Manifatturiero, i settori “virtuosi” corrono ma servono incentivi

Marco Gay_Vicepresidente Esecutivo Digital Magics_web
Marco Gay, presidente Anitec-Assinform

di Chiara Volontè ♦︎ Il presidente di Anitec-Assinform Marco Gay lancia l’allarme: serve mantenere gli incentivi e le agevolazioni per non bloccare la transizione digitale

«Nonostante il clima in deterioramento, il manifatturiero è comunque più in salute dell’economia reale grazie alle dinamiche positive di settori “virtuosi” come la meccanica, il tessile e le apparecchiature elettriche. Grazie alle strette relazioni territoriali e di filiera i distretti reggono la forte concorrenza internazionale e contribuiscono in misura maggiore alla  crescita di produttività del comparto».







«I segmenti più esposti alla concorrenza internazionale sono anche i più evoluti per strategie innovative e valorizzazione delle competenze. La congiuntura si sta facendo sempre più complessa e aumentano le  incertezze politiche e economiche. La produzione rallenta o è in calo sia per la debolezza della domanda interna, che per il rallentamento dei mercati esteri di sbocco (automotive tedesco)  oltre alla riduzione delle scorte a causa  dell’accentuata incertezza». Così Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform, ci spiega le dinamiche che stanno coinvolgendo l’industria e i motivi per cui gli incentivi devono necessariamente essere confermati.

Il Software e Soluzioni ICT sono aumentati del 7,7%, e hanno ripreso a crescere anche i Dispositivi e Sistemi (+2,6%). È l’effetto della spinta delle componenti più legate alla trasformazione digitale, che animano progetti e applicazioni che interessano tutte le componenti dell’offerta ICT. E se si attraversano i diversi comparti per pesare le dinamiche delle componenti più innovative in assoluto (digital enabler) si nota come, nel 2018, esse abbiano ancora mostrato tassi a due cifre, che promettono di ripetersi nel 2019 nonostante l’attesa di una crescita zero per il Pil.

Il mercato Ict funziona e cresce al pari di qualche altro paese europeo. La manifattura si è confermata tra i settori più dinamici proprio perché continua a investire e perché ha saputo ottenere un ulteriore vantaggio dai digital enabler. «Nei distretti industriali – aggiunge Gay – lo stimolo è sempre più evidente e crea un valore aggiunto per addetto superiore al 20%. Il problema potrebbe sorgere nel caso in cui dovesse venire meno il clima di fiducia che finora ha accompagnato il manifatturiero. Gli incentivi, da questo punto di vista, devono essere mantenuti per permettere alle aziende più piccole di continuare a produrre investimenti. Perché chi allenta le procedure di spesa rischia di fare da freno all’intero comparto».

«Il fatto di proporre incentivi e di dare fiducia – prosegue Gay – ha grande valenza strategica. È un percorso iniziato tre anni fa e che continua nel tempo: porta fiducia nel creare nuova impresa e la pubblica amministrazione sta migliorando. Abbiamo registrato due trend: l’avvio di un primo piano strategico su riduzione dei costi grazie al digitale e il secondo piano strategico avviato l’11 marzo scorso certifica che il percorso è ormai avviato, anche la trasformazione digitale, ma servono tempi certi».

Infine, Gay sottolinea come sia necessario iniziare a discutere sulla politica per l’innovazione digitale di medio e lungo termine «che vada nella direzione di esaltare peculiarità del mondo ict: aumentare quindi finanziamenti e incentivi all’innovazione è fondamentale, così come lanciare fondi di venture capital e aprirsi all’open innovation».














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