In che modo le nuove tecnologie possono aiutare a superare le criticità portate dal Covid-19? Quale contributo possono a potranno portare non solo nella cura delle persone, ma anche nel rendere migliore la qualità degli ospedali e delle infrastrutture? La pandemia che ci ha colpiti a livello globale ha necessariamente messo in primo piano le nuove e urgenti sfide che il mondo della sanità sta affrontando.
L’automazione e le nuove tecnologie hanno aiutato significativamente medici, laboratori, e tecnici sanitari a rispondere in maniera veloce ed efficiente ad una situazione critica sotto molti punti di vista. Robotica collaborativa e soluzioni digitali stanno contribuendo molto all’efficientamento delle strutture sanitarie e dei laboratori di analisi. Ma in che modo il connubio uomo-robot stia definendo il futuro del lavoro?
Di queste tematiche, e di molto altro, si discute all’interno del podcast di Abb: ospiti della multinazionale dell’automazione sono Andrea Maria Zanchettin (professore, Politecnico di Milano e co-founder Smart Robots) e Irene Acerbi (sales and marketing director Emea Region, Copan Group).
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Il robot nei laboratori di analisi sostituisce la persona nelle mansioni più ripetitive e noiose, va ad effettuare operazioni a bassissimo valore aggiunto: così ci sono vantaggi in termini di volumi, tempi e qualità. Questo perché il tecnico può concentrarsi meglio sugli incarichi che deve svolgere. Ma quanto la tecnologia è stata di supporto durante la pandemia da Covid? La pandemia che ci ha colpiti a livello globale ha necessariamente messo in primo piano le nuove e urgenti sfide che il mondo della sanità sta affrontando.
«Ci sono le richieste dei grandi ospedali dove l’automazione già c’è. Ma per arrivare a questo tipo di efficienza servono dei grandi investimenti e dei grandi spazi – spiega Andrea Maria Zanchettin – Dall’altra parte ci sono strutture, soprattutto in provincia, che magari non hanno né spazi né capacità di investimento. La tecnologia qui può aiutare nell’aumentare la capacità diagnostica, può portare vicino al paziente la possibilità di accedere più velocemente al risultato diagnostico».
Questo perché la tecnologia consente processi più efficaci, più precisi e molto più rapidi, e al contempo l’operatore è sollevato da operazioni molto ripetitive.
«Il prossimo passo da compiere, per arrivare ad una piena collaborazione uomo-robot in campo medico, è culturale – chiosa Zanchettin – dobbiamo sfruttare il più possibile un’automazione a piccole dosi per le strutture più piccole, che sono quelle più vicino al paziente, perché grazie alla robotica si può dare un servizio più veloce ed efficiente, con costi inferiori».
Si tratta di rendere più efficienti e sostenibili le strutture ospedaliere: ci sono centri clinici e moderni ospedali che sono tra gli edifici più complessi mai realizzati, che devono coniugare un altissimo grado di efficienza a un consumo energetico sostenibile.
«L’automazione in campo scientifico è indispensabile per garantire la sicurezza in primis per il tecnico di laboratorio, che deve gestire i campioni a volte pericolosi, come per esempio nel caso del Covid-19. Ma anche la sicurezza del campione medesimo è fondamentale – commenta Irene Acerbi – solo gestendo correttamente il campione dalla fase di prelievo a quella di processamento in laboratorio si possono evitare errori e garantire standardizzazione e tracciabilità del campione. Questo porta a un’analisi ottimale e a un beneficio per il paziente».