Con Soldo Trevi digitalizza le spese aziendali, i processi amministrativi, finanziari e…

di Laura Magna ♦︎ Soldo 2/ La società di Carlo Gualandri rende automatici autorizzazione, pagamenti e rendicontazione delle uscite di cassa dell’azienda specializzata in ingegneria del sottosuolo. Tramite carte di credito prepagate con somme a disposizione di manager e dipendenti. Le credit card sono integrate in una piattaforma informatica attraverso cui è possibile emetterle, gestirle, tracciare le uscite. Dal recupero della Costa Concordia alla ristrutturazione del debito. Ne parliamo con Giovanni Grassi

Gruppo Trevi, New Line C Metro Rome, Italy

Nel mezzo di una complessa operazione di turnaround – in cui il controllo della finanza diventa cruciale – il gruppo Trevi, leader globale nel settore delle fondazioni, ha aggiornato la sua dotazione tecnologica. In questo contesto, ha deciso di automatizzare lo spend management con Soldo. Soldo è una fintech italo-londinese, creatura di Carlo Gualandri – innovatore di lungo corso che ha partecipato alla fondazione di Virgilio e Fineco Bank negli anni Novanta – che ha sviluppato un software intelligente che semplifica la gestione delle uscite di cassa di pmi e corporate. Trevi ha iniziato a utilizzare Soldo tre anni fa e continua a estenderne le funzioni in base alle crescenti necessità dell’azienda, sia in Italia che all’estero. 

«Eravamo alla ricerca di una soluzione per le spese aziendali che permettesse una più semplice gestione del fondo cassa, soprattutto durante viaggi e trasferte all’estero – dice a Industria Italiana Giovanni Grassi, Corporate Finance and Insurance Manager Gruppo Trevi, che dall’headquarter della holding italiana gestisce tesoreria, programmi assicurativi e credit management globale del gruppo Trevi – Così, durante il passaggio al nuovo Erp e nella fase di digitalizzazione dei processi amministrativi e finanziari, la piattaforma Soldo è stata scelta per ovviare alle diverse problematiche poste dalle carte di credito, permettendo ai manager di concentrarsi su ciò che davvero contava per la crescita finanziaria dell’azienda».







 

Il nodo carte di credito e l’incontro con Soldo

Giovanni Grassi, Corporate Finance and Insurance Manager Gruppo Trevi

L’incontro con Soldo avviene dunque in un momento cruciale, all’inizio del percorso di ristrutturazione del debito aziendale che ha forzato sulla digitalizzazione delle funzioni amministrative del gruppo. «Abbiamo conosciuto Soldo tramite passaparola dei nostri consulenti – dice Grassi – Eravamo ancora legati agli schemi delle carte di credito tradizionali. Siamo stati per certi versi costretti e per altri facilitati dall’utilizzo del nuovo sistema gestionale che si prestava a una piena integrazione con la modalità Soldo. La prima vera rivoluzione è avvenuta nella gestione automatizzata delle trasferte che ha portato, fra l’altro, all’abbandono della nota spese cartacea e del classico appuntamento con la figura del cassiere prima di ogni trasferta». Soldo si occupa di rendere automatiche le decisioni, l’autorizzazione, i pagamenti e la rendicontazione delle uscite di cassa che avvengono in diverse occasioni nella vita aziendale: dai viaggi di lavoro, all’acquisto del carburante, alle spese per la formazione, agli abbonamenti ai software, all’advertising online e all’acquisto di servizi. In sostanza, il processo si compie utilizzando carte di credito prepagate con somme a disposizione di manager e dipendenti, che diventano autonomi nelle spese a carico delle aziende. Le carte sono integrate in una piattaforma informatica attraverso cui è possibile emetterle, gestirle, tracciare le spese, effettuare riconciliazione e rendicontazione.

«Stiamo poi puntando a dotare ogni funzione aziendale della propria carta per le spese generali, che escono così dal circuito di rendicontazione – conclude Grassi – Inoltre, grazie alla capacità di spesa che può essere modulata in ogni momento per ciascuna singola carta, i nostri commerciali e il personale di cantiere hanno uno strumento nuovo, estremamente flessibile e affidabile e che consente di affrontare anche spese improvvise». I benefici dal punto di vista della tesoreria sono evidenti. È possibile sapere sempre quanto si ha a disposizione nel conto deposito per onorare i vari impegni; gli importi vengono rappresentati nelle disponibilità liquide il che permette di segregare e pianificare importanti voci di spesa come i viaggi e gli acquisti da parte dei buyer. E ancora, c’è la «possibilità di generare, in qualsiasi momento, estratti conto di qualità perfino superiore alle normali carte di credito e di controllare istantaneamente i costi e le spese – continua Grassi – Tra i vantaggi che Soldo ha apportato alla gestione del denaro c’è la possibilità di creare carte nominali o dedicate a team o singoli progetti per poter gestire più facilmente la liquidità durante le trasferte e la vita operativa dei cantieri, anche in diverse valute – un valore aggiunto quando si viaggia spesso all’estero». Inoltre, attraverso la piattaforma è possibile trasferire denaro dal wallet principale a uno associato, annullando l’utilizzo del contante: «l’ufficio finanziario può considerare i wallet come un conto deposito a tutti gli effetti e avere il controllo completo di ciascuna transazione effettuata in tempo reale, semplificando di conseguenza la rendicontazione delle spese mensili».

 

Dal recupero della Costa Concordia al percorso di ristrutturazione

Fondata a Cesena nel 1957 e con un fatturato che nel 2020 si è attestato a 490 milioni di euro, con 3000 dipendenti, Trevi si occupa di ingegneria del sottosuolo (fondazioni speciali, consolidamento del suolo, risanamento di siti inquinati), nonché progettazione e commercializzazione delle tecnologie collegate. Progetto Puente Chacao

Ma quello che Trevi ha operato anche grazie alla partnership con Soldo, è un vero e proprio cambiamento di paradigma, che va ben oltre l’efficientamento della singola funzione aziendale. Un cambiamento che è arrivato in un momento topico della sua storia. L’azienda è nota per aver preso parte al recupero della Costa Concordia al Largo dell’Isola del Giglio, ma anche per aver partecipato agli interventi di messa in sicurezza della Torre di Pisa e del Campanile di Piazza San Marco a Venezia, delle nicchie dei Buddha di Bamiyan in Afghanistan e della colossale diga di Mosul in Iraq. Fondata a Cesena nel 1957 e con un fatturato che nel 2020 si è attestato a 490 milioni di euro, con 3000 dipendenti, l’azienda si occupa di ingegneria del sottosuolo (fondazioni speciali, consolidamento del suolo, risanamento di siti inquinati), nonché progettazione e commercializzazione delle tecnologie collegate. 

«Trevi è reduce da un’operazione straordinaria terminata a maggio 2020 – racconta Grassi – basata su un’operazione di rafforzamento patrimoniale a seguito della quale Cdpe Investimenti (controllata da Cassa Depositi e Prestiti) insieme ad un pool di banche sono diventate i primi azionisti del gruppo, la ristrutturazione del complessivo indebitamento finanziario del Gruppo, nonché la cessione della Divisione del Gruppo operante nel settore dell’Oil&Gas, che comprendeva due rami di attività: la società di produzione di piattaforme petrolifere off e onshore e quella del service collegato. Ci siamo rifocalizzati sul core business delle costruzioni. Siamo i primi ad arrivare in un cantiere e i primi a uscirne, perché siamo gli specialisti in fondazioni». In particolare, il lavoro è oggi diviso tra due subholding in forte sinergia tra loro: la Divisione Trevi, che realizza lavori su fondazioni speciali e consolidamenti fondiari per grandi interventi civili (metropolitane, dighe, porti e banchine, ponti, linee ferroviarie e autostradali, edifici industriali e civili), e la Divisione Soilmec, che progetta, produce e commercializza macchinari e perforatrici per l’ingegneria sotterranea. La capogruppo (Trevi-Finanziaria Industriale S.p.A.) è quotata alla Borsa di Milano dal luglio 1999.

 

Il cielo è ancora rosa sulle infrastrutture 

Il lavoro di Trevi è oggi diviso tra due subholding in forte sinergia tra loro: la Divisione Trevi, che realizza lavori su fondazioni speciali e consolidamenti fondiari per grandi interventi civili (metropolitane, dighe, porti e banchine, ponti, linee ferroviarie e autostradali, edifici industriali e civili), e la Divisione Soilmec, che progetta, produce e commercializza macchinari e perforatrici per l’ingegneria sotterranea. Trevi progetto Four Frankfurt

«Lavoriamo dunque in un settore – prosegue Grassi – che dovrebbe beneficiare di importanti iniezioni di liquidità nei prossimi anni in Europa e soprattutto negli Usa dove siamo molti attivi. Il recovery plan è in fase di attuazione così come i maxi-investimenti deliberati dal Senato Usa che porteranno più di mille miliardi di dollari di nuova spesa in infrastrutture nei prossimi anni». Certamente non mancano le sfide, come quella rappresentata dai prezzi delle materie prime.

«Facciamo forte uso di commodity come ferro, acciaio e cemento che, come è ben noto a tutti, sono schizzate alle stelle – conferma il manager – Sulla divisione Trevi è pressoché impossibile pianificare nel medio termine un incremento del magazzino a causa delle distanze fra un cantiere e l’altro e delle nuove acquisizioni su cui si fatica a stimare l’esatto inizio dei lavori. Lavoriamo infatti per il 95% all’estero e sarebbe impensabile comprare acciaio in Italia e mandarlo in Nigeria, per esempio. Il rischio Paese, dunque, si riversa sulla materia prima ma questo non ci esime dal cercare fonti di approvvigionamento in prossimità dei cantieri anche per abbattere i costi di trasporto». Sulla divisione Soilmec la pianificazione delle scorte ed il controllo dei prezzi è invece un processo più naturale e ordinato.

 

Ma serve un controllo strategico della cassa

Il fatto di avere una robustissima percentuale di fatturato all’estero genera anche un altro effetto. «Lavoriamo anche in Paesi difficili con valute non deliverable e siamo sottoposti a rischio cambio – dice Grassi – Una gestione efficace dei flussi di cassa è fondamentale per finanziare le attività e la mobilizzazione nelle varie aree geografiche». Anche altre aree di spesa aziendali sono in profondo mutamento. «Per esempio, le spese assicurative: su alcune linee di rischio l’andamento del rapporto fra sinistri e premi pagati è negativo da alcuni anni. Molti underwriters si stanno di conseguenza ritirando dal mercato o quadruplicano i prezzi dei premi assicurativi. Nel settore costruzioni tutti i 14 rami di rischio vengono quasi interamente coperti e gli oneri assicurativi rappresentano un’importante voce di conto economico. Mentre il costo del denaro è rimasto fino ad oggi sostanzialmente invariato, l’insurance sta cambiando l’approccio a determinati mercati in particolare quelli più evoluti». 














Articolo precedenteKkr investe 200 milioni di dollari in Semperis
Articolo successivoSoldo: obiettivo pagamento contactless. La partnership con Apple, Google, la Borsa…






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui