Lo studio Workforce of the Future di Cisco mostra senza dubbi che la maggior parte dei dipendenti ha apprezzato lo smart working, o per lo meno le forme di smart working adottate durante l’emergenza sanitaria, e vorrebbe poter avere più flessibilità anche quando si tornerà a una situazione di normalità.
La ricerca si basa su un campione di 10.000 persone in 12 Paesi fra Europa, Russia e Medio Oriente, e si è concentrata sui desideri dei lavoratori per il 2021. Quello che emerge è che l’87% degli intervistati italiani (la percentuale è comunque in linea con quella di altri Paesi) vuole una maggiore autonomia nel definire come e quando lavorare in ufficio, e desidera un mix tra lavoro in presenza e lavoro a distanza. Il motivo? La possibilità di conciliare meglio la vita lavorativa con quella personale e il fatto di non perdere tempo nel tragitto casa-lavoro, ore che possono essere impiegate per incrementare la produttività.
Quando è stato chiesto agli intervistati cosa avrebbero fatto se avessero potuto essere ceo per un giorno, è emerso che i lavoratori darebbero priorità all’integrazione di metodologie di comunicazione e collaborazione efficaci: secondo l’83% degli intervistati (78% il dato Emear) le aziende devono fornire ai dipendenti la stessa tecnologia a casa e in ufficio. Il 74%, invece, ritiene fondamentale creare una politica stabile di lavoro flessibile. Secondo gli intervistati, le priorità nell’allocazione del budget 2021 dovrebbero essere investire in tecnologie che permettano di essere più produttivi (42% il dato italiano, 39% quello Emear), dotare gli uffici di tecnologie che rendano più sicuro lo spazio di lavoro da un punto di vista sanitario (31% il dato italiano, 38% quello Emear), aumentare la formazione per lo sviluppo competenze digitali (30% il dato italiano, 32% quello Emear) e incrementare la sicurezza informatica (29% il dato italiano, 30% quello Emear).