Osservatori Digital Innovation: giro d’affari di 15 miliardi per i gestionali sviluppati in Italia

Elevata la produttività media: 160.000 euro per dipendente

Alessandro Perego, Responsabile Scientifico Osservatori Digital innovation
Alessandro Perego, Responsabile Scientifico Osservatori Digital innovation.

Il settore dello sviluppo di software gestionale in Italia è composto prevalentemente da aziende piccole ma molto produttive, a quanto emerge dal rapporto degli  Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, che ha preso a campione 1.346 software house italiane con un fatturato superiore al milione di euro. Nella maggior parte dei casi, parliamo di imprese che hanno dai 10 ai 50 dipendenti, il 43% dei quali ha sede nel Nord Ovest italiano. Circa la metà invece sono equamente divise fra Nord Est (25%) e centro (24%): Sud e Isole pesano per l’8%.

Il fatturato totale generato da queste aziende si posiziona poco sotto i 15 miliardi di euro (14,9), che si sommano agli 0,9 miliardi generati dalla rete vendita. Il totale dei dipendenti impiegati è 93.964, caratterizzati da un elevato indice di produttività: parliamo di 158.834 Euro a dipendente.







Queste realtà mediamente hanno nel proprio listino 4 prodotti e solamente una piccola fetta (8%) può vantare un portfolio con più di 10 soluzioni. La panoramica sui software gestionali mostra al primo posto per numerosità i moduli specifici per l’amministrazione e l’archiviazione (25% dei prodotti mappati). A questi seguono il knowledge management (22%) e i software per i processi di core delle aziende, sia di back-end con la gestione delle operations (21%), sia di front-end nella gestione dei clienti e della relazione con i consumatori (21%).

Un ulteriore 12% dei prodotti è rappresentato dai verticali per le imprese e le pubbliche amministrazioni, ovvero i software che integrano diversi moduli gestionali in una suite sviluppata ad hoc per uno specifico settore, a riprova del ruolo che le software house ricoprono nel rispondere efficacemente a determinate esigenze locali e settoriali. Infine, la parte restante di software censiti presenta il modulo di gestione del personale (6%), di asset e risk management (5%) e di gestione della sicurezza IT (3%), processi che per loro natura hanno caratteristiche più standard e difficilmente variabili in base alla tipologia di cliente che le utilizza. L’essere più adattivi a diversi contesti da parte di queste soluzioni probabilmente spiega la loro numerosità ridotta, se comparata alle altre categorie presenti sul mercato.

«Nel contesto di un mercato digitale internazionale che vede il dominio dei grandi provider di tecnologia, le software house italiane nel campo degli applicativi gestionali rappresentano un elemento chiave per l’economia e la competitività del Paese, con un giro d’affari di 15,8 Miliardi di Euro e un capitale umano di quasi 94.000 dipendenti» ha spiegato Alessandro Perego, Direttore degli Osservatori Digital Innovation. «Il portafoglio d’offerta è estremamente ricco con circa 5.400 prodotti in grado di supportare i processi di imprese e pubbliche amministrazioni lungo tutta la catena del valore, da quelli chiave di back end e front end con il cliente, a quelli legati all’amministrazione e alla gestione del personale. Si tratta di un comparto di piccole imprese, estremamente diffuse sul territorio, a supporto di una clientela locale ed eterogenea, in cui tuttavia si notano dinamiche aggregative di fusione, acquisizione e partnership tra imprese che promuovono l’arricchimento e l’innovatività dei prodotti offerti. La fotografia resa dalla ricerca evidenzia un ecosistema molto variegato in risposta a un sistema paese complesso, con esigenze eterogenee in termini di processi, ambiti applicativi, dimensione aziendale e quindi complessità da gestire e capacità di spesa».

Più della metà delle aziende (57%) ha a nel proprio listino almeno un prodotto cloud, ma le tecnologie innovative, come A.I., big data, analytics, blockchain e realtà aumentata sono ancora poco rappresentate: solo il 5% dei prodotti presi a campione si appoggia a una o più di queste funzionalità.

Roberto Bellini, Direttore generale AssoSoftware ha affermato che «È la prima volta che, in Italia, si può disporre di una fotografia super partes del settore, un vero e proprio censimento che permette di disporre di informazioni accurate sulle aziende, sui prodotti, sui modelli di business, sulle tecnologie adottate e sul grado di innovatività delle soluzioni proposte. Siamo certi che questa nuova consapevolezza delle capacità dei produttori di software potrà essere di ulteriore impulso al rilancio digitale del nostro Paese».














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