Perché quello che sta succedendo a Mirafiori è così importante. E le implicazioni di politica industriale, cambiamento della manifattura, automazione sempre più spinta

Editoriale del direttore Filippo Astone ♦︎ Prima di vedere come cambia la produzione automobilistica con l'arrivo delle cosiddette auto "green" occorre soffermarsi sui problemi ancora da risolvere. Mancano le colonnine di ricarica, le nuove e-car costeranno almeno il 50% in più di quelle tradizionali termiche (e quindi molti non potranno comprarle) e ci sarà un riassetto occupazionale, soprattutto lato componentisti auto e fornitori. Serve con urgenza un piano di politica industriale per sostenere la transizione all'elettrico che proprio la politica ha imposto. E servono incentivi per permettere ai più di acquistare auto che sono molto più care (anche il doppio, per i modelli base) delle equivalenti termiche. Inoltre, il viaggio a Mirafiori ci fa vedere il ruolo centrale che avrà l'automazione nella fabbrica elettrica e, a cascata, su tutte le fabbriche del futuro. Il fatto è che le linee di produzione elettriche si prestano a una elevata automazione. Perché l'elettrico è tutto sommato più semplice da assemblare e ha il 40% dei componenti in meno. Ci sono molte più lavorazioni ripetitive, più facilmente delegabili ai robot (Comau protagonista). La presenza di robot e sistemi di automazione, peraltro, nel tempo consentirà di ridurre i costi di produzione, che a oggi sono più alti di quelli del motore termico, e, come già detto, fanno schizzare all'insù il prezzo dei prodotti finali. E sarà un laboratorio nel quale sorgeranno innovazioni non solo tecnologiche, ma anche di processo e di organizzazione del lavoro. La fabbrica è un organismo vivente: si evolve di continuo