Awms e Azzurrodigitale entrano in Smact Innovation Ecosystem

L’ecosistema dell’innovazione lanciato dal competence center nei primi mesi del 2021 continua così a crescere raccogliendo nuove adesioni

Matteo Faggin, direttore generale di Smact

Lo Smact Innovation Ecosystem, il programma di partnership lanciato dal Competence Center Smact, si è ampliato con l’ingresso di Awms e Azzurrodigitale, aziende padovane specializzate nell’ambito della trasformazione digitale.

Lo Smact Innovation Ecosystem è un programma di partnership che si articola su tre livelli a integrazione crescente: cloud, edge e core. I member dell’ecosistema sono end user, provider di soluzioni tecnologiche e atenei/centri di ricerca. Aderendo all’Ecosystem di Smact i partner possono usufruire di diversi benefici concreti tra i quali: contatti con tutte le università e centri di ricerca del Triveneto, accesso a corsi di formazione di primo livello, eventi di networking, supporto nella partecipazione a bandi, accesso a competenze specifiche in determinate verticali. Ma potranno anche esporre le loro soluzioni tecnologiche nelle Live Demo di Smact, dimostratori 4.0 diffusi nei territori (ne stanno nascendo in 5 location del Nordest) che permetteranno di vedere e toccare con mano il potenziale della digital transformation.







«L’ingresso di nuovi partner è il segnale che l’Innovation Ecosystem viene incontro ad un’esigenza sentita da tante imprese che fanno dell’innovazione la loro strategia: quella di sentirsi parte di un network, di condividere idee, progettualità e risorse per crescere insieme in uno spirito collaborativo e competitivo allo stesso tempo»., afferma Matteo Faggin, direttore generale di Smact.

«Sono orgoglioso che Azzurrodigitale e Awms entrino a far parte del network Smact. La Digital Transformation è un processo che si basa prima di tutto su un cultural shift delle persone che compongono l’organizzazione che la abbraccia», commenta Carlo Pasqualetto, ceo di Azzurrodigitale e Avms. «Smactha il ruolo di accelerare questo processo agendo proprio sulla parte di trasformazione culturale. È quello che ci serve e quindi avanti tutta nella costruzione di un ecosistema digitale più evoluto e coeso».














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