Acciaio Ue: per federacciai giuste le salvaguardie definitive sull’import

A quality control technician tapping molten iron in full flame retardant protective equipment in the blast furnace ironmaking plant

Secondo il presidente dell’ associazione imprenditoriale di settore, Alessandro Banzato, oltre al ridimensionamento degli incrementi delle quote, è importante anche monitorare attentamente le distorsioni e gli incrementi dei flussi di importazione

La conferma delle misure di salvaguardia imposte provvisoriamente la scorsa estate, e ora rese definitive dalla Commissione Europea con un ampio consenso dei Paesi membri, per Federacciai appare più che giustificata per tutelare la produzione europea da incontrollati e ingiustificati incrementi delle importazioni dovuti da un lato ai dirottamenti dei flussi commerciali derivanti dai dazi USA e dall’altro alla massiccia sovraccapacità produttiva esistente in molti Paesi produttori, prima fra tutti la Cina.

 







Alessandro Banzato

Per il presidente della federazione dei siderurgici, Alessandro Banzato, «la struttura delle misure definitive migliora certamente alcuni aspetti, in particolare con l’inserimento di alcune categorie di prodotti di cui era ancora in corso l’esame, e per la gestione delle quote, ripartite per i Paesi maggiori importatori e con cadenza trimestrale per le rimanenti». Tuttavia, «rimangono però da rivalutare e ridimensionare gli incrementi complessivi delle quote, + 5% a febbraio e un altro + 5% previsto già a luglio partendo dalla media del triennio 2015-2017, periodo già record per le importazioni, per renderli congruenti all’andamento previsto del consumo di acciaio in Europa, decisamente più limitato e previsto inferiore all’1% nel 2019. In caso contrario si rischia di vanificare l’obiettivo principale delle misure, ovvero quello di mantenere un mercato aperto e bilanciato tra gli interessi dei produttori e dei consumatori senza costituire pregiudizio per l’industria comunitaria».

Per Banzato, oltre al ridimensionamento degli incrementi delle quote, è importante «anche monitorare attentamente le distorsioni e gli incrementi dei flussi di importazione per prevenire possibili aggiramenti della salvaguardia o dei dazi antidumping esistenti. » I primi dati del 2018 «mostrano già alcuni fenomeni sui quali porre particolare attenzione, come ad esempio le importazioni dalla Turchia, che a fronte di una costanza del livello produttivo nel 2018 ha quasi raddoppiato le importazioni in Europa di prodotti siderurgici, o dell’Indonesia, esclusa dalla salvaguardia in quanto Paese in via di sviluppo con importazioni per esempio di coils e lamiere inossidabili nel triennio di riferimento inferiori al 3% del totale europeo, ma salite improvvisamente a più del doppio nel 2018».

Per il presidente di Federacciai, infine, bisogna anche «monitorare le importazioni dalla Cina, Paese destinatario di diverse misure antidumping che, ad esempio per i coils zincati, ha visto un significativo incremento delle importazioni in Italia nel 2018 nonostante l’industria destinataria di questi materiali, in particolare l’auto, abbia segnato il passo». Il settore siderurgico auspica quindi che a seguito dell’entrata in vigore delle misure di salvaguardia definitive venga ora avviato un lavoro di ricalcolo a livello europeo sulle quantità effettive, possibilità di revisione peraltro prevista dalla stessa misura di salvaguardia, e venga rinforzata l’attenzione dei singoli Paesi membri, per l’Italia da parte dell’Agenzia delle Dogane, alla sorveglianza e alla verifica sul campo della congruenza delle importazioni siderurgiche con tutti i requisiti di legge nazionali e comunitari.














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