Unioncamere e Confindustria Lombardia: crescono industria (+0,4%) e artigianato (+0,6%) nel Q3 2022

Ottima la performance del sistema moda: abbigliamento (+30,3%), pelli-calzature (+27,9%) e tessile (+7,4%)

Francesco Buzzella, presidente di Confindustria Lombardia

La produzione industriale lombarda mantiene un trend positivo in questo problematico 2022 registrando un modesto +0,4% (la variazione tendenziale sullo stesso trimestre dell’anno scorso è pari al +4,8%). Un risultato che coinvolge quasi tutti i settori con l’eccezione dei mezzi di trasporto (-2,6%) e della siderurgia (-4,8%) che registrano invece un calo tendenziale. Gli ordinativi – sempre in positivo – mantengono tassi di crescita moderati per l’industria (+1,3% dall’interno e +1,5% dall’estero). Risultati in linea anche per le aziende artigiane manifatturiere che segnano una crescita della produzione del +0,6% congiunturale che diventa +4,9% su base tendenziale. Per queste imprese – rivolte maggiormente al mercato interno – gli ordini mostrano segnali di cedimento (+0,4% congiunturale), mentre per i mercati esteri svoltano in negativo (-0,2%). Crescono maggiormente nel trimestre i settori del comparto moda (abbigliamento, pelli-calzature e tessile) che scontano ancora gap significativi da recuperare rispetto al dato medio, in particolare abbigliamento e tessile, avendo iniziato la fase di recupero in ritardo rispetto agli altri comparti. Resta alta l’attenzione sui prezzi. Beni energetici, materie prime e componenti varie registrano nuovi record spingendo il dato verso l’alto: rispetto al III° trimestre 2021 i prezzi delle materie prime sono cresciuti mediamente del 57% per le imprese industriali e dell’82,5% per le artigiane. Si attenuano tuttavia le difficoltà di approvvigionamento e migliora anche la situazione delle scorte di magazzino e dei materiali per la produzione.

La produzione industriale ha registrato rispetto al secondo trimestre +0,4% e +4,8% rispetto stesso periodo del 2021

Francesco Buzzella, presidente di Confindustria Lombardia, ha dichiarato: «La rilevazione di Unioncamere in collaborazione con regione Lombardia e Confindustria Lombardia relativa al terzo trimestre 2022 mostra un rallentamento ma conferma la forza del sistema industriale lombardo nel resistere alla tempesta. Una forza che emerge dalla sensibile crescita della produzione industriale rispetto al secondo trimestre (+0,4%) e al balzo rispetto stesso periodo del 2021 (+4,8%). L’attacco all’industria lombarda sembra quindi al momento scongiurato grazie alla ripartenza del mercato domestico e alla stabilità degli ordini esteri, ma questo non migliora le aspettative degli imprenditori come emerso dalle previsioni negative registrate per i prossimi mesi. Il rallentamento registrato nell’ultimo mese dei costi energetici sta dando un po’ di respiro alla produzione – le stime dell’Osservatorio energia di Confindustria Lombardia degli extra-costi che l’industria sosterrà per il 2022 per elettricità e gas per sono scese dalla precedente stima di 20 a 13 miliardi, sempre ben oltre i 2 miliardi sostenuti nel 2019 –, ma il timore delle imprese è che senza reali soluzioni a livello europeo e nazionale la corsa dei prezzi sia destinata a ripartire. Le incognite di questa tempesta perfetta nella quale ci troviamo sono infatti ancora tutte sul tavolo: costi dell’energia insostenibili, inflazione record in Italia e nell’Eurozona, forte rialzo dei tassi di interesse, deprezzamento dell’euro, instabilità nelle catene globali del valore e instabilità a rialzo dei prezzi delle materie prime. Tutto questo rischia di minare la capacità delle imprese lombarde e italiane di competere nei mercati internazionali. Costi dell’energia, inflazione e alti tassi di interesse stanno infatti prosciugando la liquidità delle nostre imprese, in particolare delle Pmi, e nel 2023 questa stretta aumenterà ulteriormente. A fronte di queste sfide gli imprenditori, dopo aver sostenuto da soli la forte ripartenza nel post-Covid, sono delusi e sfiduciati nei confronti di un’Europa che sembra non vedere nell’industria un asset strategico generando così un vantaggio competitivo a favore di Stati Uniti e in Cina. In un contesto già emergenziale, infatti, a Bruxelles continuano a lavorare alacremente per affossare diverse filiere: dopo la mancata valutazione delle conseguenze delle sanzioni alla Russia lo stesso sta avvenendo relativamente all’impatto che alcuni regolamenti Ue hanno su interi comparti industriali. Mi riferisco in particolare a tre filiere che ci vedono eccellere a livello europeo e mondiale: imballaggi e packaging, automotive, agrofarmaci, tutte nel mirino di normative penalizzanti per le nostre imprese. Serve quindi fare ancor più sistema a livello italiano, partendo dalla forza di regioni come la Lombardia, trovando partner e sponde a livello europeo per difendere l’industria dalle minacce contemporanee. In caso contrario assisteremo allo smantellamento pezzo dopo pezzo dell’industria con conseguenze sociali ed economiche insostenibili».







«Anche se nel terzo trimestre il quadro per la produzione lombarda rimane positivo, assistiamo a un ulteriore indebolimento della crescita e ci avviciniamo pericolosamente a un possibile punto di svolta negativo» commenta il presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio. «Infatti, il deterioramento del quadro economico porta gli imprenditori industriali a un cauto pessimismo per il prossimo trimestre, mentre per gli artigiani il rischio di una contrazione della produzione è ancora maggiore».

«Gli ultimi dati relativi al comparto manifatturiero – dichiara l’assessore allo sviluppo economico di regione Lombardia Guido Guidesi – confermano che il tessuto produttivo lombardo tiene nonostante le difficoltà legate al ‘caro energia’; un problema che l’Europa non affronta concretamente nonostante i ripetuti annunci. Come regione Lombardia abbiamo messo in campo tutto quello che potevamo attraverso misure specifiche e strumenti creditizi. Ci attendiamo che oggi l’Europa faccia lo stesso altrimenti si rischia seriamente di compromettere l’economia trainante del paese con gravi effetti sociali».

Lo scenario più probabile per il prossimo trimestre è di una moderata contrazione congiunturale dei livelli produttivi che porterebbe ad una crescita media annua per il 2022 del +6,3%, ma a un tasso di crescita acquisito per il 2023 negativo pari al -0,3%.

Le dinamiche settoriali

La maggior parte dei settori industriali mantengono significativi incrementi tendenziali dei livelli produttivi. Da segnalare l’ottima performance del sistema moda: abbigliamento (+30,3%), pelli-calzature (+27,9%) e tessile (+7,4%), tutti settori ripartiti tardi e ora in sensibile recupero. Incrementi sopra la media anche per manifatturiere varie (+8,6%), carta-stampa (+7,8%), alimentari (+6,5%), meccanica (+5,4%) e legno-mobilio (+5,1%). In crescita, ma con intensità minori poco superiori all’1% minerali non metalliferi e gomma-plastica. Variazione nulla pe la chimica. In contrazione tendenziale i mezzi di trasporto (-2,6%) e la siderurgia (-4,8%). Il positivo andamento del comparto moda è confermato anche dalle imprese artigiane. I risultati meno entusiasmanti, ma ancora positivi, si hanno nel comparto artigiano per manifatturiere varie (+1,5%), gomma-plastica (+2,6%), meccanica (+3,5%), alimentari e carta-stampa (+4,6%). Variazione nulla, in questo caso, per la siderurgia.

Fatturato e ordinativi

Il fatturato a prezzi correnti dell’industria segna un buon risultato tendenziale (+13,5%) e una crescita sul trimestre precedente del 2,6%. Gli incrementi di prezzo dei prodotti finiti in atto, con un ulteriore crescita del 6,1% congiunturale, influiscono sul risultato. Per le imprese artigiane il fatturato cresce dell’1,7% congiunturale e del 7,4% tendenziale. Anche in questo caso va considerata la dinamica dei prezzi dei prodotti finiti, cresciuti dell’8,1% rispetto al trimestre precedente. La dinamica congiunturale degli ordini interni migliora, ma resta debole, per l’industria (+1,3% congiunturale), come anche gli ordini esteri che si fermano a +1,5%. Risultati peggiori per l’artigianato con ordini interni poco sopra lo zero (+0,4%) e esteri in lieve contrazione (-0,2%). La quota del fatturato estero sul totale rimane elevata per le imprese industriali (39,8%) e resta poco rilevante e in diminuzione per le imprese artigiane (6,4%).

Prezzi

I prezzi delle materie prime presentano una dinamica congiunturale in continuo rialzo per tutti i comparti, ma con un rallentamento nell’ultimo trimestre. Per l’industria, l’incremento si assesta ora al +9,8% congiunturale, dal +15,9% di inizio anno. L’artigianato mostra una dinamica simile passando dal +19,8% del primo trimestre all’attuale +15,2%.
I prezzi dei prodotti finiti seguono ancora da lontano l’incremento delle materie prime registrando un +6,1% per l’industria e un +8,1% per l’artigianato.

Scorte di magazzino

Le imprese industriali registrano un rientro delle scorte di magazzino verso livelli più che adeguati, con i segnali di scarsità ora in quota minoritaria. In questo trimestre, a fronte di una quota considerevole di imprese che giudica le scorte adeguate (63% per i prodotti finiti e 73% per le materie prime), si registrano saldi tra giudizi di esuberanza-scarsità positivi per le materie prime (+1,8%) e leggermente negativi per i prodotti finiti (-0,8%).
In miglioramento anche le scorte per l’artigianato, anche se i segnali di scarsità delle materie prime sono ancora giudicate scarse, ma in linea con i dati storici del comparto.

Occupazione

La quota di aziende che dichiara di aver utilizzato ore di cassa integrazione è scesa al 6,9%

L’occupazione dell’industria dà saldo positivo (+0,3%). Rimane stabile ai minimi la quota di imprese che ha fatto ricorso alla Cig: la quota di aziende che dichiara di aver utilizzato ore di cassa integrazione si attesta al 6,9% e le ore di Cig utilizzate si fermano all’1,1%. Ciò non vale per l’artigianato che, a fronte di un utilizzo della Cig ai minimi, registra un saldo occupazionale di poco sotto lo zero (-0,2%).

 

 

 














Articolo precedenteCoim si rafforza nel mercato asiatico potenziando l’impianto di Singapore
Articolo successivoMobilità sostenibile, accordo tra Autostrade per l’Italia, Eni e Cdp






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui