La logistica italo-tedesca vale il 30% del totale europeo

Il 40% della filiera dei due Paesi (circa 128 miliardi) è rappresentato dall'interscambio. Un rapporto strettissimo: e se si ferma Berlino?

Lo sviluppo logistico si sta confermando come uno dei settori portanti dell’intera economia dell’Unione, grazie a un giro d’affari europeo di oltre 1.000 miliardi di euro (dato 2017; fonte: BVL – Bundesvereinigung Logistik).

Negli ultimi anni, il mercato della logistica ha modellato l’intera industria dei trasporti favorendo una crescente interconnessione tra le varie economie nazionali e un aumento dei flussi delle merci. Favorito dal commercio online – si è passati dal 20% dei cittadini europei che usavano questo servizio nel 2004, al 60% nel 2018 -, ha contribuito a rafforzare una catena produttiva orizzontale, a discapito di una produzione industriale verticale.







Nello specifico, il legame economico tra Italia e Germania, che ha generato un interscambio pari a 128 miliardi – è molto stretto: nel 2018, il 12,6% delle esportazioni italiane era diretto alla Germania (+3,7% rispetto al 2017), mentre il 16,6% delle importazioni italiane proveniva dalla Germania (+6,9% rispetto al 2017), con un bilancio commerciale tedesco nei confronti dell’Italia in positivo di circa 12,2 miliardi di euro. Inoltre, secondo un’analisi di Deutsche Bundesbank,  nel 2017, gli investimenti diretti tedeschi hanno toccato quota  35 miliardi di euro – con una concentrazione nell’Italia settentrionale – , mentre gli investimenti diretti italiani 32,9 miliardi di euro.

È necessario attuare un modello di business che sia capace di gestire un flusso di traffico e di merci crescente tra i due Paesi. In particolare, sono due gli ambiti su cui bisogna investire di più: le infrastrutture e la digitalizzazione. Le infrastrutture rappresentano la chiave per lo sviluppo di un nuovo modello logistico sostenibile e a ridotto impatto ambientale. Sia sul fronte tedesco che su quello italiano, sono ancora tante le sfide da affrontare: dalle lunghe tempistiche di cantiere che aumentano i costi del trasporto riducendo la qualità del servizio, alla mancanza di un sistema di controllo intelligente del traffico. Dal punto di vista della digitalizzazione, emerge, invece, un gap sulla disponibilità di connessione a banda larga. Secondo la Commissione Europea un aumento annuo del 10% generebbe un equivalente aumento del Pil europeo pro capite dell’1%. Proprio per incentivare tale crescita l’Unione Europea ha messo a disposizione 15 miliardi di euro per il periodo dal 2014 al 2020.

«Alla carente copertura di banda larga in Europa si aggiunge la carenza degli skills tecnologici che incide in modo significativo sul livello di digitalizzazione in Europa – sottolinea il Presidente Itkam, Emanuele Gatti – Proprio per questo motivo è importante rafforzare il trasferimento di know-how tra scienza ed economia in modo intersettoriale e sovranazionale».

Proprio con l’intento di superare confini di settore e Paese Itkam realizza ogni anno il Forum bilaterale Italia Germania tra esperti tedeschi ed italiani, che per questa edizione si terrà il 12 novembre a Venezia. Tra i casi che verranno presentati quest’anno, quello dell’operatore aeroportuale Fraport che, con il progetto CargoCity South ha introdotto l’uso di una piattaforma cloud-based per ottimizzare il sistema delle spedizioni. Un esempio di intermodalità nel trasporto merci in Europa arriva, invece, dal progetto europeo InterGreen-Nodes: un sistema che, sfruttando tecnologie portuali innovative, migliora il coordinamento tra gli operatori del trasporto merci e facilita l’allineamento tra i diversi interessi regionali dei partner coinvolti. Infine, Zanardo Servizi presenterà un sistema di logistica ospedaliera integrata in grado di minimizzare i costi aumentando la sicurezza del paziente.














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