Made4.0: la trasformazione digitale non può essere completata senza formazione

La scuola di competenze ha erogato 210 corsi che hanno coinvolto più di 4.000 partecipanti, per un totale di 27 mila ore-uomo erogate

Marco Taisch presidente del competence center Made

In due anni di attività Made4.0 ha raggiunto importanti traguardi accompagnando 1.870 aziende nel processo di trasferimento tecnologico e portando avanti oltre 100 progetti che hanno coinvolto il 57% di Pmi distribuite per l’82% al nord. 56 sono stati i progetti finanziati per un totale di oltre 7 milioni di valore di servizi. Numeri molto positivi, ma di certo incrementabili perché sono ancora molte le aziende che non hanno ben messo a fuoco l’importanza di una rapida e sostenibile trasformazione digitale. Con un mondo che cambia molto velocemente rimanere indietro nella roadmap digitale significa non riuscire a colmare il gap con i propri competitor.

«Nonostante il settore manifatturiero italiano sia ai primi posti a livello europeo, il Desi index indica che siamo tra gli ultimi per livello di digitalizzazione (18 posto su 27). Per questo dobbiamo accrescere la nostra cultura digitale per tenere testa alla crescente competizione internazionale» – sottolinea Marco Taisch, presidente di Made4.0.  «L’unica risposta alle sfide che oggi le aziende si trovano ad affrontare – mi riferisco alla crisi delle catene di approvvigionamento, ai prezzi crescenti dell’energia, al reshoring, ma anche alla mancanza di competenze e all’importanza della sostenibilità – sta nel presidiare correttamente la transizione digitale che deve portare ad un efficientamento del sistema fabbrica in ottica di riduzione dei costi e dei consumi e ottimizzazione dei processi e alla transizione ecologica».







Un altro pilastro per Made4.0 è quello della formazione. In due anni di scuola di competenze sono stati erogati 210 corsi che hanno coinvolto più di 4.000 partecipanti per un totale di 27 mila ore-uomo erogate.

«La trasformazione digitale non può essere completata senza formazione perché sono necessarie competenze e soprattutto una forza produttiva in grado di utilizzare al meglio le macchine intelligenti e connesse della fabbrica. Il successo dei nostri corsi testimonia il fatto che le aziende stanno prendendo consapevolezza sul ruolo dell’innovazione e ne hanno compreso l’alto valore aggiunto. Ci auguriamo che anche a livello centrale le strategie a sostegno dell’industria non vengano lasciate indietro» – conclude Taisch.














Articolo precedenteAntares Vision Group: con la soluzione supply chain transparency tracciate 1,5 mld di vaschette di frutti di bosco
Articolo successivoSiderweb: nel 2022 cala in Italia la produzione di acciaio (-11,5%). 2023 tra stabilità e recessione






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui