Il Digital Enterprise Experience Center di Siemens si rinnova e punta sulla formazione a distanza

Nuove macchine permettono di sperimentare con una linea di produzione completamente virtualizzata e con applicazioni di realtà aumentata, edge computing e intelligenza artificiale

10 anni fa a Piacenza nasceva il Technology Application Center (Tac) di Siemens, un centro dove le imprese potevano sperimentare nuova applicazioni tecnologiche. Il centro ora cambia nome in Dex, Digital Enterprise Experience Center e grazie alle nuove macchine installate permetterà alla aziende di sperimentare linee di produzione virtualizzate, app di realtà aumentata e soluzioni di edge computing e intelligenza artificiale, tutte declinate per il mercato manifatturiero.

L’obiettivo del Dex, però, rimane quello di 10 anni fa: far comprendere i vantaggi di innovazione e digitalizzazione, interagendo con macchine e applicazioni reali, e sviluppare soluzioni su misura per grandi aziende e pmi.







La pandemia ha imposto a Siemens di cambiare approccio per continuare le attività ed è stata potenziata l’attività di formazione a distanza. Siemens propone al mondo dell’industria l’opportunità di approfondire funzionalità e tematiche su prodotti, soluzioni e sistemi del proprio ampio portfolio attraverso webinar e confronti diretti con i propri specialisti su tematiche di digitalizzazione. Sono 464 i webinar organizzati fino ad oggi per un totale di 62.334 iscrizioni.

«I mesi appena trascorsi ci hanno visti adattarci alle restrizioni e limitazioni causate dalla pandemia da Covid-19 ma ci hanno contestualmente fornito l’occasione di ripensare la nostra offerta formativa al DEX – che nel 2019 ha contato su 160 giornate di formazione con 1800 partecipanti tra scuole, università, aziende e associazioni – in chiave virtuale», spiega Giuliano Busetto, head of digital industries di Siemens. «Dati che dimostrano quanto le aziende manufatturiere, seppur siano state per un periodo lontane dalle officine, abbiano la necessità di investire in formazione qualificata per lo sviluppo e la trasformazione digitale delle proprie imprese».

Anche la formazione destinata a scuole e università si è trasformata. Il Dex collabora con una rete di 12 scuole professionali che nei mesi scorsi hanno potuto contare su corsi online interattivi. I partecipanti – oltre 400 docenti – hanno avuto l’occasione di interagire con gli operatori e i tecnici Siemens al lavoro sulle macchine del Dex. Stessa formula è stata pensata per il corso universitario Macchine Utensili gestito da Siemens in collaborazione con il Politecnico di Milano, distaccamento di Piacenza, per gli studenti del terzo anno di Ingegneria meccanica (Scuola di ingegneria industriale e dell’informazione corso di studi in Ingegneria meccanica). Quella dell’anno accademico 2020/2021 è stata la decima edizione.

In linea con le disposizioni governative sulla pandemia da Covid-19 (in materia, ad esempio, di distanziamento e protezione) è ora possibile riprendere in presenza sia incontri one-to-one con le imprese interessate a comprendere da vicino quali sono i vantaggi e le tecnologie a supporto della digitalizzazione, sia alcuni corsi formativi. Sono infatti previste in presenza, da fine febbraio, le lezioni del nuovo corso “Machine Tool Digital Lab” per gli studenti del quinto anno di Ingegneria meccanica (Scuola di ingegneria industriale e dell’informazione corso di studi in Ingegneria meccanica) del Politecnico di Milano – distaccamento di Piacenza. Il corso è focalizzato sull’utilizzo del gemello digitale come strumento innovativo per la progettazione e ottimizzazione delle macchine utensili.

«È nuovamente il momento di spingere e promuovere la trasformazione digitale delle imprese manifatturiere italiane e il Dex di Piacenza rappresenta la smart factory ideale, dove comprendere i benefici delle nuove tecnologie applicate ad un processo industriale produttivo. In qualità di pioniere di questa trasformazione, Siemens supporta le imprese ad accrescere la loro competitività e le guida nel percorso di innovazione tecnologica», conclude Busetto.














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