Auto in Italia. Tsunami sulle immatricolazioni: -85%

Effetto Covid-19: 28.326 auto immatricolate rispetto alle 194.302 dello stesso mese del 2019, con una perdita di quasi 166mila unità. E l'Unrae, che vede nero per il futuro, chiede al governo Conte interventi per salvare il comparto

Se Febbraio 2020 è stata la stagione del freddo per l’automotive (un milione i veicoli immatricolati pari a -7,2 a/a), Marzo porta la gelata: in Italia sono state immatricolate 28.326 unità rispetto alle 194.302 dello stesso mese dello scorso anno, con una perdita di quasi 166mila unità. Dunque siamo al grado zero, con -85% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A dirlo i dati diffusi lo scorso 1° Aprile dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit). Del resto, Marzo è stato il mese del “confinamento” in casa per la più parte delle italiane e degli italiani; nessun canale nel comparto auto si è salvato: nell’intero mese, fanno -82% i privati, –88% il noleggio e –91% le società.

Se il confinamento non si ferma: Unrae vede nero

Se la crisi Covid-19 dovesse allungarsi sino a fine maggio il mercato italiano delle auto nuove potrebbe chiudere il 2020 a 1,3 milioni di immatricolazioni. Cioè 600mila veicoli in meno rispetto al 2019.  Lo sostiene Unrae, l’Unione nazionale rappresentati autoveicoli esteri (46 aziende associate che rappresentano 64 marchi e il 76% del mercato auto) guidata dal presidente Michele Crisci che ha alzato gli scudi e ha deciso di non proporre, come invece fa di solito, il commento alla struttura del mercato è «incommentabile».







Nel mare di pesantissimi segni meno, spicca il +49% delle auto elettriche, con una quota del 3,2% e un volume intorno alle mille unità, risultato comunque rivelatore dell’impegno portato avanti dalle Case sul fronte dell’abbattimento delle emissioni di Co2, testimoniato anche dalla continua riduzione delle emissioni di Co2 registrata nel primo trimestre del 2020 (-7,0% a 112,3 g/km dai 120,7 del primo trimestre del 2019).

Le richieste di Unrae

Non commenta Unrae, ma chiede. In una nota, si legge la voce del suo presidente: «La risoluzione in tempi non brevi della drammatica crisi sanitaria da Covid-19, con gli effetti che la chiusura avrà sull’economia, e il tracollo, senza precedenti nella sua dimensione e velocità, del mercato auto che abbiamo visto nelle scorse settimane lasciano presagire una pesantissima caduta del mercato auto nel 2020, che potrebbe chiudere, nel migliore dei casi, intorno a 1milione e 300mila unità, un terzo in meno rispetto al 2019.»

«L’impatto di un blocco di 2 o 3 mesi – continua Crisci – sarebbe comunque devastante per l’intero settore automotive in Italia e in particolare per la filiera della distribuzione e assistenza, con il concreto rischio di chiusura di numerose imprese del comparto, per mancanza di fatturato e conseguente crisi di liquidità, e di perdita di una quota consistente dei 160.00 occupati.» E prosegue: «Unrae – chiede quindi al Governo l’adozione di misure assolutamente improrogabili a sostegno di un settore che contribuisce al 10% del PIL e genera circa 80 miliardi di Euro annui di gettito fiscale, al fine di evitare la crisi irrisolvibile di numerose imprese del comparto e scongiurare la perdita di migliaia di posti di lavoro.»

«Tra i provvedimenti da adottare già in sede di Decreto Cura Italia – conclude il Presidente – occorre intervenire immediatamente con misure di sostegno finanziario per proteggere la liquidità dei concessionari ed evitare il crollo dell’intero sistema.»

Il sostegno alle reti distributive non prescinde tuttavia da azioni che supportino efficacemente la domanda. A tal riguardo Unrae propone le seguenti misure con durata fino a tutto il 2021, qualora necessario, prorogabili.

Modifiche al così detto ecobonus

Con l’obiettivo di allargare la platea dei veicoli incentivabili a sostegno della domanda e dell’offerta: introduzione di una terza fascia di incentivi per autovetture con emissioni di CO2 da 61 a 95 g/km: incentivo di 2mila euro per l’acquisto di un’autovettura con rottamazione e di mille euro  senza rottamazione; aumento degli importi unitari della fascia di emissioni di CO2 da 20 a 60 g/km: integrazione dell’attuale incentivo con +1.500 euro per l’acquisto di un’autovettura con rottamazione (tot. 4mila euro) e con + mille euro senza rottamazione (tot. 2.500 euro); potenziamento sostanziale dell’attuale fondo stanziato fino ad almeno mille milioni di euro.

Riallineamento fiscale agli standard degli altri Paesi UE sui veicoli aziendali nuovi

Con l’obiettivo di rilanciare il settore recuperando il campo perduto in termini di competitività: aumento del tetto del costo deducibile fino a 50mila euro; aumento fino al 100% della quota ammortizzabile; aumento fino al 100% della detraibilità dell’Iva.

 

 














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