Tech e automazione? Sono gli alleati principali dell’efficienza energetica! Con Abb

di Chiara Volontè ♦︎ Industrializzazione, digitalizzazione e urbanizzazione devono convivere con il tema della decarbonizzazione. La sostenibilità passa dall’elettrificazione di città, edifici, mobilità. Le comunità energetiche: cittadini e imprese diventano prosumer. Auto elettriche: i problemi di colonnine e batteria. Con Stefano Boeri (architetto e urbanista), Guido Davoglio (Tekser), Giorgio Gori (sindaco di Bergamo), Gianluca Lilli (Abb) e Maria Cristina Papetti (Enel Grids)

Tech e automazione? Sono gli alleati principali della sostenibilità. È solo attraverso le nuove tecnologie, infatti che è possibile raggiungere gli sfidanti obiettivi di carbon neutrality entro il 2050. Certo, i cittadini, le imprese e i decisori politici devono impegnarsi per rispettare gli standard imposti dalla Commissione europea in tema di green. Ma non si deve dimenticare che la sostenibilità passa dall’elettrificazione, dalla gestione intelligente della produzione e dei consumi con la costituzione di comunità energetiche, da un’edilizia che tenga conto del cambiamento climatico con edifici intelligenti in grado di analizzare e gestire i dati che essi stessi generano. E da una mobilità smart, sostenibile, integrata e a emissioni zero, in cui l’elettrificazione dei veicoli e dell’infrastruttura ha un ruolo da protagonista. Un percorso oneroso e complesso, ma che già oggi è attuabile dal punto di vista delle tecnologie disponibili, soprattutto in tema di elettrificazione, con il contributo di molteplici attori: fornitori energetici, urbanisti e architetti, amministrazioni e industria.

«Industrializzazione, digitalizzazione e urbanizzazione devono convivere con il tema della decarbonizzazione – chiosa Maria Cristina Papetti, Responsabile dell’Unità di Sostenibilità di Enel Grids, Gruppo Enel – per ogni progetto che vogliamo sviluppare, dobbiamo pensare a come abbattere le emissioni. È solo in questo modo che la transizione sostenibile diventa anche sviluppo economico». E si parte ripensando il territorio: le città devono essere energicamente autosufficienti e verdi, con una conseguente sostituzione edilizia che renda gli edifici a basso consumo energetico. Invece nel mondo industriale la sostenibilità ambientale si trasforma anche in sostenibilità economica.







«L’elettrificazione diventa lo snodo chiave di città e imprese sostenibili grazie anche ai paradigmi partecipativi di produzione e di consumo di energia, che consentono di raggiungere la sostenibilità economica e sociale – commenta Gianluca Lilli, Senior Vice President di Abb Italia – L’analisi del Politecnico di Milano prevede che entro il 2025 ci saranno 40mila comunità energetiche in Italia ed entro il 2050 arriveranno a servire 260 milioni persone in Europa producendo il 45% di tutta l’energia che utilizzeremo». L’elettrificazione è dunque il boost della transizione ecologica delle città e dell’industria, grazie anche ai paradigmi partecipativi di produzione e di consumo di energia. Di questo, e di molto altro, si è parlato nel corso di un evento organizzato da Abb. Con Stefano Boeri (architetto e urbanista), Guido Davoglio (Partner and Technical Director di Tekser), Giorgio Gori (sindaco di Bergamo), Gianluca Lilli (Senior Vice President di Abb) e Maria Cristina Papetti (Head of Global Sustainability Enel Grids).

Urbanistica sostenibile e green building: lo stato dell’arte

L’evento organizzato da Abb. Con Stefano Boeri (architetto e urbanista), Guido Davoglio (Tekser), Giorgio Gori (sindaco di Bergamo), Gianluca Lilli (Abb) e Maria Cristina Papetti (Enel Grids)

Il Green Deal europeo ha segnato la pietra miliare fondamentale per arrivare al carbon neutral nel 2050, ma nel mezzo c’è la ridefinizione degli spazi urbani, degli edifici, della mobilità. «Quanto a urbanistica green, l’Italia deve fare ancora molti passi avanti – spiega Stefano Boeri – la Milano è al 57esimo posto nel ranking globale delle città sostenibili. Non è sicuramente una buona posizione. Le due scadenze del 2035 e del 2050 ci mettono alla pari con la condizione europea e ci permettono di traguardare ragionevolmente la transizione sostenibile, che diventa anche fonte di sviluppo economico». Le politiche che devono essere messe in campo oggi devono puntare agli obiettivi del 2035 e del 2050, partendo da un ripensamento del territorio sui temi di mobilità, energia e verde. Le città e le aree urbane attuali producono circa il 75% dell’anidride carbonica totale responsabile dell’effetto serra. Di conseguenza sono per gran parte l’origine dell’anidride carbonica che provoca lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento degli oceani e gran parte delle perturbazioni che hanno aggravato la situazione della vita negli ultimi anni. Ma cosa si può fare?

«Le nuove tecnologie ci permettono di intervenire anche su edifici vecchi – spiega Gianluca Lilli – l’efficientamento energetico tramite l’automazione e la gestione automatica permettono alle costruzioni già esistenti di fare degli upgrade. Questo perché le piattaforme spesso sono aperte e comunicano con protocolli open, per cui si può procedere step by step. Ad esempio, applicare le soluzioni di Abb permette di risparmiare fino all’80% dei consumi energetici». Ma l’obiettivo di architetti e urbanisti è anche quello di creare un’abitazione intelligente capace di adattarsi alle esigenze di chi la vive, dove gli obiettivi di comfort, energia e sicurezza sono ottenuti in modo modulare, scalabile e flessibile. La soluzione di Abb per una casa tecnologicamente avanzata è Casa Aumentata, un’abitazione in evoluzione che permette di scegliere e combinare diverse funzionalità, averle sempre sotto controllo e ampliarle nel tempo. Tale predisposizione permette, se un domani ne servissero altre, di aggiungerle facilmente grazie a un sistema modulare, scalabile e flessibile.

Green building: tutti i benefici per la sostenibilità

Parola d’ordine: elettrificazione

«La partita si gioca tutta sull’energia – prosegue Boeri – dobbiamo immaginarla pulita e rinnovabile, prodotta in ogni abitazione. Ogni edificio deve essere trasformato in una centrale di energia rinnovabile, con la possibilità di scambiare quella in eccedenza. Introdurre un elemento che abbia a che vedere con il concetto di benefit company è un incentivo, sarebbe un passo in avanti molto importante». Una delle grandi sfide delle nostre città è quella dell’energia, che dovrà essere prodotta nelle case (con il sole, il vento, la geotermia) e condivisa grazie al concetto di comunità energetica. Infatti, la riduzione dell’inquinamento tramite l’elettrificazione è possibile solo se la generazione di elettricità è sostenibile: la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e a zero emissioni è dunque il punto di partenza. Oltre ai benefici apportati in termini di cambiamento climatico e aria più pulita, l’elettrificazione crea una serie di benefici interconnessi tra loro che possono essere identificati in 3 grandi aree.

Gli orizzonti raggiungibili tramite una diffusa elettrificazione nelle città sono praticamente illimitati

Innovazione: il sostegno all’elettrificazione porta allo sviluppo di nuove tecnologie innovative. Efficienza: i servizi domotici controllabili a distanza danno ai consumatori la flessibilità necessaria per ottimizzare l’uso dell’energia e ridurre gli sprechi. Digitalizzazione: l’elettrificazione può contribuire in modo importante al risparmio energetico grazie alla sua efficienza intrinseca. Sono diverse gli strumenti che la multinazionale svizzero svedese mette in campo per un’efficace gestione dell’energia. Ability Energy and Asset Manager è una soluzione cloud che integra la gestione dell’energia e degli asset energetici in un’unica dashboard; fornisce agli stakeholder misurazioni in tempo reale del consumo di energia su scala personalizzabile e identifica le possibili aree di miglioramento in termini di efficienza energetica. Opimax for Industrials and Commercials, invece, ottimizza la produzione di energia, riducendo al contempo i costi energetici e minimizzando l’impatto ambientale. Le principali funzioni di Optimax sono: time shifting per la minimizzazione dei costi energetici (accumulo di energia durante i periodi di sovra generazione); peak shaving, che permette di ridurre la richiesta di energia durante le ore di punta e il picco carica di domanda; previsioni sulla produzione fotovoltaica.

Elettrificazione: il boost per la carbon neutrality

Il Sistema edificio

La sfida dell’urbanistica consiste nel rendere l’edificio intelligente, farlo dialogare con i propri sottosistemi e con i contesti circostanti. E abbiamo già le tecnologie per farlo. «La smartizzazione è possibile grazie ai dati – afferma Guido Davoglio – Ma tanti dati non filtrati e mal gestiti non servono, anzi aumentano inutilmente i costi perché devono essere comunque accumulati. Ma la gestione del dato è un elemento fondamentale, perché è proprio col dato che noi costruiamo buona parte dell’efficienza dei contesti urbani già vincolati, su cui non si hanno grandi possibilità di intervenire sull’involucro o sull’impianto. In questo caso la gestione del dato e la smartizzazione dell’edificio in senso intelligente sono fondamentali, perché permettono, con bassi costi di investimento, di fare un doppio salto di classe energetico».

Gli edifici del futuro: hub di energia pulita

Comunità energetiche

Enel comunità energetica

L’evoluzione dei modelli di produzione, consumo e gestione dell’energia in chiave di sostenibilità rappresenta certamente una sfida di grande attualità per il nostro sistema economico, abilitata da tecnologie in grado di supportare tale transizione. In questo ambito, i nuovi player che emergono sullo scenario sono certamente i cittadini e le imprese che hanno nuove opportunità di agire proattivamente sul mercato dell’energia, passando dal classico ruolo di consumatori a quello di prosumer: produttori di energia rinnovabile che consumano solo in parte tale risorsa, immettendo in rete la parte eccedente che puo’ essere stoccata o scambiata con altri consumatori. Produzione e condivisione di energia elettrica da fonti rinnovabili, quindi, sono le parole chiave intorno alle quali nascono le comunità energetiche: libere associazioni di cittadini, imprese, enti territoriali e autorità locali che agiscono secondo criteri di autoconsumo e autosufficienza energetica, dando quindi vita a un modello decentrato e localizzato di produzione energetica. Evidenti i vantaggi: oltre a una riduzione dei costi dell’energia, si arriva a una valorizzazione dell’energia prodotta e a un’evidente riduzione degli impatti ambientali. Non ultimo, il tema della coesione sociale che si viene a creare attorno a questo modello virtuoso che unisce consapevolezza e collaborazione. «Come Enel abbiamo connesso a livello globale 5,6 gigawatt di energia alla rete – spiega Maria Cristina Papetti – per ospitare la capacità rinnovabile che i prosumer hanno immesso nella rete. Quello delle comunità energetiche è fenomeno in crescita, perché c’è la sostenibilità economica che aiuta la decarbonizzazione».

Se la stima per l’Europa è di arrivare, nel 2050, a 264 milioni di cittadini europei che si uniranno al mercato energetico come prosumer – producendo circa il 45% dell’elettricità rinnovabile complessiva – per l’Italia la stima del Politecnico di Milano (Electricity Market Report) prevede che entro il 2025 le comunità energetiche saranno circa 40.000 e coinvolgeranno 1,2 milioni di famiglie, 200mila uffici e 10mila piccole e medie imprese. La mappatura di Legambiente datata maggio 2022 ha identificato 100 comunità energetiche nel nostro Paese: 35 erano già attive, mentre 41 erano in fase progettuale e 24 in via di costituzione. Se il decreto Milleproroghe ha dato il via all’esperienza delle comunit energetiche e dei progetti di autoconsumo collettivo di energia proveniente da fonti rinnovabili, il Pnrr ha definito finanziamenti per favorirne ulteriormente la diffusione con uno stanziamento complessivo di oltre 2 miliardi di euro. I finanziamenti sono inclusi nella Missione 2 – Componente 2 dove sono previsti i fondi per accrescere la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili. Questo stanziamento, unito alla nascita di comunità energetiche, potrebbe puntare alla produzione di circa 2500 GWh l’anno, con un evidente vantaggio dal punto di vista delle emissioni di CO2. Le tecnologie abilitanti a supporto delle comunità energetiche sono cruciali per rendere possibile produzione, riduzione dei consumi e gestione dell’elettricità: esse consentono di controllare da remoto le fasi del ciclo energetico (dalla produzione al consumo, passando per la distribuzione e l’accumulo) e la gestione dei dati connessi al monitoraggio e alla gestione dei flussi energetici, anche verso il gestore della rete.

Comunità energetiche e città arcipelago: l’urbanistica sostenibile e autosufficiente del futuro

Mobilità sostenibile: lo stato dell’arte

«La mobilità deve diventare sempre più intermodale e sostenibile, così può contribuire all’obiettivo dell’azzeramento delle emissioni – asserisce Giorgio Gori – ma è necessario dedicare risorse alle opere di trasporto pubblico». La mobilità è un tassello importante nel percorso alla decarbonizzazione, ma siamo pronti all’elettrificazione del parco auto? Al di là dei problemi di conversione della filiera automotive all’elettrico, e ai costi delle e-car, ci sono altri due problemi: la scarsità di colonnine di ricarica e il fine vita delle batterie. «Abb ha in corso un esperimento con Atm che ha l’obiettivo, entro il 2030, di avere tutta la flotta elettrica – chiosa Lilli – nel deposito di San Donato abbiamo installato colonnine di ricarica che ricaricano gli autobus di notte. Le batterie, invece, potranno avere una seconda vita come fonte di accumulo di energia e stabilizzare le rinnovabili per rierogarle in rete. In Italia, nel 2021, la crescita di infrastrutture di ricarica è segnato +41%, ma sono tutte di piccola potenza. Ci sono le tecnologie e anche i soldi, grazie al Pnrr, per sviluppare un’infrastruttura fast e capillare, ma i permessi per le gare e le installazioni stanno andando per le lunghe».

Vehicle to grid: fornire energia mentre si ricarica l’auto













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