Anitec-Assinform: il mercato digitale ha retto all’urto del Covid. Nel 2020 -0,6%

di Chiara Volontè ♦︎ Per quest’anno è prevista una crescita del 3,5%. Gay: «Passare da un’ottica emergenziale a un’ottica strutturale, con gli investimenti contenuti nel Pnrr» 

Nell’annus horribilis dell’economia, il mercato digitale italiano ha retto bene alla bomba Covid, registrando un lieve calo dello 0,6% arrivando a 71,5 miliardi di euro, e con una previsione di crescita del 3,5% per questo 2021. Una dinamica meno drammatica rispetto ad altri settori e nettamente migliore delle aspettative formulate lo scorso novembre, quando era stato previsto un calo più marcato, che si aggirava intorno al 2%.

«Il mercato digitale ha chiuso il 2020 meglio del previsto, quasi flat (-0,6%), in un contesto di calo generalizzato dell’intera economia causato dall’emergenza sanitaria – commenta Marco Gay, presidente di AnitecAssinform, l’Associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’Ict – L’ultimo trimestre del 2020 ha inoltre lasciato intravedere l’inizio di un recupero progressivo che ci attendiamo nel 2021».







Per tutti i comparti i dati a fine anno si sono rivelati migliori delle attese, a esclusione dei servizi di rete, per effetto della pressione sulle tariffe. La progressione è stata netta, anche se inferiore a quella del 2019, per Servizi Ict (12.702 milioni, +3,3%) e Dispositivi e Sistemi (19.368 milioni, +1,3%). Anche per i Contenuti Digitali e Digital Advertising (12.623 milioni, +4,4%) l’andamento è stato molto positivo rispetto alle dinamiche generali. In calo, oltre ai servizi di rete (19.294 milioni, -6,9%), anche Software e Soluzioni Ict (7.517 milioni, -2,3%).

«Il 2020 ci ha consegnato un Paese molto più digitale, in continuo progresso e con una dotazione di sistemi, reti e servizi in grado di attenuare gli effetti del lockdown – chiosa Gay – Ora è importante accelerare e costruire su questi progressi, passando da un’ottica emergenziale a un’ottica strutturale, con gli investimenti contenuti nel Pnrr e le importanti riforme previste, per fare ripartire il Paese e diventare più competitivi».

Nel 2020, Il mercato digitale italiano ha fatto registrare un -0,6%, attestandosi sui 71,5 miliardi di euro (71.504 milioni) e arrestando così la crescita degli ultimi anni (+2,1% nel 2019) per effetto esogeno della crisi innescata dall’emergenza sanitaria e, quindi, economica e per effetto endogeno soprattutto delle pressioni sulle tariffe dei servizi di rete. Fonte Anitec-Assinform

Le componenti più innovative, o Digital Enabler, hanno confermato il loro ruolo trainante anche nel 2020, soprattutto Intelligenza artificiale, Cloud, Blockchain, Cyber security, Piattaforme per la gestione Web, ovvero le componenti utilizzate in modo più diffuso per la gestione dell’emergenza: dal lavoro collaborativo in remoto alla telemedicina, dalla didattica a distanza alla logistica e allo shopping online. Nell’insieme sono cresciute con tassi a due cifre e hanno visto progredire la loro quota dell’intero mercato digitale dal 19,5% del 2019 al 21% del 2020.

«La ripartenza sarà possibile solo con una politica di ricostruzione fondata sull’investimento in eccellenze produttive e di servizio, capaci di creare valore attraverso il digitale, sia nel settore privato che pubblico – prosegue Gay – Ripeto. ‘Avere il digitale’ non basta. Per garantire la ripartenza bisogna anche e soprattutto ‘sapere creare valore attraverso il digitale».

Per il 2021, sia l’evoluzione e il controllo dell’attuale emergenza che l’aumento di fiducia nel clima economico complessivo lasciano intravedere un recupero del mercato, con una crescita prevista del 3,5% e dinamiche in miglioramento in tutti i comparti e Digital Enabler. A eccezione dei servizi di rete, in calo ma in maniera meno sostenuta, continueranno a crescere con tassi a due cifre le componenti associate a una digitalizzazione e automazione sempre più accentuata dei processi collaborativi a diversi livelli (dalla scuola alla sanità, ai servizi al cittadino fino all’e-commerce) e le soluzioni per la digitalizzazione delle filiere, un processo che aveva rallentato la sua corsa nel 2020. Tra i Digital Enabler a maggiore crescita, avremo Intelligenza Artificiale, Blockchain, Cloud, Big Data, Cybersecurity, Piattaforme per la gestione Web.

Per il 2021, sia l’evoluzione e il controllo dell’attuale emergenza che il recupero di fiducia nel clima economico complessivo lasciano intravedere un recupero del mercato con una crescita prevista del 3,5% e dinamiche in miglioramento in tutti i comparti e Digital Enabler. Fonte Anitec-Assinform

«Si potrà creare valore a tutti i livelli: con una migliore qualità di beni e servizi vecchi e nuovi, con la sburocratizzazione dei processi amministrativi, con l’adeguamento o il ripensamento della legislazione (creata per il mondo fisico e non per quello online), aumentando la sostenibilità e garantendo maggiore inclusione sociale – sottolinea il presidente di Anitec-Assinform – Il digitale non riguarda solo le tecnologie e l’interoperabilità (assolutamente necessarie, ma non sufficienti), ma anche la cultura e le competenze di chi lo fa, di chi lo gestisce e di chi lo usa. Per questo il digitale bisogna saperlo pianificare, scegliere, utilizzare e ottimizzare, facendolo diventare la nostra normalità, non solo tecnologica ma anche culturale, con tutti i suoi limiti e le sue sfide, ma anche con tutti i suoi grandi benefici».

Queste dinamiche si riferiscono alla sola crescita fisiologica, a cui si aggiungerà l’ulteriore aumento degli investimenti in digitale che saranno finanziati dal Pnrr e per i quali non è stata ancora resa pubblica la pianificazione anno per anno.

«Il Pnrr pone il digitale al centro della vita del Paese, con un piano di riforme e un ammontare di risorse che per entità e obiettivi non abbiamo mai avuto nella nostra storia. Forse qualcosa di simile lo si è avuto con il Piano Marshall, ma il contesto era diverso – conclude Marco Gay – Per questo abbiamo non solo l’opportunità ma anche il dovere di essere all’altezza dei tempi, impegnandoci ad avviare quanto prima i progetti, impiegando tempestivamente tutte le risorse che il Pnrr ci metterà a disposizione e a realizzare quelle riforme che ottimizzino i benefici dei progetti stessi. L’obiettivo è cambiare passo, dare impulso alla digitalizzazione della PA e della Sanità, accelerare lo sviluppo delle infrastrutture a banda ultra larga, sostenere le startup innovative e colmare il gap di competenze digitali, anche riconvertendo lavori in phase out. Mai come oggi la sfida è complessa ma possibile».














Articolo precedenteGruppo Renault: accordo per disciplinare il lavoro ibrido
Articolo successivoLe Comunità Energetiche al centro del webinar by UniProfessioni (20 maggio)






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui