Anra e Ania vorrebbero far nascere un riassicuratore pubblico-privato

Obiettivo di questa collaborazione è supportare il governo italiano nella creazione di una struttura (ri)assicurativa mista, di aiutare le imprese a far fronte alle future crisi sanitarie e ad altri rischi ad alto impatto per l’Italia

Carlo Cosimi, Vice presidente Anra

Anra, l’associazione nazionale dei risk manager e responsabili assicurazioni aziendali presieduta da Alessandro De Felice risponde all’invito di Bianca Maria Farina, presidente di Ania, associazione nazionale fra le imprese assicuratrici, sulla necessità di rafforzare resilienza e protezione su catastrofi naturali, rischio pandemico e sistema sanitario.

Obiettivo di questa collaborazione è supportare il governo italiano nella creazione di una struttura (ri)assicurativa mista pubblico-privata, di aiutare le imprese a far fronte alle future crisi sanitarie e ad altri rischi ad alto impatto per l’Italia.







«La necessità di uno schema pubblico – privato nasce da una fragilità strutturale del mercato assicurativo italiano» spiega Carlo Cosimi, vice presidente Anra .«La presenza di un forte riassicuratore statale può giocare un ruolo fondamentale in un regime pubblico-privato, con le sue enormi capacità potrebbe supportare il mercato assicurativo commerciale per finalizzare la copertura per rischi epidemici o disastri naturali. Inoltre, potrebbe finanziare questa capacità senza prelevare risorse dai contribuenti ma direttamente dai mercati finanziari internazionali, ad esempio emettendo Cat Bond o strumenti simili per questo tipo di rischi».

Tale regime pubblico-privato dovrebbe principalmente considerare quei rischi più strategici e sociali di natura catastrofica, che di solito non sono coperti dai soli assicuratori del mercato. Tra quelli relativi ad una crisi sanitaria pandemica, in primis i rischi ndbi (Non damage business interruption) e di credito per le aziende, e le coperture di responsabilità professionale di medici e infermieri. Passando alle catastrofi naturali, Anra pone al primo posto i rimborsi finanziari per i danni subiti da terremoti e alluvioni. Guardando al futuro, vanno considerati anche i rischi legati agli effetti del cambiamento climatico sia dal punto di vista gestionale che assicurativo. In questi casi, la presenza di un sistema pubblico – privato dovrebbe agire da riassicuratore negli eccessi catastrofali, mentre su alcuni rischi di particolare interesse pubblico, potrebbe anche intervenire come assicuratore laddove manca la propensione al rischio dell’assicuratore del mercato.

«Questo sistema permetterebbe anche di correggere alcune distorsioni del mercato» conclude Cosimi. «Le grandi società multinazionali hanno resilienza al rischio, potere di negoziazione con gli assicuratori, capacità finanziaria superiore e strumenti di autoassicurazione del rischio che le piccole e medie imprese non hanno. Spesso in situazioni di crisi come questa abbiamo visto che sono le prime a soccombere. Un regime assicurativo pubblico-privato dovrebbe intervenire per ridurre questo divario».

 

 














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