A2A: a Monfalcone addio al carbone

In vista del 2025, anno della chiusura di tutti gli impianti a caarbone secondo il Pniec, A2A mette il turbo per chiudere le due unità della cittadina friulana. Per puntare sul metano, con un investimento di circa 500 miloni di euro

Luca Valerio Camerano, amministratore delegato e direttore generale di A2A

Carbone addio. In vista dell’anno 2025 – data ultima della chiusura di tutte le centrali a carbone così come previsto dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) – le utility si muovono. E così la A2A, guidata da Luca Valerio Camerana, ha in progetto di spendere 475 milioni di euro per riconvertire la sua centrale di Monfalcone, sulla costa goriziana, sostituendola con una a metano.
Le ambizioni sono state presentate il 29 ottobre scorso a Trieste, l’iter prevede le autorizzazioni dei ministeri di riferimento, ovvero lo Sviluppo economico (Ministro Stefano Patuanelli) e l’Ambiente (Ministro Sergio Costa).

Energia da carbone in Italia

In Italia si bruciano circa 12 milioni di tonnellate di “carbone da vapore” (dati Assocarboni). E si bruciano praticamente in tutto il territorio: dalla Liguria (a La Spezia, con l’impianto Enel) alla Lombardia (a Brescia by A2A); dal Veneto (a Marghera Fusina) all’Umbria, ancora impianti del gruppo guidato da Francesco Starace; dal Lazio alla Puglia (con centrali a Civitavecchia e Brindisi Sud, by Enel) finendo in Sardegna dove tra Postovesme e Fiume Santo la partita è giocata da Enel e da Eph. A proposito di Brindisi, A2A ha una centrale nella zona Nord che non si accende da anni.







Il progetto A2A per Monfalcone

Attualmente la centrale è formata da quattro gruppi produttivi, di cui due a carbone dalla potenza di circa 170 megawatt l’uno. A2A la sostituirebbe con un impianto a metano con un’efficienza doppia rispetto a quella attuale e con dimensioni compatte, così che alla comunità di Monfalcone verrebbe affidata la scelta circa l’uso cui destinare gli spazi lasciati liberi. Il programma complessivo di A2A prevede anche di potenziare le centrali idroelettriche dell’A2A sui monti della Carnia.














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