Sogefi: terzo trimestre 2020 in utile, ma il complesso dell’anno è in forte crisi per il crollo dell’automotive

Per il componentista auto ricavi dei primi nove mesi a 860,6 milioni (-21,9% a cambi costanti). Margine operativo lordo a 94,7 milioni, in calo rispetto ai 130,7 milioni del corrispondente periodo dello scorso anno

Componenti Sogefi

Che il Covid abbia inciso pesantemente sul comparto automotive è cosa assodata, il primo semestre 2020 in cui la produzione mondiale di automobili ha subito un crollo senza precedenti (-33,2%). Ma nel terzo quarter il mercato ha registrato una decisa ripresa rispetto al trimestre precedente (+60,7%), con volumi in flessione di appena 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2019 (dopo un secondo trimestre a -42,9%).

Nonostante la situazione dei primi nove mesi, dall’inizio dell’anno Sogefi, società del gruppo Cir e tra i principali produttori di componenti per autoveicoli, ha conseguito nuovi contratti per un importo totale stimato in linea con gli esercizi precedenti e con gli obiettivi di mantenimento/accrescimento delle quote di mercato. In particolare, Aria e Raffreddamento ha ottenuto un importante contratto (100 milioni di euro) per fornire, a un primario Oem tedesco, collettori di aspirazione dell’aria (manifold) in alluminio, un materiale che di fatto introduce una nuova linea di prodotto in un settore in cui la divisione è già leader di mercato con le materie plastiche.







Inoltre, il 25% del valore degli ordini acquisiti nei primi nove mesi dell’anno riguarda componenti destinati al raffreddamento di vetture ibride e full electric, ponendo le basi per un ottimo posizionamento della divisione nei mercati del futuro. La divisione Sospensioni ha acquisito un ordine da un primario produttore di veicoli full electric nordamericano, raggiungendo così, a livello globale, il 35% di ordini per applicazioni ibride ed elettriche sul cumulato dei nove mesi. La crescita è stata ottenuta anche grazie al nuovo prodotto sviluppato specificatamente per soddisfare i requisiti di leggerezza e di “time to market” dei veicoli elettrici. La divisione ha infatti ingegnerizzato una sospensione conica a passo variabile pensata per questo tipo di applicazioni.

 

Andamento terzo trimestre

I ricavi del terzo trimestre hanno registrato una significativa ripresa rispetto al periodo precedente, risultando pressoché in linea con il terzo trimestre del 2019 a cambi costanti (-8,1% a cambi correnti). I risultati sono stati positivi, grazie alla ripresa del fatturato e alle misure adottate, che hanno determinato un leggero aumento del margine di contribuzione e una significativa riduzione dei costi fissi. L’Ebitda è stato pari al 14% a fronte del 12% dello stesso periodo del 2019. L’Ebit è stato positivo per 15,6 milioni, importo superiore a quello del 2019, pari a 13,1 milioni; l’incidenza dell’Ebit sul fatturato è passata da 3,5% a 4,6%. Nel periodo, il Gruppo ha registrato un utile netto di 5,6 milioni, a fronte di 1,4 milioni nel 2019. Il Free Cash Flow ante Ifrs 16 è stato positivo per 28 milioni rispetto a 2,8 milioni nel 2019.

 

Sintesi dei primi nove mesi del 2020

Nei primi nove mesi del 2020, i ricavi di Sogefi sono ammontati a 860,6 milioni di euro, in flessione rispetto al corrispondente periodo del 2019 del 25,1% a cambi storici e del 21,9% a cambi costanti. Ripercorrendo l’andamento del fatturato nel corso dell’esercizio, dopo i primi due mesi dell’anno con ricavi in linea con il 2019, in marzo sono stati registrati i primi effetti della pandemia (-29,5% rispetto al 2019), che si sono gravemente acuiti nei mesi di aprile (-79,5%) e maggio (-64,5%); in giugno è iniziato il recupero (con un calo del fatturato rispetto al 2019 più contenuto, -24,9%), proseguito poi nei mesi di luglio (-18%), agosto (-7,5%) e settembre, quando il fatturato ha registrato una lieve crescita rispetto al 2019 (+0,8%). L’andamento dei ricavi a cambi costanti dei primi nove mesi è stato migliore del mercato in tutte le principali aree geografiche: -24,6% in Europa rispetto al -31,3% del mercato, -17,9% in Nafta rispetto al -26,5%, +12,6% in Cina rispetto al -8,9%.

Nei nove mesi la riduzione del fatturato ha avuto effetti significativi sui risultati economici del gruppo, nonostante l’incisività delle misure di mitigazione adottate. L’Ebitda è ammontato a 94,7 milioni, rispetto a 130,7 milioni nel corrispondente periodo del 2019; da notare che la redditività (Ebitda / Ricavi %), pari a 11%, è stata sostanzialmente in linea con quella del corrispondente periodo del 2019 (11,4%). Il margine di contribuzione dei primi nove mesi ha registrato un leggero miglioramento rispetto al 2019, dal 29,7% al 30,3%; l’incidenza del costo delle materie prime è scesa grazie in parte a fenomeni di mercato e in parte ai piani attuati dallo scorso esercizio per ottimizzare i prezzi di acquisto degli acciai per la produzione delle sospensioni, e ha compensato l’impatto delle inevitabili inefficienze produttive determinate dalla sospensione e ripresa della produzione e dai bassi volumi. L’incidenza dei costi fissi sulle vendite dei primi nove mesi è sostanzialmente stabile rispetto al corrispondente periodo del 2019, grazie alle misure di contenimento adottate, in parte temporanee e in parte destinate a divenire strutturali. L’Ebit è stato negativo per 3,2 milioni a fronte di un risultato positivo di 37,4 milioni nei primi nove mesi del 2019. La riduzione dell’Ebit riflette la riduzione dei ricavi e gli oneri non ricorrenti sostenuti a causa della situazione: oneri per ristrutturazione pari a 14,2 milioni (5,7 milioni nei primi nove mesi del 2019) e svalutazioni di immobilizzazioni per 8,2 milioni (2,2 milioni nello stesso periodo dell’anno precedente). Il gruppo ha registrato un risultato netto negativo per 23,2 milioni rispetto a un utile di 8,3 milioni nel 2019, dopo oneri finanziari sostanzialmente in linea con quelli dell’anno precedente e oneri fiscali per 2,8 milioni rispetto a 12,6 milioni nell’esercizio precedente.

L’indebitamento finanziario netto ante Ifrs 16 al 30 settembre 2020 è pari a 299 milioni, in crescita rispetto a fine 2019 (256,2 milioni), ma in significativa riduzione rispetto al 30 giugno 2020 (quando l’indebitamento finanziario netto ammontava a 327 milioni).














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