Internazionalizzazione, m&a e servizi: digital renaissance di Relatech. Parla il ceo Pasquale Lambardi

di Laura Magna ♦︎ Nata come software house durante la stagione delle dot.com. l'azienda - quotata a Piazza Affari - è cresciuta fino a raggiungere ricavi per 70 milioni e ora è incentrata sulla trasformazione digitale. Una strategia basata su M&A: Efa Automazione; Fair Winds Digital, Exeo, Venticento. Il focus su cybersecurity, blochchain, cloud e IoT. La piattaforma modulare RePlatform.

Mercati internazionali e servizi. Sono tra le aree che vuole rafforzare nel 2023 Relatech dopo un’intesa campagna acquisti che nel 2022 ha contribuito a portare il valore della produzione a 70 milioni di euro (dati al 31.12.22). Proiettando la società milanese, che opera nella trasformazione digitale delle imprese, in quella che il fondatore e ceo Pasquale Lambardi definisce la Digital Renaissance. «Nasciamo come azienda tecnologica e abbiamo integrato anche spin off universitari – dice a Industria Italiana Lambardi – ma la differenza nel nostro lavoro la fanno le persone, le esigenze del cliente e di coloro che collaborano con noi: la tecnologia è un mezzo e non un fine e va sfruttata per migliorare le operazioni, la loro efficienza ma è sempre ancillare rispetto all’uomo, anche nell’industria. Questo è il Rinascimento digitale». Perseguendo questa filosofia l’azienda non ha mai smesso di crescere e anzi ha accelerato negli anni della pandemia. Più nello specifico la ricetta di sviluppo si basa sulle tre M, della così denominata in Relatech “3M Strategy” come spiega Lambardi: «Le tre M sono merger, management e margin –– dunque le acquisizioni, la valorizzazione delle risorse interne e l’assunzione di manager professionisti; e margine, finanziario ma anche in termini di creazione di valore a beneficio dell’ecosistema delle aziende italiane».

Le tre M come volano della crescita esponenziale del 2022

Pasquale Lambardi, ceo di Relatech

Una strategia che nel 2022 ha portato buoni frutti, sintetizzati dai numeri di bilancio pubblicati in data 28 marzo 2023, che vedeil valore della produzione cresciuto del 108%, i ricavi delle vendite a 61 milioni (+117), Ebitda ed Ebit adjusted sono aumentati rispettivamente del 90% e del 120%, a 13,2 e 8,7 milioni. La posizione finanziaria netta consolidata al 31 dicembre 2022 evidenzia un valore netto di circa 9,5 milioni, con una liquidità di cassa di circa 22 milioni. «I numeri riflettono sia la crescita organica sia quella via M&A che ci ha permesso di ottenere fatturato e margini importanti – commenta Lambardi – nell’anno appena iniziato saranno consolidate integralmente le nuove aziende acquisite nel 2022 e ci concentreremo sulle altre due M, razionalizzando la struttura organizzativa e mettendo a punto servizi e soluzioni a più alto valore aggiunto, con un occhio costante alla sostenibilità. Da due anni pubblichiamo il report Esg e abbiamo integrato l’elemento della sostenibilità anche nella struttura di offerta, per usare il digitale come leva per rendere le attività di business più efficienti energeticamente, ma sostenibili anche nella parte governance».







La crescita continua anche nel primo trimestre 2023

I numeri del primo trimestre 2023 seguono l’onda della nuova Value Proposition incentrata sulla Digital Reinassance che pone la tecnologia al servizio dell’uomo. Tra i dati significativi del primo trimestre 2023 pubblicati si segnalano dei Ricavi consolidati pari a euro 24 milioni (circa +130% rispetto al 31 marzo 2022), ricavi ricorrenti pari a euro 8,8 milioni circa (in crescita del 170%), ricavi verso l’estero pari a circa euro 6,3 milioni (in crescita del 61%) e posizione finanziaria netta pari a circa 15,5 milioni di euro rispetto ai 9,5 milioni circa al 31 dicembre 2022. L’obiettivo è continuare ad aumentare le ricorrenze e i margini accrescendo ancor più le attività di up selling e cross selling infragruppo e aprendoci a nuovi segmenti di mercato potendo contare su un modello di business solido e flessibile alle esigenze di un mercato ancora ricco di opportunità.

La struttura societaria di Relatech

Il modello di business: una piattaforma modulare e scalabile per abilitare la trasformazione digitale

Tecnicamente l’azienda si propone al mercato come Digital Solution Know-how (Desk) Company in ambito Digital Customer Experience, Big Data, Cloud, Artificial Intelligence, BlockChain e IoT. Il fulcro dell’offerta è la piattaforma di digital cloud proprietaria RePlatform, i cui principali valori aggiunti sono «modulabilità e scalabilità», afferma Lambardi. «In RePlatform ci sono sia soluzioni in white label, sia verticali, come ReZone, la soluzione di Artificial Intelligence per la customer experience, come ReFab 4.0, la soluzione end to end in ambito smart Industry. Pur partendo daRePlatform, le soluzioni sono cucite addosso al brand e al business model del cliente».

La RePlatform si basa su cinque famiglie tecnologiche, che corrispondono ad altrettante divisioni aziendali e famiglie di soluzioni

Tutte le soluzioni, dunque, si basano su cinque famiglie tecnologiche, che corrispondono ad altrettante divisioni aziendali e famiglie di soluzioni. Alle tecnologie mobile e realtà aumentata è affidata l’innovazione della digital customer experience (ReYou); l’area ReData si basa sull’intelligenza artificiale e si occupa di gestire i dati, la cybersecurity è una soluzione che viene garantita anche attraverso blockchain (ReSec) e, infine, e Rehub per il Cloud e Rethink, ovvero quella che conduce al ridisegno di tutta l’infrastruttura aziendale attraverso l’Iot.

«Non vogliamo solo che le aziende clienti si digitalizzino – continua Lambardi – ma che cambino il business model innovandolo. Quindi spingiamo le industrie clienti a non limitarsi a migliorare l’efficienza, automatizzando qualche processo, ma a ripensarsi strategicamente. E noi forniamo loro gli strumenti per realizzare questa rivoluzione». I clienti sono molto diversificati: con telco & Industry che valgono il 53%; il pharma & Health che pesa per il 18%, seguono banche e assicurazioni con un 15% e retail al 14% (dati al 31.12.22). L’industria sarà al centro dell’evoluzione di Relatech dei prossimi anni.

Le acquisizioni: dall’automazione alla cybersecurity, al marketing per completare la gamma e approdare in diversi mercati internazionali

Per realizzare questo obiettivo l’ultima delle quattro acquisizioni degli ultimi 12 mesi ha visto come target Efa Automazione, per sviluppare ulteriormente l’area dell’automazione industriale. Il merger è stato finalizzato a febbraio 2022. «E ci ha consentito di completare l’offerta di soluzioni e servizi digitali end to end per tutti quei clienti del comparto industriale che vedono la digital innovation come leva competitiva. In virtù delle competenze e delle tecnologie acquisite vediamo il 2023 con occhiali rosa».

A metà 2022 èstata inglobata una società romana con una piattaforma proprietaria basata su tecnologia Iot. «Si tratta di Fair Winds Digital, oggi Iot Catalyst, che supporta i clienti nella progettazione, nel roll-out e nella maintenance di sistemi IoT, con l’obiettivo finale di gestire reti complesse, infrastrutture e stabilimenti industriali in modo efficiente, sicuro e veloce».

Internazionalizzazione e servizi nel futuro di Relatech

Ma le acquisizioni che hanno avuto il maggiore impatto anche in termini, dimensionali sono altre due. Si tratta di Exeo, holding di partecipazione di Bto Research (closing novembre 2022), si definisce una multinazionale tascabile nata come spin off della Bocconi, specializzata nell’advisory & change management, che ha portato in house oltre 300 professionisti – di età media di 29 anni – con competenze trasversali su innovazione e digitale. «E permetterà inoltre di accelerare il processo d’internazionalizzazione, già avviato con l’acquisizione delle sedi di Venticento a New York ed Hong Kong, alle quali ora, con Bto, si aggiungeranno nuovi presidi europei a Monaco, Austria e Lussemburgo», precisa Lambardi.

Innovazione, crescita e sostenibilità sono i tre pilla della strategia di business di Relatech

Venticento è l’altra importante acquisizione soprattutto per il processo di internazionalizzazione. È stata inglobata tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 e ha consentito di rafforzare «la consulenza e assistenza sistemistica per le aziende, che necessitano rendere i processi del business più efficaci e produttivi attraverso il miglioramento e ottimizzazione dei propri Sistemi It. Ma anche il fronte della cybersecurity, che è imprescindibile», spiega Lambardi.

Il prossimo anno sarà dedicato all’integrazione delle nuove realtà e all’ulteriore rafforzamento del modello di business, oltre all’internazionalizzazione. Un ulteriore direttrice di sviluppo saranno i servizi. «C’è molto fermento in Italia per i fondi del Pnrr, noi siamo presenti in consorzi e vediamo che le aziende stanno investendo in queste tecnologie, ma la consapevolezza è ancora scarsa per capire come usarle. Nel mondo industriale tante aziende devono partire dalle basi. Noi grazie all’approccio modulare e agli assesment con il cliente riusciamo a posizionare le aziende partendo da zero. Ma le vogliamo accompagnare in questo percorso comprendendo le loro esigenze e al contempo con la formazione».

Dalla bolla delle dot.com all’Ipo

Le soluzioni sono state sviluppate da Ibm iX e sono disponibili sulle piattaforme Official US Open, tra cui USOpen.org e US Open app.
Relatech è stata fra i primi partner italiani diI

La società, che ha headquarter a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, ha altre 8 sedi sul territorio italiano che funzionano come hub di una rete al servizio della digitalizzazione dei clienti, a Genova, Parma, Brescia, Torino, Bologna, Roma, Napoli e Cosenza, «tutte paritetiche e pensate come nodi di una rete territoriale sempre più ampia, capace di creare partnership con università e pmi locali. Ma anche di attrarre talenti che sono la nostra ricchezza più importante». La storia di Relatech inizia però nel 2001 quando in piena bolla dot.com fu fondata da due ingegneri. «Era una piccola software house molto innovativa che non ha risentito della bolla dei titoli hi-tech. Nella seconda fase, abbiamo iniziato a creare un ecosistema di partnership con il mondo universitario (Ithea, uno spin off universitario è stata la nostra prima acquisizione) e con vendor internazionali. Con Ibm ci siamo posizionati tra primi partner italiani su tecnologie Watson e ci siamo espansi anche su clienti internazionali, oltre che crescere soprattutto in termini di know how, sia allargando l’ecosistema di partnership scientifiche con università e centri di ricerca sia partneship tecnologiche (Oracle, Microsoft, ecc.) fino al 2018». E infine, nel 2019, la decisione di approdare in Borsa per avere maggiori opportunità e strumenti finanziari per dare una spinta alla crescita e l’espansione internazionale e accreditarsi presso gli investitori internazionali. Un salto di qualità a partire dal quale la crescita non si più fermata.














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