenza da altri programmi europei

Lo strumento Pathfinder sostiene tecnologie e ricerche in fase iniziale, ad alto rischio, ma anche ad alto guadagno. «Vengono cercati progetti ambiziosi, dirompenti, visionari, basati su uno stile di ricerca collaborativo e interdisciplinare. In questo contesto l’eccellenza, ovvero l’effetto positivo trasformativo nella società, nella valutazione conta il 60%», dice Stefania Ascione, Evaluator di Intesa San Paolo. Un aspetto importante, già presente nel precedente pilot e rafforzato nel programma 2021-27, è incoraggiare la responsabilità e il coinvolgimento degli attori chiave, ovvero ricercatori, imprese tech, start-up innovative, che hanno la potenzialità di diventare leader nel loro campo. Il risultato atteso della proposta è un proof of concept che dimostri che il concetto è realizzabile, con un occhio di riguardo alla strategia di protezione della conoscenza generata nellambito del progetto. Lo strumento Accelerator, il più ambito da start-up e Pmi, ha un complesso meccanismo di valutazione che prevede cinque step. I primi due avvengono da remoto e la valutazione è fatta attraverso la piattaforma dedicata, gli step successivi prevedono un contatto diretto con i valutatori. Le fasi salienti sono la presentazione della short proposal, la presentazione della full proposal, il colloquio con la commissione di valutazione.

La “short proposal” racconta il progetto dall’idea al mercato attraverso un form predisposto sulla piattaforma e la possibilità di allegare immagini, figure, tabelle esplicative. E un video motivazionale di tre minuti, con massimo 3 membri del team. In questa fase Giuseppe Gubello, Innovation Manager di Intesa San Paolo, suggerisce agli aspiranti di usare un linguaggio semplice e diretto per definire chiaramente il prodotto/soluzione, i casi di utilizzo, il cliente di riferimento, quantificare il più possibile con dati numerici gli impatti sociali, ambientali e climatici. «Il video deve generare un wow effect – dice Gubello – le potenzialità di applicazione del progetto devono entusiasmare gli esaminatori». La short application viene valutata da remoto da quattro esperti. Se la proposta è rigettata si può successivamente ripresentare, se viene accettata si accede alla full proposal.

Accelerator. Lo strumento finanzia progetti di innovazione dirompente e ad alto rischio, con un elevato grado di maturità (TRL da 5 a 8). Sono aperti il bando Open per innovazioni in qualsiasi settore scientifico e tecnologico, e i bandi Accelerator Challenges Driven per innovazioni su temi specifici, in linea con le priorità UE per una transizione verso una società sostenibile, digitale e sicura

La full proposal viene inoltrata attraverso la piattaforma. È necessario rispondere a un corposo insieme di domande (sono più di 400) molto dettagliate che illustrano gli aspetti tecnologici, economici, strategici del progetto. È possibile presentare un nuovo video, che verrà discusso nella fase di intervista face-to-face. Una novità introdotta è il coaching: in questa fase è possibile avere un supporto esterno da un coach della commissione che non entra nel merito del progetto, ma chiarisce le logiche dietro alle domande e alle richieste. «La preparazione della full proposal richiede settimane di tempo e le competenze giuste per scrivere in modo coerente e completo la proposta. Serve molta preparazione, non ci si può improvvisare». Anche in questo caso la strategia vincente è rispondere in modo chiaro e diretto a tutte le domande, seguendo in modo lineare il form di riferimento, allegando tutto il materiale utile a dimostrare la validità del progetto attraverso gli annex. La full proposal è valutata da tre esperti. In caso di rifiuto la proposta può essere ripresentata, se è accettata si passa all’intervista face-to-face.

L’intervista con sei membri della commissione è focalizzata sul mercato e la scalabilità del progetto. Oltre all’esito della valutazione la giuria può esprimere raccomandazioni sull’importo finanziabile e dare suggerimenti sulla realizzazione del progetto. Le indicazioni degli esperti di Intesa San Paolo sono di scegliere le persone giuste per affrontare il colloquio, coprire tutte le aree strategiche dall’ambito tecnologico all’impatto sul mercato, dimostrare coerenza nel business model e, soprattutto, prepararsi alle domande scomode. Per esempio, «perché il progetto non ha trovato altri investitori e viene presentato alla Commissione Europea?». Superato tutto il processo, si passa alla fase finale di definizione e firma del contratto di finanziamento. «È un percorso lungo che richiede tempo e risorse giuste – dicono gli esperti di Intesa San Paolo – ma anche coraggio e ambizione».














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