La Nasa alla ricerca di esopianeti grazie a Abb e Nüvü

Con il Nancy Grace Roman Space Telescope sarà possibile studiare il mistero della distribuzione di energia oscura nel cosmo e scattare, grazie alla prima fotocamera dedicata, immagini di pianeti extrasolare

Nancy Grace Roman Space Telescope è dotato di due strumenti: un sistema per studiare il mistero della distribuzione di energia oscura nel cosmo e la prima fotocamera dedicata a scattare immagini di esopianeti nello spazio, il Cgi (CoronaGraph Imager)

Il futuro osservatorio spaziale della Nasa si chiama Nancy Grace Roman Space Telescope ed è dotato di due strumenti: un sistema per studiare il mistero della distribuzione di energia oscura nel cosmo e la prima fotocamera dedicata a scattare immagini di esopianeti nello spazio, il Cgi (CoronaGraph Imager) al cui interno ci saranno due fotocamere, ad alta sensibilità, con core elettronici sviluppate da Abb in collaborazione con Nüvü.

«La missione Roman è un progetto da 3,2 miliardi di dollari che dovrebbe riuscire a essere da 100 a 1000 volte più potente nel catturare immagini di esopianeti rispetto a quanto si ottiene oggi» ha dichiarato Marc Corriveau, general manager della divisione measurement & analytics di Abb in Canada. «Siamo molto orgogliosi di fornire un componente così critico a questa missione rivoluzionaria. Si tratta di un progetto entusiasmante che richiederà la nostra esperienza tecnologica più avanzata per avere successo». I sistemi planetari extrasolari sono estremamente difficili da osservare da grandi distanze poiché i pianeti sono molto meno luminosi della loro stella e sono separati tra loro da distanze minime. La complessa disposizione dei componenti ottici del Cgi della Nasa riesce a bloccare la luce delle stelle e a inviare la luce residua del pianeta vicino a una fotocamera ad alta sensibilità. È qui che entra in gioco l’esclusiva soluzione di imaging di Abb/Nüvü per rivelare l’insolito puntino che prima era invisibile.







Il contratto ottenuto da Abb segue una recente aggiudicazione da parte di Ghgsat, un operatore privato di costellazioni satellitari, per la fornitura di sensori ottici aggiuntivi in grado di acquisire in alta definizione le perdite di metano sul terreno. Le apparecchiature ottiche Abb già presenti nello spazio hanno accumulato più di 90 anni di funzionamento affidabile. Dal 2003, il sensore Scisat rileva i cambiamenti di composizione a lungo termine nell’atmosfera terrestre di oltre 60 molecole e inquinanti, fino a parti per trilione. Le agenzie meteorologiche di tutto il mondo basano le loro previsioni sulla tecnologia Abb al centro dell’ultima generazione di satelliti polari della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), che salva vite umane migliorando la tempestività e l’accuratezza delle previsioni meteorologiche fino a sette giorni. I sensori Abb si trovano anche a bordo dei satelliti giapponesi Gosat 1 e 2 per il monitoraggio ad alta precisione del costante aumento di gas serra in tutto il mondo.

«Siamo grati al programma di sviluppo della tecnologia spaziale dell’agenzia spaziale canadese (Csa) che ha permesso di portare questa rivoluzionaria tecnologia fotografica ad un livello di maturità sufficiente per essere presa in considerazione dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa», ha affermato Olivier Daigle, chief technology officer di Nüvü Camēras.

Il contratto di due anni è stato assegnato ad Abb dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa e l’osservatorio dovrebbe essere lanciato nel 2025.

 














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