Reply: boom del digitale con il Covid. Online food +61%

di Chiara Volontè ♦ Il report della società guidata da Tatiana Rizzante, elaborato utilizzando Quentin Search Data, indaga come i consumatori si stanno muovendo tra vecchia e nuova normalità, e come le aziende possano posizionarsi di conseguenza

Qual è la correlazione tra Coronavirus e digitalizzazione? È innegabile, e lo vediamo nella vita di tutti i giorni, che il Covid abbia portato ad uno sviluppo del digitale senza precedenti. Al fine di sondare lo sviluppo della pandemia e descriverne gli impatti su cittadini e aziende, Reply ha stilato un report impiegando un tool, Quentin Search Data, sviluppato da Td Reply, società del Gruppo specializzata nella consulenza di data-driven marketing. La ricerca (per leggere l’intero report, clicca qui) aggrega dati provenienti da Google Trends e Google Ads, e si focalizza sui risvolti che l’epidemia ha avuto sul contesto socio-economico in Europa nel 2020.

Lavoro online, shopping su Internet (+61% l’indice relativo all’online food, mentre +49% quello degli alcolici) e matrimoni celebrati su Zoom sono la normalità, ma è anche emerso che mantenere le relazioni nella vita reale resta un’esigenza primaria. Ne deriva un’offerta “ibrida”: i marchi che avranno successo saranno quelli che combinano offerte digitali e fisiche in modo significativo. La ricerca ha poi fatto emergere che l’interesse verso l’entertainment digitale (+61% l’indice delle feste digitali, +41% quello dei videogames in Germania, Italia, Regno Unito e Spagna) è dettato più da una necessità che da una reale domanda. Mettendoli a confronto con la media europea, gli eventi online (come feste) hanno visto una maggiore richiesta in UK (+178%, oltre 7 volte il dato italiano e il doppio di quello tedesco); gli italiani, invece, sono risultati più interessati all’acquisto online di alcoolici (+168%, in Germania +29% e in UK +113%); infine in Germania il mercato dei videogiochi è cresciuto in modo più contenuto (+32%) rispetto agli altri paesi europei (+41% in Europa, solo in Italia +46%).







Nel 2020 è stato rivalutato anche il modo di trascorrere il tempo libero. All’inizio, la popolazione europea è stata resiliente concentrandosi su nuove attività. Tuttavia, il protrarsi della situazione nei mesi successivi e l’assenza di un vero e proprio confine tra tempo libero e lavoro hanno suscitato una generale sensazione di stanchezza. Cucina e didattica online sono state le principali attività svolte a casa: solo in Italia i dati sono risultati rispettivamente pari a +28% e +69%. In particolare, l’education index italiano ha battuto sia quello tedesco (+42%) sia quello inglese (+45%). A seguire le attività di home fitness (+212% in Europa), che hanno attirato il maggior numero di persone nel nostro Paese (diversamente da quanto accaduto in Germania e nel Regno Unito dove le attività prioritarie sono risultate quelle riguardanti la salute mentale). Gli italiani sono stati i più interessati a rimanere in forma, con un aumento del 295% dei volumi di ricerca per il fitness.

I consumatori in Europa si trovano ad affrontare anche l’impatto del Covid-19 sulle loro finanze personali. Con un aumento del +107%, gli italiani sono stati i più interessati alle donazioni benefiche rispetto agli altri paesi europei (media del 65% con picco ad aprile del 200%; Germania +35% e UK +61%). Inoltre, in risposta alla persistente incertezza globale, le ricerche su hedge fund ed Etf hanno messo il piede sull’acceleratore (+65% e +82% in Italia rispetto alla media europea rispettivamente di 74% e 20%), dato il rilevato maggiore controllo attraverso una gestione attiva delle finanze, per posizionarsi in modo sicuro in futuro.

Con le persone che continueranno ad acquistare online, ricercando riscontri anche nel mondo fisico, le aziende terranno alta l’attenzione sul digitale e offriranno componenti umane. D’altra parte i marchi possono beneficiare di nuove attività D2C (direct-to-customer) che si rivolgono al cliente in maniera individuale. Con il mantenimento delle misure restrittive, si prevede che le persone si concentreranno di più sull’equilibrio vita-lavoro e sulla salute mentale, dove l’indice italiano è il più basso tra i Paesi analizzati (+8%, in Germania +30% e in UK +13%). Alle aziende il compito di riconoscere queste esigenze, per i consumatori e per le proprie risorse.

Come un pendolo, il Covid-19 mette in moto le cose e cambia il ritmo generale della vita, dei bisogni e dei desideri umani. Questioni che prima sembravano meno urgenti, come la produttività, il benessere psicologico, il comportamento di investimento, la fiducia nell’autorità e la richiesta di relazioni umane autentiche, stanno ora diventando più nitide. Infine, si ravvisa un forte desiderio nella società di posizioni chiare, tanto per la politica quanto per le aziende.














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