Arriva la roadmap delle tecnologie manifatturiere!

di Marco de’ Francesco ♦︎ Il comitato scientifico del Cluster Fabbrica intelligente sta stilando la seconda Roadmap per la ricerca e l'innovazione dell’industria italiana. Un documento frutto del lavoro dei maggiori esperti universitari e aziendali. E che, in futuro, potrebbe raccordarsi con i bandi di finanziamento dell'innovazione del Mise. L’obiettivo è allinearsi con i pillar di Horizon Europe. Il ruolo di Sap Italia come pathfinder, la sinergia con il Pnr e… Ne abbiamo parlato con Tullio Tolio

«La seconda Roadmap del Cluster Fabbrica Intelligente sarà pronta in soli cinque mesi» – annuncia a Industria Italiana il presidente del comitato scientifico di CFI Tullio Tolio. Una corsa al passo serrato, cui sono impegnati sette gruppi tematici formati da tecnici, docenti universitari e soci del cluster. Sono chiamati a definire le necessità della manifattura italiana in termini di avanzamento tecnologico, per rendere più competitivo il settore economico più rilevante del Paese.

Ma perché c’è bisogno di un secondo documento strategico? Il primo era stato sviluppato cinque anni fa, ed era allineato alle politiche di ricerca nazionali ed europee del tempo, ad esempio a Horizon 2020. Al mutare di queste, anche la roadmap va aggiornata. Di più: quest’ultima ha l’ambizione di incidere sull’elaborazione delle prime. Inoltre, come vedremo, l’atto incide sugli obiettivi che si danno i Lighthouse Plant, grandi fabbriche avanzate utilizzate come dimostratori tecnologici e principale iniziativa del CFI; e influisce sulla scrittura di alcuni bandi del Mise. Infine, dovrebbe servire a stringere i rapporti con cluster di altre nazioni.







La costruzione della roadmap è basato su un processo partecipativo inclusivo che permette ai diversi attori del cluster e in particolare a grandi e piccole imprese università ed enti di ricerca di interagire nell’ambito di Gruppi tematici tecnico scientifici per definire le necessità di ricerca del Paese nell’ambito del manifatturiero. Partecipa alla definizione della Roadmap anche Sap Italia, primo e per ora unico pathfinder, il soggetto che in questo schema deve concorrere ad individuare le traiettorie di sviluppo di alcune tecnologie abilitanti legate al digitale. Segue un approfondimento di Industria Italiana, realizzato anche a seguito di una tavola rotonda nel contesto di un convegno milanese (L’ecosistema dell’innovazione tecnologica nel settore manifatturiero di fronte alle sfide del mercato globale) organizzato giorni fa da CFI.

 

Un documento allineato ai pillar di Horizon Europe per essere propositivi a livello continentale

Il cluster fabbrica intelligente verso Horizon Europe

L’idea è che sia il piano nazionale della ricerca che la roadmap del cluster dovrebbero essere, se non coniugati, perlomeno armonizzati con l’ambizioso programma di innovazione continentale Horizon Europe, sul quale il Parlamento di Strasburgo e il Consiglio dell’Ue hanno trovato un accordo provvisorio il 17 aprile dello scorso anno. Quanto al cluster, per Tolio rilevano in particolare i “pillar” due e tre del documento europeo. Infatti, il secondo pilastro (“Sfide globali e competitività industriale europea”) fa espresso riferimento ad argomenti che con il manifatturiero hanno parecchio a che fare: ad esempio, il digitale, l’industria e lo Spazio; ma anche l’energia e la mobilità, il food, e altro. Il terzo (“Europa Innovativa”), poi, prevede la formazione di un ecosistema di innovazione continentale. Riguardo al pillar 1 il tema del rapporto tra conoscenze di base e conoscenze applicate è uno degli aspetti su cui è necessario sviluppare idee e visioni innovative che rompano gli schemi classici di una ricerca ipotizzata lineare.

Il processo di pianificazione per ora ha contemplato una fase di coprogettazione che si è svolta durante l’estate e l’autunno 2019, in vista della preparazione del primo piano strategico. L’iter identificherà, tra le altre cose, le aree chiave per il supporto alla ricerca e all’innovazione definendo il loro impatto mirato; i partenariati europei; le missioni e i settori di cooperazione internazionale. Secondo Tolio, ci sarebbero già “proposte” per specificare e dettagliare il programma, da parte di diversi enti cultura e economici europei. Come ad esempio la piattaforma tecnologica europea Manufuture che ha già rilasciato sia un documento di vision e, recentemente, una strategic research and innovation agenda in vista del nuovo programma quadro e Effra (European Factories of the Future Research Association) associazione industry-driven senza fini di lucro il cui obiettivo è quello di promuovere lo sviluppo di tecnologie di produzione innovative impegnandosi in un partenariato pubblico-privato con l’Unione europea chiamato “Fabbrica del futuro”. È il caso, per CFI, di dire la propria.

 

Videointervista con Tullio Tolio, che ci racconta come saranno le fabbriche italiane e la politica industriale nei prossimi anni

 

La complicata sinergia con il Pnr

L’ecosistema creato dal cluster fabbrica intelligente a favore dell’industria

Tecnicamente, sarebbe stata opportuna una stretta sinergia tra le roadmap europee e il programma nazionale della ricerca 2021-2027. Quest’ultimo ha l’obiettivo di garantire la coerenza delle attività, di evitare ridondanze e sprechi causati da una progettazione non coordinata, di fornire un piano temporale e finanziario per tutti gli attori pubblici e di scongiurare la dispersione di risorse in troppe direzioni. Meglio concentrarle nelle aree di maggiore interesse, si legge sul sito del ministero, «pur garantendo il necessario supporto alla ricerca di base, libera e imprescindibile». Il Miur ha istituito 14 tavoli tematici e ha chiamato docenti universitari e rappresentanti dei centri di ricerca per definire gli argomenti-chiave sui quali puntare.

A quanto se ne sa, i lavori sarebbero in uno stato avanzato: un primo documento sarebbe stato redatto e sarebbe al vaglio del ministero dell’università e della ricerca, che ha la competenza sul Pnr. Sempre secondo indiscrezioni, l’attività di queste commissioni avrebbe finito per anteporre la ricerca astratta e teorica a quella pratica di interesse industriale. Da questo punto di vista, il Pnr risultante sarebbe poco allineato con Horizon Europe, e pertanto il rischio è quello di essere penalizzati con i bandi e i finanziamenti europei. Non a caso, le linee guida di Germania e Francia sono infatti molto coerenti con il framework continentale. Quanto al CFI, l’idea è quella di supportare la redazione del Pnr, con l’inserimento di temi di grande rilievo per la manifattura: l’evoluzione delle piattaforme digitali; l’economia circolare e il tema delle competenze. Toccherà al Miur definire tempi e modalità per accogliere le sollecitazioni provenienti dai cluster e da altri attori istituzionali.

 

Altre ragioni per definire la nuova roadmap

Gli obiettivi della roadmap del Cluster fabbrica intelligente

Secondo Tolio, al di là di Horizon Europe, un atto condiviso dagli stakeholder del cluster potrebbe servire per “contare” nella definizione di altri documenti strategici per la manifattura, di volta in volta prodotti dal ministero dello Sviluppo Economico e da quello della università e della ricerca. Questi due importanti dicasteri chiedono a CFI la propria posizione su questo o su quell’argomento, che risulta più chiara e autorevole se è già scritta nero su bianco. La roadmap c’entra con due bandi del Mise sul tema “Fabbrica Intelligente”, del 2018 e del 2019.

Per Tolio «questi atti contenevano praticamente tutte le tematiche che avevamo suggerito con il nostro documento. il risultato è che poteva partecipare una pluralità di aziende, e che si è dovuto chiudere la procedura quasi subito, per il superamento delle risorse disponibili. Per noi la modalità seguita è un grande passo in avanti per il Paese, ma non è quella ideale. Penso che in futuro si punterà su bandi più specifici, più mirati». Inoltre, la roadmap è la base per relazionarsi con gli altri cluster a livello continentale.  Infine, per Tolio, ci sono ragioni “interne” di cui tenere conto. Come annunciato, i Lighthouse plant basano la propria attività sulla roadmap. Sono anzi, per Tolio, «una rappresentazione concreta del piano del cluster. Infatti, gli impianti faro hanno attinto obiettivi appunto da questo documento, declinandoli secondo le caratteristiche del progetto che intendono realizzare».

 

I gruppi tematici tecnico-scientifici

Gli attori del cluster fabbrica intelligente

Il CFI ha scelto una propria modalità per definire la roadmap per la ricerca e per l’innovazione: i gruppi tematici, che sono chiamati ad integrare visioni, programmi e azioni delle componenti industriale ed accademica. Devono, per ogni linea di intervento relativa alle tematiche di ricerca previste dalla roadmap, specificare quale strategia si intenda perseguire, anche monitorando i progetti attivi e definendo le vie di sviluppo delle tecnologie coinvolte. I gruppi di lavoro sono sette, e vi partecipano soci ed esperti.

Quattro di questi delineano le sfide fondamentali quali quello  dei sistemi per la produzione personalizzata, che dovranno, nelle intenzioni del Cluster, essere in grado di riconfigurarsi in tempi ridotti per soddisfare i requisiti di customizzazione, e al contempo garantire un elevato grado di integrazione con i clienti; quello delle strategie per la sostenibilità industriale, con l’obiettivo di realizzare metodi e strumenti in grado di implementare processi produttivi che permettano di rendere la circular economy un fattore di competizione oltre che una modalità di preservare l’ambiente; quello della valorizzazione delle persone, con lo scopo di porre l’uomo al centro del sistema produttivo sfruttando opportunamente le tecnologie che permettano alle persone di sfruttare al meglio le macchine cooperando sinergicamente in modo efficace efficiente e sicuro; quello dei sistemi integrati ad alta efficienza e produzione zero-defect, per minimizzare i costi di produzione e migliorare la qualità del prodotto.

Gli altri tre gruppi si concentrano sulle tecnologie abilitanti per affrontare le sfide e comprendono  quello dei processi produttivi innovativi, per permettere la produzione grazie a nuovi processi innovativi e al miglioramento dei processi esistenti quello dei sistemi di produzione evolutivi e resilienti, capaci di adattarsi alle mutevoli condizioni di contesto, determinate dalla turbolenza della domanda, dalla rapidità dei cicli tecnologici e dalle dinamiche della situazione competitiva; e infine quello delle piattaforme digitali, modellazione, Ai, e cyber security. I sette gruppi di lavoro citati sono rispettivamente coordinati da: Marina Monti; Melissa Demartini; Paolo Dondo; Marcello Urgo; Carmen Galassi; Cristian Secchi e Guido Colombo.

 

Il ruolo dei pathfinder

L’accordo di collaborazione pathfinder tra Sap e CFI. Fonte CFI

Nella definizione della nuova Roadmap giocano un ruolo essenziale i pathfinder. Questi sono i soci tecnologici del cluster, quelli in grado di contribuire all’individuazione delle principali traiettorie di sviluppo dell’innovazione a supporto della competitività della manifattura italiana. Per Tolio «non si può fare a meno di loro nella scrittura del documento, perché aiutano la nostra community a immaginare il futuro delle tecnologie di cui si occupano, e quindi a prendere la giusta direzione». Questi pathfinder sono inquadrabili in due categorie: i vendor, e cioè gli sviluppatori di tecnologie e applicazioni digitali a supporto del processo manifatturiero; e i system integrators, quelli in grado di supportare le aziende manifatturiere nella definizione di esigenze di innovazione tecnologica e nella relativa selezione e applicazione. Per poter accedere allo status di partner tecnologico del CFI, le aziende interessate devono garantire queste condizioni: individuare un’area di interesse nell’ambito della roadmap; apportare risorse in grado di sviluppare i contenuti di innovazione tecnologica secondo processi definiti e coordinati dal cluster; mettere a disposizione facilities e capacità di presentazione e comunicazione di supporto per la valorizzazione i contenuti sviluppati nel loro ambito; infine, partecipare alle attività dei Lighthouse Plant e  supportare specifici progetti in corso o avviarne di nuovi. Il primo e per ora unico socio pathfinder è Sap Italia.

La notizia del suo ingresso in CFI è recente, e Industria Italiana ha approfondito la vicenda in questo articolo. Ma che c’entra Sap con il ruolo di pathfinder? La multinazionale tedesca è conosciuta a livello globale per il software gestionale, e quindi per gli Erp e per altre soluzioni informatiche per le imprese. «Ma la realtà è diversa e più vasta» – ha affermato il responsabile per lo sviluppo del business digitale per Italia e Grecia di Sap Andrea Pagliari . Si pensi che al mondo il 77% delle transazioni passa attraverso i sistemi Sap, e che nel 2018 l’azienda ha investito in ricerca e sviluppo il 14,6% delle proprie revenue, pari a 3,6 miliardi di dollari. L’azienda, dal 2007, ha realizzato 34 acquisizioni del valore complessivo di 42 miliardi di dollari. Ora Sap è anche se non soprattutto la sua piattaforma digitale integrata, aperta e flessibile, Leonardo, che collega i dati di fabbrica a quelli del business. Questa è il perno della strategia di intelligent enterprise di Sap: è il sistema che infonde intelligenza alle applicazioni dell’Erp e a tutte quelle che sono contenute nella Sap Business Suite, che include anche un Crm (customer relationship manager), un Srm (supplier relationship manager), un Scm (supply chain management) e un Plm (product lifecycle management). L’intelligenza artificiale che permea Leonardo si espande a molte attività parallele alla produzione: si pensi all’assistente digitale CoPilot, l’Alexa del gestionale. Di grande rilievo è anche il Digital Manufacturing Cloud di Sap. È un Mes (sistema di esecuzione della produzione) che consente una grande visibilità delle operation, con analisi dei dati in tempo reale. Per Pagliari, nell’immediato futuro emergeranno con forza tre trend tecnologici: l’intelligenza artificiale conversazionale, una automazione di processo ancora più sostenuta e radicale e la visione artificiale, con sensori flessibili e adatti a diverse applicazioni.














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