Sick: obiettivo progetti digitali e servizi. Ecco come evolve l’automazione industriale

di Renzo Zonin ♦︎ L’azienda tedesca sta sviluppando soluzioni software per applicazioni dell’IIoT: così il cliente è avvantaggiato nell’integrazione di prodotti e linee. I sistemi Lidar impiegati sugli Agv e la tecnologia UltraWideBand. Il Track&Trace nella logistica e il Monitoring Box per acquisire i dati vitali dello scanner. Ne parliamo con Marco Catizone

Sick automated vehicle

Negli ultimi anni, complice l’adozione sempre più diffusa di Industria 4.0, abbiamo visto crescere le esigenze e le richieste dell’industria nei confronti dei produttori di macchine e, a scalare, quelle di questi ultimi nei confronti dei produttori di componenti per l’automazione. Contemporaneamente, detti componenti sono diventati più intelligenti, più performanti ma anche più complessi, e richiedono un know-how sempre maggiore per fornire risultati ottimali. Per questo motivo, il ruolo dei produttori di componentistica si sta ampliando, perché devono essere in grado di fornire ai loro clienti non solo le componenti, ma anche il know-how necessario per impiegarle al meglio.

Su questa strada si è avviata da tempo Sick, nata come azienda produttrice di componentistica di automazione – in particolare di sensoristica avanzata – che negli ultimi anni si sta evolvendo per porsi a pieno titolo come partner nella la progettazione degli impianti industriali. Per fare ciò e per fornire alla sua clientela, composta sia da produttori di macchine, che da system integrator ed end user, molto più di un catalogo prodotti (che conta circa 40.000 referenze) Sick si sta strutturando già da tempo.







Appositi team, per certi versi simili a vere e proprie “startup”, sono stati formati negli ultimi mesi in azienda, in modo trasversale fra varie divisioni, con l’incarico di sviluppare progetti digitali, ovvero soluzioni software e servizi che riguardano principalmente le applicazioni dell’IIoT, permettendo al cliente di usare e combinare più facilmente ed efficacemente i prodotti Sick nelle proprie installazioni. Da alcuni mesi, anche la sede italiana di Sick sta creando un team dedicato per la gestione dei progetti digitali, con l’obiettivo concreto di ampliarlo nel corso del prossimo anno. Abbiamo parlato con Marco Catizone, Head of Industrial Integration Space & Shared Services Unit di Sick Italia, degli obiettivi del team e del tipo di progetti dei quali si occuperà.

 

Il team italiano per le soluzioni digitali

Marco Catizone, head of Industrial Integration Space & Shared Services Unit di SICK

«Abbiamo creato qui in Italia un team per la realizzazione di progetti digitali e servizi – ci dice Catizone – e ora lo stiamo ampliando, in termini di persone e capacità di gestire progetti. Anche nel 2022 il focus sarà di aiutare i clienti a progettare i loro impianti, come facevamo prima, dando consulenza e informazioni sia sul singolo prodotto sia sulla sua applicazione; ma la novità è che, in specifici ambiti, possiamo anche approcciare dei veri e propri progetti per quanto riguarda la realizzazione di soluzioni digitali. Vogliamo dunque concentrarci sempre di più sull’integrare i prodotti delle varie linee fra loro e con il resto dell’automazione del cliente, dando un servizio consulenziale ad hoc». Per soluzioni digitali, si intendono progetti che abbiano alla base dei prodotti Sick (ma possono presentare anche aspetti non strettamente legati a essi), come l’integrazione digitale del prodotto Sick nella realtà del cliente o nella macchina, a seconda che si parli con un cliente finale o con un costruttore di macchinari.

Il focus di Sick comunque rimane sempre la sensoristica industriale, e quello che si propone di realizzare il nuovo team ha sempre a che fare con i sensori, dai più semplici ai più complessi, sia nella factory automation, sia nella logistica e nella process automation. Il team italiano interagisce con i team dislocati in vari reparti presso la casa madre, in Germania, dove lavora circa il 60% degli oltre 10.000 dipendenti Sick (130 nella sede italiana). Di questi, qualche centinaio è coinvolto nei team per i progetti digitali. «Già negli anni scorsi avevamo creato delle “startup all’interno dell’azienda”. Ma non si tratta di startup nel senso tradizionale, sono gruppi di lavoro interni che si concentrano in piena libertà su nuovi progetti e tematiche. Progetti paralleli al business tradizionale» puntualizza Catizone.

 

Esempi di progetti digitali, soluzioni e servizi

Sick, nata come azienda produttrice di componentistica di automazione – in particolare di sensoristica avanzata –, negli ultimi anni si sta evolvendo per porsi a pieno titolo come partner nella la progettazione degli impianti industriali

Per capire come si stia espandendo il ruolo di Sick con i progetti digitali, vediamo qualche esempio. Cominciando dai sistemi Lidar, sensori radar con tecnologia laser, impiegati per esempio sui robot come dispositivi di sicurezza, e soprattutto negli Agv per il rilevamento degli ostacoli, della posizione, eccetera. «Per i sensori Lidar, che vendevamo come prodotto, ora possiamo fornire anche un pacchetto software, chiamato Lidar-Loc, che permette, in fase preparatoria, di creare una mappa del magazzino o della zona dove i veicoli si muovono. Nell’utilizzo a regime, i sensori Lidar scansionano l’area operativa e, raffrontandola con la mappa creata in precedenza, generano i dati di posizione e direzione del veicolo. I costruttori di Agv possono creare un sistema di questo tipo da soli, ma noi possiamo fornire oltre al prodotto hardware anche questa parte già pronta, che si concretizza in una centralina di elaborazione, un software e un servizio di creazione delle mappe per la fase iniziale. Questo è un esempio di come possiamo andare oltre il mero prodotto standard».

Sempre in tema di localizzazione, Sick propone anche sistemi basati su tecnologia Uwb (UltraWideBand), composti dai “tag” hardware da applicare sugli oggetti da tracciare e dalle antenne da installare nell’area. Ma oltre all’hardware, Sick può fornire una piattaforma software che riceve questi dati e procede a mappare gli asset, sia dandone una rappresentazione grafica – che consente di “vedere” dove si trovano gli oggetti -, sia registrando tutti i movimenti su un database, che a sua volta può essere messo a disposizione di software gestionali o di controllo della produzione, che in questo modo sanno sempre dove sono gli oggetti monitorati nella fabbrica. «Questo tipo di soluzione non si vende a “part number”, ma a progetto – spiega Catizone – Per gestire il progetto ci vuole un team che lo vada a contestualizzare nell’esperienza del cliente e poi a realizzare in pratica».

 

Cresce l’interesse per software e servizi

Il focus di Sick rimane la sensoristica industriale, e quello che si propone di realizzare il nuovo team ha sempre a che fare con i sensori, dai più semplici ai più complessi, sia nella factory automation, sia nella logistica e nella process automation

La diretta conseguenza del passaggio dalla vendita del prodotto alla consulenza sul progetto è l’aumento del peso della componente software sulle vendite di Sick. Si tratta sempre di software legato ai prodotti hardware dell’azienda (sensori in particolare), perché Sick non vuole trasformarsi in una software house tout court o in un integratore di sistemi – tra parentesi, rischierebbe di fare concorrenza a una grossa fetta della sua clientela. La produzione di questi software, di fatto, mira principalmente ad aumentare la fruibilità del prodotto hardware, e a eliminare qualche ostacolo per gli utenti – che per esempio possono comprare lo scanner, ma non hanno le capacità per dotarlo di un adeguato corredo di software. L’altra componente in forte crescita è la voce servizi. «Stiamo realizzando sempre più servizi digitali – conferma Catizone – Sono servizi informatici che non prevedono l’installazione di un software, ma il suo utilizzo all’interno di una piattaforma che, tipicamente, è il nostro spazio cloud, Sick Integration Space. Si tratta di una piattaforma digitale dove i nostri clienti possono accedere, comprare o abbonarsi a dei servizi digitali, e poi utilizzarli per i loro scopi».

Vediamo qualche esempio dei servizi che Sick mette a disposizione della clientela tramite il suo cloud. Un caso interessante è quello che vede i sensori Lidar utilizzati sulle gru del Porto di Valencia, per evitare pericolosi scontri fra container – di fatto, vengono impiegati come dispositivi anticollisione. Si tratta di impieghi molto pesanti in ambienti non certo ideali: esposti alle intemperie, con variazioni elevate di temperatura e con la costante presenza di umidità e alta salinità nell’aria. Quindi i dispositivi necessitano di una manutenzione periodica che va gestita in modo intelligente per dare risultati ottimali. «Abbiamo sviluppato un prodotto, Monitoring Box, composto fisicamente da un gateway IIot che acquisisce dati dai nostri scanner, e li manda in uno spazio cloud all’interno del Sick Integration Space– spiega Catizone – Vengono acquisiti i dati vitali dello scanner: la temperatura, le ore di funzionamento, se l’ottica si sta sporcando, e così via. Questi dati vengono inviati al cloud, e il cliente che ha acquistato il servizio Monitoring Box avrà un suo cruscotto dove vedrà lo stato dei suoi scanner e potrà avere indicazioni sempre aggiornate e precise. In questo modo potrà implementare logiche di manutenzione mirata e preventiva, invece di utilizzare una logica base di manutenzione programmata o, peggio, di trovarsi inaspettatamente in condizioni che possano mettere a rischio la produttività».

Sensori intelligenti Sick

Un altro esempio è costituito dai sistemi di analisi delle emissioni per il mondo dei controlli a camino (inceneritori, centrali termiche, cementifici…). Questi sistemi sono costantemente in contatto con gas, fluidi, ceneri, alte temperature eccetera. Per questo hanno bisogno di manutenzione periodica regolare, che Sick fornisce come service. «Però offriamo anche al cliente la possibilità di vedere on line lo stato dei suoi dispositivi, per i parametri diagnostici e di processo. Forniamo un dispositivo che raccolga e concentri i dati, dando al cliente la possibilità di fruirne in modo appropriato: sia che il servizio abbia il solo lo scopo di programmare meglio la manutenzione che per monitorare i valori di processo. Questo è un esempio di servizio digitale, una soluzione basata su un hardware, un software e un servizio sullo spazio in cloud». Il Sick Integration Space, ovvero il cloud dell’azienda, è operativo da tutto il 2021, e il numero di servizi disponibili sulla piattaforma sta crescendo costantemente.

Un terzo esempio riguarda il mondo IO-Link, uno standard di comunicazione per l’automazione industriale gestito da un consorzio del quale Sick è uno dei membri fondatori. Un aspetto interessante di IO-Link è che permette a sensori relativamente semplici di comunicare in modo bidirezionale con il Plc, non solo per quanto riguarda il dato di base ma anche, per esempio, per la parametrizzazione, che può quindi essere cambiata da remoto. IO-Link dà quindi molte possibilità, ma per sfruttarle compiutamente bisogna scrivere del codice per il Plc. «Abbiamo creato un servizio digitale, Function Block Factory (Fbf), che consente di creare i “Function Block”, ovvero i programmi da inserire nel Plc – spiega Catizone – Sulla base del sensore IO-Link e del Plc che il cliente vuole utilizzare, Fbf crea un function block dedicato. Lo fa praticamente in tempo reale, per facilitare l’integrazione di quel sensore in quel Plc. E lo fa su misura, tutto può essere deciso dal cliente, anche i nomi delle variabili. Inoltre, Fbf crea, oltre al function block vero e proprio, anche la documentazione relativa, con tutta la nomenclatura scelta dal cliente». Il servizio crea dunque un oggetto ritagliato sull’esigenza dell’utente, ma l’aspetto innovativo è che il processo non viene fatto da un ingegnere Sick, ma da una macchina digitale che produce il function block sintetizzando le informazioni fornite dal cliente. Il quale compra il Function Block prodotto, e lo può scaricare e installare quante volte vuole in quanto rimane di sua proprietà, ma questo “prodotto” è stato creato da un servizio. Un particolare interessante è che il servizio funziona non solo con sensori Sick, ma anche con qualunque dispositivo IO-Link, anche di terze parti. Il fatto è che il cliente potrebbe avere sensori di varie provenienze, e quindi il servizio – nato nell’ottica di semplificare la vita al cliente – risulta più completo potendo integrare una gamma più ampia di target.

 

Dal componente ai sistemi complessi

Sensore fotoelettrico di Sick

Trasformarsi da fornitore di componenti a partner del cliente nella progettazione di soluzioni digitali implica anche un aumento della complessità degli oggetti con cui si ha a che fare. In realtà, però, Sick da tempo ha superato il ruolo classico del fornitore di prodotti a catalogo. «Abbiamo da anni una divisione sistemi, che in alcuni ambiti ben definiti, per esempio il Track&Trace nella logistica, fornisce già pacchetti completi. E continueremo a farlo. In quel caso viene fornita una soluzione completa, partendo dalla fase di consulenza al cliente fino alla messa in servizio in campo. Il sistema è appositamente progettato e, in base alle esigenze specifiche del cliente, – può eseguire la lettura dei codici barcode o Rfid, il dimensionamento dei pacchi e la pesatura (anche in versione certificata Mid). Quindi realizziamo sistemi anche da un punto di vista hardware molto integrati e pronti. Infatti in quel caso i clienti sono spesso end user, o grossi costruttori di linee che forniscono i grandi end user della logistica».

Per il mondo delle soluzioni digitali, l’obiettivo di Sick è fornire l’integrazione software e di comunicazione digitale fra i vari strati della piramide dell’automazione, dal sensore al gestionale, e in quella parte, o direttamente o tramite partner selezionati, fornire un servizio completo al cliente. «Fornire un sistema di localizzazione degli asset aziendali che comunica con l’Erp dell’azienda per esempio. Non ci metteremo a fare l’Erp ma ci occuperemo dell’integrazione, dell’interfacciamento…» continua Catizone.

Quale sarà dunque l’approccio al cliente di Sick in futuro? «Come Sick cerchiamo di rendere più facile la progettazione e l’integrazione degli impianti, basandoci sulle funzionalità dei nostri sensori, ma anche sulla possibilità di fornire servizi aggiuntivi (digitali o meno). Vogliamo rendere la vita più facile al nostro cliente, semplificargli la scelta e l’integrazione dei nostri prodotti e dargli un valore aggiunto rispetto alla semplice fornitura del componente, sia in fase di prevendita sia di post vendita» conclude Catizone.














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